Rassegna Stampa 1967 Selezioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CIAO AMICI L'ADORABILE DEMONIO BIONDO 15 FEBBRAIO

 

Roma - I capelli biondo caldo le sferzano la faccia, il corpo snello si flette con una scioltezza incredibile perfettamente a ritmo. E' nata per fare spettacolo. Tutto le riesce naturale, anche quando sta ferma si fa notare per quell'aria altera, prepotente, che contrasta con i lineamenti puri e classici del viso. Aspettiamo che si avvicini a noi, ma lei, deliberatamente, ci snobba. Si intrattiene con i ragazzi che le fanno corona e che lei tratta con disinvoltura e una punta di superiorità. Finalmente riusciamo a farle un cenno, lei sa che la stiamo aspettando e con l'aria più naturale del mondo si mette a parlare, come se fossimo al tavolino da un'ora. "Questi ragazzi sono davvero meravigliosi, io faccio un gesto e loro diventano matti"; poi con un sorriso: "io so perfettamente come fare per divertirli, so dare quello che vogliono". Noi restiamo muti davanti a tanta sicurezza e ci limitiamo ad annuire con aria incoraggiante perché ci sembra che una parola potrebbe sciupare questa atmosfera di intimità. "Io ho incominciato da sola, ho capito subito cosa dovevo fare, nessuno mi ha inventata, i ragazzi aspettavano un personaggio, ed eccomi al Piper". Noi ce ne rendiamo conto guardando i suoi occhi che sfiorano la folla con aria di possesso, come potrebbe fare una regina dal balcone del palazzo reale. "Poi la televisione mi ha scoperta, i discografici si sono accorti di me e adesso stanno sfruttando il mio talento, mio nel senso che da sola l'ho messo in luce". Siamo sconcertati da questa ragazza autenticamente moderna, non perché Patty Pravo si vesta o si atteggi a ragazza beat ma perché lo è. E' venuta dal nord a Roma con una grande voglia di sfondare ed una potente forza di volontà. Non ci nasconde che ha fatto dei sacrifici agli inizi, ma non lo racconta come una storia lacrimosa fatta per intenerire i lettori, ne fa appena cenno, più che altro per sincerità. "Non avevo neanche un buco per dormire" e lo dice con un sorriso di trionfo perché ora ha dove dormire e di che mangiare e lo ha guadagnato da sola. E' un personaggio, autentico, che sembra costruito tanto è completo e perfetto. Non può assolutamente restare nell'ombra una ragazza come questa, perché ha tutti i numeri per essere notata. "Che tipo è il tuo ragazzo?" le chiediamo a bruciapelo. "Non sperate di cogliermi di sorpresa, io sono anche il mio ufficio stampa e so perfettamente cosa rispondere: per ora non ho nessun ragazzo, anzi non capisco questa mania di avere un ragazzo da nascondere ai giornalisti. Io vivo come mi pare, amo chi mi pare, magari oggi non ho nessuno e domani sono follemente innamorata del primo sconosciuto che la pensa come me" e i suoi occhi hanno un lampo di divertimento mentre ci considerano e noi ci sentiamo sciocchi per aver voluto ridurre il personaggio Patty alla stregua della prima ragazzina esibizionista. Le proponiamo di uscire perché il rumore assordante ci impedisce di parlare con tranquillità. Patty si infila la giacca di velluto nero e ci precede, non si perde mai in frasi convenzionali di assenso o di diniego, semplicemente dice quello che sente trascurando qualsiasi normale forma di conversazione, davanti a questo atteggiamento ci sembra sciocco dirle "Dove andiamo?". Si incammina con quel suo passo morbido e dinamico insieme e intanto parla, con frasi secche precise. "Adesso potete scrivere tutte le cose che volete di me, ma se volete essere onesti dite quello che avete sentito dalle mie labbra perché - sfidandoci con lo sguardo - io sono veramente così" ed esce in una risata squillante, cristallina e per la prima volta ci sembra di essere stati presi in giro. Un ragazzo e una ragazza si baciano sulla strada buia. "Che fatica" esclama. "E poi si nascondono, perché, bah!". Noi la seguiamo, docili, è impossibile prendere un'iniziativa. Ci porta in una cantina a bere, ci facciamo portare il salame di cinghiale e il vino dei Castelli e Patty, mentre mangia una fetta di salame ci guarda dal sotto in su e dice: "A Milano si va a mangiare i nervetti con la cipolla" e noi ci sentiamo due turisti ingenui. Sono le due, si alza e sparisce, non ci ha salutati, non ha detto dove va, semplicemente se ne è andata ed è il finale più congeniale ad un incontro con questo adorabile demonio biondo. Simona Sardi

 

 

 

 

EVA NOI E L'AMORE 15 FEBBRAIO

 

Che cos'è l'amore per voi giovani beat? L'amore? E' il normale sentimento che può provare ogni persona. Sia beat, sia matusa, sia giovane o vecchio, l' amore (quello vero) è sempre l'amore. E' un sentimento eterno. Se è autentico, è sempre valido.
Che cosa distingue, secondo te, i rapporti tra due innamorati di oggi e due innamorati di cinquanta anni fa? Semplicemente una differenza di epoca. Cinquanta anni fa davano in moglie una ragazza tanto per trovarle un marito. Oggi, probabilmente, la ragazza è più consapevole. Ragion per cui non si accontenta  di essere "data in moglie", ma pretende di conoscere "chi è il marito" e lo vuole scegliere. In quanto alla libertà sessuale non credo che oggi ce ne sia più di ieri. Diciamo che oggi è più scoperta, più leale di quanto non lo fosse un tempo.
Tu credi che sia veramente cambiato qualcosa, oggi, in profondità, o non credi che la pretesa spregiudicatezza sia "tutta scena"? La cosa più notevole è che la donna è molto più libera e non vive più solo in funzione dell' uomo. Se si concede a un uomo è perché crede fermamente che quello sia l'uomo della sua vita, quello con il quale potrà spartire gioie e dolori, la vita di ogni giorno, il lavoro di ogni ora. Prima la donna era una "macchina per fare figli" e basta. Oggi la donna mette al mondo figli, però nello stesso tempo (sia col suo lavoro, sia con una maggiore autonomia) pretende di essere protagonista come l'uomo.
Come si conquista un ragazzo beat? Esiste una tecnica specifica? Non mi sono mai trovata in questa situazione. Conquistare un beat, conquistare un matusa? Boh, non mi è mai capitato niente di simile. Se voglio bene a una persona non faccio distinzioni. Però mi piace molto, molto di più essere conquistata che conquistare.
Secondo te, è giusto che una ragazza di tredici, quattordici anni abbia già un ragazzo, chiamalo amico, boy friend o come ti pare? Io a tredici anni avevo un ragazzo. Bellissimo. Oggi mi dispiace di non averlo mai baciato, tanto ero pudica. Adesso è sparito con gli anni, e chi me lo restituisce più? Nessuno. In ogni modo io credo sia giusto che una ragazza di tredici anni abbia un amico. Che sia ingiusto, invece, che a quell'età abbia rapporti per così dire intimi. Il sesso esige una sua età. E tredici anni non è l' età giusta per il sesso.
Che cosa chiede, oggi, una ragazza come te all'amore? L' amore è la molla più importante della vita. Quella capace di innalzarti, quando scatta, ad altezze sublimi, o capace di ridurti una cretina completa. In un eccesso o nell' altro, si capisce l'importanza dell' amore. Parliamo di amore vero? Sì? Allora dico che in qualsiasi epoca e a qualsiasi persona capiti, l'amore è sempre un bel dono del cielo.
Come si è accorta Patty Pravo, la regina dei beats, di essere innamorata la prima volta? Innamorata davvero, non sono mai stata. Se avessi incontrato l' amore, probabilmente non sarei qui a rispondere alle tue domande. Non sarei, fra un' ora, a cantare in un night. Senza rimpianti, non mi chiamerei più Patty Pravo, che è il mio nome d'arte. L'amore sconvolge la vita, tutto qua.
Che cosa pensi del matrimonio? Non ha nulla a che vedere con l' amore. Può anche essere la rovina dell' amore, in casi non eccezionali. Purtroppo, è anche un' istituzione che ha i suoi valori. Se io desidero un uomo e da lui voglio anche dei figli sono obbligata a sposarmi. Mica per me o per lui, ma per i figli. Ho il dovere di dare ai figli una giusta posizione sociale. Li ho messi al mondo senza interpellarli: è perlomeno giusto che gli dia una posizione regolare.
Credi che sia importante arrivare vergini al matrimonio? Credo proprio di no. Sono convinta che il matrimonio vada affrontato con grande maturità. A quindici anni una donna non è matura, ma è vergine. A venticinque, o ventitré, una donna è sicuramente matura. Probabilmente, però, non è più vergine. Il matrimonio è importante. Arrivarci inesperta come una educanda ottocentesca può essere fatale per la sua riuscita.
Che cosa pensi del controllo delle nascite? Penso la cosa più giusta: non ci si può affidare al piacere di sé, ignorando il dolore degli altri. Se un uomo è consapevole di poter mantenere due figli soli, e al mondo ne mette quattro, quell' uomo non fa bene. E' immorale. Si chiami pillola, controllo di nascita o che, quell' uomo ha il dovere di osservare certe regole. In Inghilterra o in America si giunge al "controllo" attraverso pillole o mezzi consentiti. In Italia, nel migliore dei casi, vi si arriva attraverso "cliniche specializzate". Le pillole si prendono "prima". Al rimedio in clinica si arriva "dopo". Giudicate voi quale dei due rimedi è più morale.
Patty, tu che parli a nome delle nuove "leve", sei favorevole o contraria al divorzio? Io sono per il divorzio. Concesso in casi eccezionali. Gli anti-divorzisti dicono che il divorzio è la rovina della famiglia. Può essere giusto. Io dico che, in alcuni casi, il divorzio può essere la salvezza di due coniugi esasperati. Più i figli. Legittimi o illegittimi. Se il non divorzio può essere la salvezza di un numero di famiglie, il divorzio può essere la salvezza di altrettante famiglie. Sono senz'altro favorevole.

 

 

VIE NUOVE IL PIPER E' IL MIO MESTIERE 30 MARZO

 

Ancora diciott'anni? chiesi. Mi pareva impossibile. Ma lei mi dimostrò che, essendo nata nell'aprile del 1948, ha tutto il diritto di qualificarsi tuttora diciottenne. Giusto. Il fatto è che l'avevo vista quando ancora, per mozzare il fiato in gola al pubblico maschile del Piper (e cantare così nelle condizioni ideali, senza doversi sforzare di sopraffare con la propria voce il frastuono generale) usava gettare in terra la giacca e poi rapidamente liberare dalle asole tutti i bottoni della camicia, meno uno, come se a ciò la conducesse una specie di febbre o delirio o una frenesia indomabile; e che l'ho rivista adesso cantare sulla stessa pedana in un miniabito di velluto rosso, calze a rete bianche, stivali rossi, appena un po' sovraeccitata - vi dirò - ma al minimo indispensabile in clima beat. Cinque mesi tra un'immagine e l'altra. Come non passa il tempo. Lei, Patty Pravo, ha sempre diciott'anni; ma adesso è proprio qualcuno, e lo sa, e sapendolo dice alla gente col suo miniabito che scopre solo le gambe: "Ora venite qui per sentirmi cantare, ragazzi, lo strip-tease non lo faccio più". Non lo fa più. Cinque mesi fa, quando la conobbi, era alla vigilia dell'esibizione a "Scala Reale" in Tv, e mi parve che sperasse molto in un'affermazione su quella ribalta. Ma il successo personale non venne; e la squadra di cui faceva parte - quella di Michele - fu eliminata al primo turno. Non se l'è presa. Tra l'altro, credo, non ne ha nemmeno riportato un gran danno. La sua ribalta naturale sono i Piper, i locali per giovanissimi, i juke-box; non la Tv. E' un tipo così, non un personaggio da televisione.

Patty Pravo si chiama in realtà Nicoletta Strambelli, è nata a Mestre da una famiglia regolare e, quantunque cerchi di non farlo sapere, ha ricevuto una buona educazione borghese. Ha frequentato il liceo classico senza arrivare alla conclusione e ha studiato per sette anni il pianoforte al conservatorio, seguendo anche il corso di direzione d'orchestra. Avrebbe sfondato, presumibilmente, anche senza l'ausilio di una camicetta con le asole larghe. Era questione di scegliere un settore di attività al posto di un altro. Ma scelse il Piper. Fu un caso; o una fatalità. Impossibile stabilirlo. Era venuta a Roma per un breve soggiorno da turista, nella primavera dell'anno scorso, e qualche sera la passò al Piper. Una volta cantò. Piacque. Era il personaggio che ci voleva, la ragazza-tutta-beat che mancava nel panorama della musica leggera nazionale. Detto fatto la scritturarono per l'inaugurazione del Piper di Viareggio, all'inizio dell'estate. E la insignirono ufficialmente del titolo di ragazza del Piper con grande smacco di Caterina Caselli che fino a quel momento aveva usato la stessa qualifica, in perfetta buonafede, e di colpo si trovò nella situazione di uno che venga scoperto a pascolare abusivamente nel prato altrui. Patty Pravo dunque cominciò il suo cammino accompagnata da tre capelloni, inglesi autentici, importati per lei dal suo impresario, che si chiamano tutti insieme i Cyan 3 e singolarmente Gordon, George, Roger. Offrono, in quattro, un buon colpo d'occhio. E si fanno ascoltare volentieri anche i ragazzi. Le scritture non mancano: oltre ai Piper, che sono cinque, molte sale da ballo hanno già ospitato Patty Pravo e molte altre l'hanno prenotata. Gli affari, dunque, vanno. Al primo disco, che ha incontrato un discreto successo (conteneva "Ragazzo triste" e "The Pied Piper"), sta per far seguito un altro con due canzoni intitolate "Sto con te" e "Qui e là". Il testo della prima dice, più o meno: "Io sto con te perché tu sei uguale a me; e non m'importa niente di quello che hai ma m' importa quello che sei. Il mondo non deve occuparsi di noi perché noi non gli chiediamo niente..." ed è in sostanza una specie di inno all'amore disinteressato. La seconda canzone, più leggera, delinea meglio il personaggio-Patty. Dice: "Io amo la libertà. Non ho una casa, ho cento case. Tu mi volevi bene e anche io te ne volevo, ma pretendevi di avermi tutta per te, e questo non è proprio possibile..." eccetera.

 

Senta - chiedo - è mai stata innamorata?
Sul serio no, non ancora, mai.
Crede nell'amore?
Sì.
Crede nel matrimonio?
No.
E' per il divorzio?
Finché esisterà il matrimonio bisognerà bene che ci sia anche il divorzio.
Che cos'è l'amore per lei, oggi?
Un gioco.
Com'è il suo uomo ideale, oggi?
Giovane, fragile, mite.
E che ne fa di un tipo simile?
Ci gioco.
Un uomo nel vero senso della parola, sicuro del fatto suo, virile, equilibrato, non avrebbe con lei nessuna probabilità di successo?
Proprio nessuna. Un tipo simile mi sottrarrebbe tutte le cose che amo: la libertà, il lavoro, il disordine. Incontrarlo e cadere nella rete sarebbe, al momento, un'autentica sciagura. Credo che la paura mi vaccini contro il rischio.
Non pensa mai all'avvenire?
Al mio? Neanche un poco.
E all'avvenire del mondo?
Qualche volta si. Penso che occorra darsi da fare per cambiare le cose.
Cantare è per lei, un modo di "darsi da fare"?
No. cantare è un gioco fine a se stesso per me. Ma penso che bisognerebbe darsi da fare sul serio.
In quale direzione?
Nella direzione indicata da Carlo Marx. Però attraverso strade nuove, ancora da aprire.
C'è qualcosa che odia?
La menzogna. L'ipocrisia. La pietà.
La pietà? Lei è impietosa?
Totalmente. Non si ha il diritto di avere pietà, non si ha il diritto di umiliare con la pietà chi soffre. Si ha piuttosto il dovere di battersi per evitare quella sofferenza.
C'è qualcosa che ama molto?
Il pubblico.
Perché?
Non lo so. Ho perfino pudore a confessarlo, ma lo adoro. Certo, il fatto che mi dia il successo e i soldi può essere una buona ragione; ma non è la sola. Lo adoro: che ne so perché? E' un fatto che cerco di rendere al massimo solo per questo, per servirlo al meglio.

 

Purtroppo il suo pubblico è quello che è: ragazzi dal cuore leggero che si conquistano tutti con un disco riuscito e che si perdono tutti con un disco sbagliato. E che non lasciano neanche capire che cos'è per loro un disco riuscito o un disco sbagliato, fin quando il gioco è fatto e in ogni caso non c'è più possibilità di rimediare. I cantanti che pensano all'avvenire invecchiano subito, di dentro, logorandosi nei loro mille dubbi. Ma Patty Pravo non pensa all'avvenire. Ha un appartamentino tra la Cassia e la Flaminia, molto bello (una soffitta di lusso con grande panorama su Roma) ma non suo: è in affitto. Lo sta ammobiliando, un pezzo per volta. Tutto sommato non ha bisogno di molti soldi. Il miniabito di velluto rosso va bene per la scena e va bene per gli usi di ogni giorno. L'avvenire è lontano.

 

Andrebbe con un "matusa" per soldi o per una sistemazione definitiva?
Mai, lo giuro.
Allora farà certamente un matrimonio d'amore?
Neanche per idea. E' una follia sposarsi per amore. Il matrimonio deve fondarsi sulla stima.

 

Darei qualcosa per guardare bene nel fondo di questa ragazza, per vedere qual è il limite della sua autenticità e qual è il limite della sua ingenuità. Ma non si può. Dietro di lei, che ha diciott'anni, ci sono gli adulti che ne curano gli interessi (che curano cioè, con i suoi, i loro ben più vistosi interessi) e, senza averne preso coscienza, lei ne è già stata sopraffatta: già nelle sue risposte c'è qualche parola che non le appartiene, una frase ad effetto, un concetto peregrino... E ogni giorno che passa si snatura un poco di più. Difficilissimo, forse impossibile, è ormai trarre da lei l'essenza di una diciottenne di oggi. E' già il prodotto di un' industria: sofisticato, per di più.

 

Milena Mariani

 

 

 

 

 

 

SOGNO MOMENTI DRAMMATICI IN SALA OPERATORIA 23 APRILE

 

Roma - Da alcuni mesi la "ragazza del Piper" soffriva di una seria forma di appendicite cronica. Per i suoi molteplici impegni di lavoro Patty aveva sempre rinviato l'operazione. Nei giorni scorsi, colpita da violenti dolori, la popolare cantante s'è dovuta sottoporre all'intervento chirurgico: adesso ha bisogno di un lungo periodo di riposo.
Dalla sala operatoria della clinica Villa Mafalda, arrivavano, attutiti, solo pochi rumori. Qualche parola pronunciata a bassa voce e il tintinnare dei ferri chirurgici al contatto con le bacinelle smaltate. Su tutto il ritmico battito del grande orologio che segnava lo scorrere dei minuti. Ne erano passati ormai trentacinque da quando gli infermieri avevano portato in sala operatoria, adagiata su una barella, la giovane Nicoletta Strambelli, conosciuta in arte come Patty Pravo, la "ragazza del Piper". La porta di comunicazione con la sala d'aspetto rimaneva però chiusa e gli occhi delle poche persone in attesa correvano continuamente dal quadrante dell'orologio alle ombre dei chirurghi che si intravedevano attraverso i vetri smerigliati. Era certo successo qualche cosa. Non era possibile che una semplice operazione di appendicite durasse tanto tempo. I nonni della giovane cantante, giunti espressamente per esserle vicini in quel momento, Donatella l'amica fedele, e l'impresario non avevano più nemmeno il coraggio di guardarsi. Intuivano che l'operazione si presentava più difficile del previsto. Poi alcuni movimenti più rapidi: le ombre sui vetri smerigliati assumono un ritmo frenetico e ancora, più forte, il tintinnare dei ferri chirurgici. E finalmente le figure che si avvicinano. Gli infermieri aprono la doppia porta e spingono fuori la barella con la giovane cantante. Pallidissima, la bella Patty appare molto sofferente. Uno degli infermieri regge il vaso della fleboclisi che le è stata applicata al braccio destro. Dietro i due medici, i professori Bronzini e Fruscella, che rivolgono un sorriso per tranquillizzare le persone in attesa. E' andato tutto bene, ma l'operazione è stata molto più difficile del previsto. Mezz'ora di intervento chirurgico e poi la paura di possibili complicazioni. L'estrema debolezza della paziente. La necessità della fleboclisi. Ma il peggio è ormai passato. Quei momenti drammatici sono ormai un brutto ricordo. A chi li interroga, i due medici si limitano ad ordinare una cosa sola: riposo assoluto. Decideranno loro quando la giovane sarà in grado di parlare, di ricevere visite. Ma Nicoletta Strambelli non è una ragazza qualunque, è la "ragazza del Piper" e, a detta di alcuni esperti, è l'unica vera cantante beat italiana. E' la cantante del 1967. E' Patty Pravo, e quella notorietà non ammette riguardi. Ha raggiunto il successo più pieno e il prezzo di quel successo deve essere pagato giorno per giorno, ora per ora. Alcuni fotografi sono riusciti a entrare nella clinica nonostante la severa sorveglianza e assediano, con mille trucchi, la stanza di Patty, incuranti degli ordini dei medici e delle condizioni della paziente. In quel lettino c'è un personaggio di primo piano nel campo della musica leggera non solo italiana ma internazionale e bisogna bersagliarlo di flash. Quelle foto dovranno apparire sui giornali, e i "paparazzi" sono decisi a tutto. Poi ci sono gli ammiratori che si uniscono all'assedio: voglio vedere, vogliono sapere e, accecati dall'irrazionale affetto per l'idolo del momento, finiscono per nuocerle. " Lasciatela in pace" ordinano i medici. " Lasciatela in pace" pregano i parenti. " Lasciatemi in pace" mormora debolmente la bella Patty dal suo lettino, sforzandosi, nonostante tutto, di sorridere. In fondo sono quei ragazzi che hanno fatto di lei un personaggio. Era da alcuni mesi che Patty soffriva di una seria forma di appendicite cronica. Avrebbe dovuto farsi operare già molto tempo fa, ma i suoi impegni gliel'avevano sempre impedito, e intanto il suo faticoso lavoro - quell'accompagnare il canto con i movimenti frenetici imposti dai ritmi beat - peggiorava le sue condizioni. Infiammazioni e coliche. Poi la crisi. Proprio mentre stava girando alcuni "caroselli", Patty Pravo è stata colta da violenti dolori. Trasportata d'urgenza a casa, è stata visitata dal medico di fiducia, il Professor Renato Fruscella, che ha ordinato il suo immediato ricovero in clinica per un intervento chirurgico. Prima di poterla operare i medici hanno dovuto però sottoporla ad alcune cure preliminari, data la sua condizione di esaurimento provocato dal superlavoro. Una semplice operazione, ma alla fine l'intervento si è rivelato assai più difficile del previsto, anche se tutto si è risolto nel migliore dei modi. Adesso, nella stanza 301 di Villa Mafalda, in via Monte delle Gioie, 5, la bella cantante è ritornata ad essere, almeno per poco, Nicoletta Strambelli, la ragazza di buona famiglia, viziata dai parenti, diplomata al conservatorio di Venezia. La fanciulla dai vestiti semplici, quelli rimasti negli armadi della villa dove, fino a poco tempo fa, è vissuta con i nonni e i fratelli. Perché Patty Pravo è, in effetti, una ragazza completamente diversa dal personaggio che impersona sulle pedane dei vari "Piper" e sulle pagine dei rotocalchi. Ha accettato il suo ruolo e lo ha reso vero, pronta a scandalizzare con i suoi abiti stravaganti e con il suo parlare sfrontato. Pronta però a lasciare tutto se solo dovesse innamorarsi. "Ho preso finora solo qualche cotta, come tutte le ragazze della mia età", racconta a chi le chiede se sia mai stata innamorata, "ma non ho mai trovato il vero amore. Se mi fossi innamorata avrei forse già lasciato le canzoni, senza rimpianti". In fondo Nicoletta è sempre una ragazzina romantica, anche se indossa la minigonna d'argento o gli stravaganti tailleur con calzoni, se fuma la pipa e se porta dieci anelli, uno per dito. Spera di potersi innamorare e sposare, e forse proprio in vista di questa possibilità si è arredata una casa piccola, accogliente. Un nido come lo sognavano le ragazzine di una volta, e non come la casa di una ragazza del Piper, anche se per ottenerla ha dovuto accettare, fare suo, un personaggio così diverso da lei, nato al ritmo della canzone che le ha dato il successo, "Ragazzo triste". Milena Cardarelli

 

 

 

 

 

 

GIOVANI IL MANIFESTO DI PATTY PRAVO MAGGIO 1967

 

Se c'è una cosa che sconcerta in Patty Pravo è la differenza tra l'aspetto fisico e la voce. Se dai suoi lineamenti traspare una dolcezza serena, dalla sua voce si rivela qualche cosa di amaro e di disperato. Una voce personalissima e prepotente che ne fa un personaggio singolare, un personaggio nuovo, drammatico. Nata a Venezia diciannove anni fa, Patty è arrivata alla canzone per caso, o forse per passione, ma senza pensare nemmeno per un attimo che la sua strada sarebbe stata quella della musica. Bella ragazza, appassionata di ballo, Patty inseguiva altre ambizioni: le piaceva viaggiare e soprattutto le piaceva disegnare. Il carattere di Patty Pravo non è dei più dolci: polemica, spregiudicata, con il gusto di riuscire a scandalizzare, sempre pronta a reagire. La giovanissima cantante è stata notata la prima volta al Piper di Roma per il suo modo irruente di ballare. Chi l'ha notata è stato quel famoso avvocato Crocetta, fondatore del Piper e paladino delle iniziativa per i giovani. Il colloquio tra Crocetta e Patty è stato rapido e secco: "Se canti come balli, sei un fenomeno". "Vuol dire che ci proverò". E ci provò poche settimane dopo, alla serata inaugurale del Piper di Viareggio. Una bella bionda che sale al microfono ha senza dubbio delle ottime carte da giocare, ma corre anche il serio pericolo di cascare male: essere belle è un vantaggio, ma può anche suscitare malignità e gelosie, bisogna anche essere bravissime, sennò una buona parte del pubblico può provar gusto a fischiare e demolire. Patty ci prova, e mira giusto: dopo poche battute di "Ragazzo triste" il pubblico smette di ballare, o meglio, continua a muoversi ma tutte le teste son girate verso di lei. Un urlo generale alla fine, un bis di prepotenza. Crocetta ha visto giusto, quella ragazza canta come balla: è personalissima, sconcertante, carica di forza giovanile. La sua voce apre una vera nuova strada al rinnovamento della canzone italiana; Patty è un fatto preciso, una punta di diamante che incide a fondo nella corteccia del conformismo della canzone. In ottobre "Ragazzo triste" diventa un disco e diventa anche un "best seller" delle vendite. Eppure non è facile per una donna arrivare al successo, il mercato discografico è determinato dalle ragazze che sono le grandi consumatrici di dischi ed è quindi molto più facile ai cantanti conquistare il loro gusto che non alle cantanti. Ma per Patty è scattata una molla speciale, Patty ha toccato gli argomenti di un beat genuino, canta con l'esigenza di esser giovane e automaticamente diventa la portavoce delle centinaia di migliaia di ragazze italiane. Sincera, aggressiva, scatenata, Patty diventa famosa in pochissimo tempo. Il suo atteggiamento non è certo il migliore per ottenere "spazio" in televisione, ma anche il più retrivo e conservatore dei funzionari della nostra TV non può disconoscerne la bravura e non può ignorare un fenomeno come quello della dirompente Patty Pravo. Bastano poche apparizioni dal video per confermare il successo discografico e quello del pubblico dei Piper: Patty è diventata in pochi mesi padrona del campo, il suo è un fenomeno di affermazione immediata, è un personaggio che si impone al primo apparire, è una fuoriclasse. E la riconferma arriva con le successive registrazioni, il nuovo 45 giri "Sto con te" e "Qui e là" va a ruba, come "Ragazzo triste", la scalata di Patty è stata rapidissima e anche se ormai ha raggiunto il vertice, non si può dire che abbia finito di ascendere, forse per lei il vertice è molto più in alto. Nicoletta Strambelli, questo è il suo vero nome, è nata il 9 aprile 1948, ed è quindi del segno dell'Ariete, "il segno dei matti" come dice Crocetta, e Patty la sua "follia" la sa scatenare molto bene. In casa sono un po' preoccupati dal biondo ciclone che travolge tutto in questa sua ricerca d'espressione, in questo suo desiderio di entrare in contatto con tutti, con il suo pubblico, di comunicare le inquietudini e gli umori dei giovani, giovani come lei. Patty ha il senso del beat genuino, di primissima qualità, perché è autenticamente vissuto e ha un temperamento che travolge ogni ostacolo senza temere confronti. Nella battaglia della musica leggera, nella battaglia della canzone, chi è in prima linea non ha vita facile: è continuamente esposto all'invasione della vita privata; Patty Pravo si difende benissimo, però, non accettando le regole del gioco; sa sparire, mimetizzarsi, rifiutare la posizione di diva, ma non per calcolo, solo perché è fatta così, non sa tradire il suo modo di vivere ed è un modo di vivere che le calza a pennello. Nubile convintissima, non ha nessun legame sentimentale, la sua posizione di giovane che canta e vive da giovane non lascia posto ad impegni di cuore. Ma la sua non è freddezza, anzi è calore umano, solo che chi sceglie di comunicare con il pubblico non può riservare una fetta di se stessa a una sola altra persona. O tutto o niente, questo sembra il motto di Patty e se non apparirà un uomo veramente eccezionale, la giovanissima cantante resterà legata solo ed esclusivamente al suo pubblico. "Qui e là" al Cantagiro. Patty è impegnatissima in questa competizione canora che la porta in contatto con le platee di tutta Italia. Ma la valanga di richieste rischia di sommergerla e la cantante veneziana è costretta a scegliere, cosa non facile: sono tutte proposte allettanti. Sei film contemporaneamente sono già una bella offerta, ma Patty vuol vedere la qualità, non se la sente di fare filmetti solo per guadagnare. Poi ci sono le richieste di serate sulle spiagge. La tournée balneare è senza dubbio importantissima: fama e denaro, ma è anche massacrante, richiede nervi d'acciaio e spostamenti senza sosta. Patty vorrebbe continuare a vivere in maniera beat, quindi dovrà dosare gli impegni di lavoro ed avere il coraggio di rifiutarne molti. Senza pentimenti. Agostino Mantegazza & Lucio Salvini

 

 

 

 

VITA LA VOCE CHE GRAFFIA 7 GIUGNO

 

A parte i soprannomi (ninfa Egeria dei capelloni, voce che graffia, mantide del Piper, sacerdotessa del beat, etc.), Patty Pravo è generalmente considerata l'unica possibile rivale di Rita Pavone e Caterina Caselli che sia emersa dall'ultima ondata della musica leggera italiana. Per la verità ha fatto le cose in fretta. L'autunno scorso, quando fu iscritta al torneo televisivo di "Scala Reale", come gregaria nella squadra di Michele, non la conosceva praticamente nessuno. Oggi, il suo cachet medio è di mezzo milione per serata (ne fa, in genere, tre per settimana), i suoi dischi si vendono molto bene (dopo il grande successo di "Ragazzo triste", il successivo 45 giri con "Sto con te" e "Qui e là" è stato prenotato per decine di migliaia di copie a scatola chiusa), e ha già fatto del cinema, sia pure di serie B. Il suo tenore di vita è abbastanza elevato: lei stessa dice che spende ventimila lire al giorno soltanto per le sue "cosette". Inoltre, è riuscita a diventare un personaggio che suscita curiosità. Perché? Perché i suoi atteggiamenti, il suo modo di vestire, le sue dichiarazioni deliberatamente più che spregiudicate, la stessa breve storia della sua carriera, la fanno apparire agli occhi di molti come la sola cantante autenticamente beat in attività di servizio in Italia. Ha vissuto (almeno pare) da capellona, facendo perfino la sguattera a Londra, o vendendo quadri per un paio di sterline o per un modesto "dinner". E poi, a differenza delle sue rivali, può vantarsi d'essere una bella ragazza, perfino provocante. I suoi più accesi estimatori sostengono che il segreto di Patty Pravo è quello di cantare senza imitare nessuno. Ma non è questo: effettivamente, nella dizione di Patty non ci sono tracce dell'accento piemontese di Rita Pavone o di quello emiliano di Caterina Caselli, riconoscibili perfettamente, nonostante lo "yé-yé"; lei, semmai, si rifà a Mina, disseminando nei suoi dischi parole spaventose come "libeità", "impruvìsou", "sòlou tiu", etc. Inoltre (ed è qui che si distingue dalle altre) ha un vocione che le permette di destreggiarsi facilmente nel registro grave, con tanto di "oh, yeah!" e "oohh", etc., alla maniera di certe cantanti nere. La storia del suo debutto è controversa. Lei dice di essere nata, musicalmente parlando, al Piper Club di Roma. Ma c'è chi giura d'averla sentita cantare già a Padova, poco tempo dopo che aveva lasciato la famiglia. Patty Pravo, infatti, è nata 19 anni fa a Venezia, in una famiglia dell'alta borghesia (il suo vero nome è Nicoletta Strambelli). Il padre, proprietario di un'industria cantieristica, le assicurava una vita agiata. Sennonché, racconta Patty, "decisi di troncare con la famiglia, con lo studio e con tutto, perché ero stufa di vedere intorno a me tanti morti, tante ombre, tanta gente che non mi dava affetto, né intelligenza, né comprensione. Mi sentivo oppressa da morire, e Venezia mi sembrava una città di fantasmi". La prima tappa del suo esilio volontario fu a Padova dove si unì ad una comitiva di capelloni e simpatizzanti, che dipingevano e suonavano o ascoltavano musica beat. Poi, Tunisi, Parigi e Londra. Alla fine, capitò a Roma dove i suoi lunghi capelli biondi, la sua snella figuretta in minigonna e le sue danze sfrenate divennero presto popolarissime nel "giro" del Piper Club. La fecero anche cantare, presenti un paio di "osservatori" d'una casa discografica, e dalle ceneri della signorina Strambelli, aspirante pittrice nacque Patty Pravo.

Non ci fu bisogno di trovare uno slogan per lei. Bastò riportare alcune frasi che le vengono attribuite: "Ho tre grandi ideali: amore, amicizia e libertà. Il mio motto è vivere la mia vita senza infastidire né essere infastidita dal prossimo". I quarantenni sono dei sorpassati: le loro galanterie sono goffe e mi fanno ribrezzo, la loro morale è peggio dell'immoralità, e il loro perbenismo è fatto di menzogne". Naturalmente, pur riconoscendo che nelle loro teste c'è molta confusione, Patty è dalla parte dei suoi coetanei, i quali - manco a dirlo - non sono mai responsabili delle eventuali mascalzonate che possono commettere, la colpa essendo dei genitori che non hanno saputo educarli. E poi, fate l'amore e non fate la guerra. La giovane cantante, che oggi alterna minigonne cortissime (può permetterselo, perché ha belle gambe) a incredibili smoking ideati per lei da Yves Saint-Laurent, è stata fra le prime, in Italia, a seguire con entusiasmo la moda dei bottoni-spilla con la scritta "beat". Ne portò anzi uno per molto tempo che fece fiorire molte maliziose illazioni sul suo conto. Ma non sembra, in realtà, che sia una "vamp" vecchio stile. Ammette di avere avuto parecchi fidanzati ma dice anche di credere al matrimonio. Sa il fatto suo, insomma: sa, in altre parole, quel che occorre fare e dire, di questi tempi, per attirare l'attenzione del prossimo. Il mese venturo Patty Pravo partirà in carovana col Cantagiro, nello stesso girone in cui figurano campioni d'incasso come Rita Pavone, Adriano Celentano e Little Tony. Sarà una buona occasione per controllare se la "mantide del Piper" è capace di guadagnarsi anche le simpatie di un pubblico popolare come quello che si raduna negli stadi dove il Cantagiro fa tappa. C'è molta differenza, infatti, fra la grande balera all'ultima moda e lo stadio. Al Palazzo dello Sport di Roma, per esempio, dove cantò tre mesi fa nello spettacolo dei "Who", Patty Pravo fece fiasco. Si irritò perché il pubblico non stava attento e faceva chiasso mentre lei intonava "Ragazzo triste" (il suo cavallo di battaglia), e se ne andò, buttando il microfono a terra. Fu subissata di fischi, naturalmente, e dovrebbe aver imparato che è meglio non sfidare il pubblico quando ha le proporzioni d'una marea. L'impennata del Palasport ha sorpreso, anzi, quanti la conoscono come una ragazza astuta, dotata di un certo senso dell'umorismo. A un intervistatore che una volta le chiese che cosa farebbe se fosse il capo del governo, rispose infatti "Mi dimetterei". E indicò in Eva il personaggio che più ha contribuito al progresso dell'umanità, rilevando che Eva, appunto, è in vantaggio sulle altre donne per una mela. Ma sono battute. Patty Pravo diventa invece un personaggio sconcertante quando fa sul serio: quando dice, per esempio, che stare con i capelloni non è pericoloso per tutte le ragazze, dal momento che a lei è andata bene; o quando osserva che i quattrini non bastano ad assicurare la libertà o che le sole cose che meritino davvero d'essere conservate in Italia sono il sole, il mare e le spiagge. C'è da chiedersi, infatti, come frasi del genere possano venire da una ragazza che non solo è diventata un simbolo della "civiltà dell'effimero" sorta intorno ai ridicoli chitarroni nostrani, ma ha fatto di tutto per diventarlo. Fra le sue letture preferite ha indicato l' "Ulisse" di Joyce, "I fiori del male" di Baudelaire, "La strada di Swann" di Proust, e i fumetti di Charlie Brown. C'è, indubbiamente molto snobismo, il gusto dell'eccentrico in questa scelta; tuttavia, sincera o falsa che sia, è anche indice di una certa intelligenza, o perlomeno d'un bagaglio d'informazioni sufficiente a evitarle la figura dell'ochetta. Significa che conosce già alla perfezione le regole di quel gioco singolare che il mestiere della diva; e che sta scegliendo con cura le sue carte per diventare (siamo già a metà '67) la "prima donna" della canzonetta italiana degli anni settanta. Salvatore G. Biamonte

 

 

 

 

 

GENTE HO MENTITO PER DIVENTARE FAMOSA 23 AGOSTO

 

Santa Margherita Ligure - Fu giusto un anno fa di questi tempi. Patty Pravo si chiamava così soltanto da due giorni e soltanto da una settimana (lo ammise lei stessa alle prime battute dell'intervista) faceva pasti regolari. In una sera di prima estate, l'avvocato romano Alberigo Crocetta, il suo "pigmaglione", l'aveva letteralmente inventata dal nulla nel magico antro beat del Piper Club di via Tagliamento. Il lancio sarebbe avvenuto in autunno e allora la generazione yé-yé italiana avrebbe saputo di avere anch' essa la sua musa. Ma l' avrebbe accettata? Patty, cioè Nicoletta Strambelli, confessò di avere qualche perplessità. "Tra l'altro", disse "non so ancora cantare". Poi aprì la borsetta, la vuotò sul tavolo del ristorante dove ci eravamo incontrati e fece un veloce inventario: un tubetto di pillole ("No, non 'quelle', roba per il fegato") e 750 lire. "E' tutto quello che ho", concluse seria. "I capelloni hanno la regina che si meritano".

Fare adesso i conti nella borsetta di Patty Pravo è un po' più complicato. A Santa Margherita Ligure, dove l'abbiamo rivista un anno esatto dal nostro primo incontro, il proprietario del night club dove Patty s' è esibita la sera del 10 agosto ha dovuto sborsarle, uno sull'altro, 600 biglietti da mille lire. Lo stesso cachet, lira più lira meno, hanno pagato i novanta esercenti di locali da ballo che da fine maggio a oggi hanno voluto al microfono per un intermezzo beat la biondona del Piper. La quale, in conclusione, tra i proventi delle esibizioni serali, i diritti discografici (250 mila copie vendute di "Ragazzo triste" e 150 mila di "Qui e là") e i guadagni per le prestazioni pubblicitarie, ha ormai abbastanza per considerarsi "arrivata". In queste condizioni il nostro incontro ha finito per diventare un' operazione di verifica, fiscale se si vuole, ma anche psicologica. Ad essa Patty si è sottoposta forse non proprio volentieri ma, come sarà chiaro dall'intervista che segue, senza farci rimpiangere la spregiudicatezza del nostro primo incontro.

 

Dunque, Patty, che cos' è cambiato in questo ultimo anno?
Niente, proprio niente. Cioè, ho tolto l'appendice.
D'accordo. Ma c'è anche l'automobile con autista, l'appartamento sulla Cassia, i cachet alla Claudio Villa. Non l'hanno cambiata un po' tutte queste cose?
Ma no, non mi hanno cambiata. Sono cambiati soltanto alcuni aspetti esteriori che mi riguardano. Un anno fa non avevo una lira e abitavo in un camera in subaffitto; ora guadagno e perciò vivo in un appartamento civile di cui so di poter pagare l'affitto ogni fine mese.
E l'autista? Non le pare un esibizionismo? Non trova, tra l'altro, poco beat andare in giro su un'automobile "ministeriale" guidata da un autista gallonato?
Non è gallonato, intanto, e non si tratta di esibizionismo ma di praticità. Io ho comprato l'automobile come alcuni comprano la roulotte: per dormici. Per questo l'ho presa comoda, o come lei dice "ministeriale". In tre mesi ho fatto 40 mila chilometri, ora qui ora là a cantare. Se non cercassi di dormire tra una tappa e l'altra, mentre Von Stroheim guida, a quest'ora sarei in una clinica.
Von Stroheim? Chi è?
L'autista. Non ricorda quel film famoso con Von Stroheim e William Holden? Sì, "Viale del tramonto".
E così, non è cambiato proprio nulla? Neppure la sua filosofia beat?
Cos' è la filosofia beat? Chi ha mai parlato di filosofia beat.
Semplicissimo. Un anno fa, quando ne era ancora lontana, lei affermò che del successo non le importava niente. E' ancora disposta a fare la stessa affermazione?
Prontissima. Del successo non mi importa un accidente. E le assicuro che credo a quello che dico.
E dei soldi?
Dei soldi non si può fare un ideale. Non se ne può fare l'unico scopo della vita. Però ammetto di aver scoperto la loro importanza. Non mi fraintenda. Non comprerò mai una Rolls-Royce, né mi farò mai una villa con piscina. Ma avere i soldi è importante: serve per non ricevere schiaffi in faccia dal prossimo.
Lei che cosa ne fa dei soldi?

Non ne ho poi tanti da avere problemi sul modo di investirli.
Da tre mesi guadagna in media 600 mila lire a sera. Non le paiono tante?
Se fossero al netto sì. In realtà, tra ciò che devo pagare ogni sera al complesso con cui mi esibisco, le trasferte, le spese di locomozione, l'autista e le tasse, a me resta sì e no un sesto di quella cifra.

Fare i conti in tasca al prossimo non è simpatico, ma siamo in argomento. Ora, un sesto di 600 mila fa 100 mila. In capo a un mese fanno tre milioni. Se moltiplichiamo per tre, cioè giugno, luglio e agosto, arriviamo vicino ai dieci milioni. Non sono pochi per una che una sera d'agosto di un anno fa aveva soltanto 750 lire in borsa. Non le pare?
E chi dice che sono pochi? Per quanto mi riguarda ce n'è d'avanzo. Se mai, osservo soltanto che questa cifra va distribuita su dodici mesi non su tre. Io guadagno praticamente da non più di tre mesi e, finita l'estate, di serate a 600 mila a sera ne avrò, se va bene, una al mese.
Qual è la maggiore soddisfazione che ha potuto trarre dalle sue mutate condizioni economiche?
Interrompere uno spettacolo e pagare la penale al gestore di un locale notturno. Non è stato un capriccio. Comunque è un gesto che non mi sarei potuta permettere un anno fa, quando avevo 750 lire in tasca. Coi soldi, invece, è uno "sfizio" che mi sono potuta prendere.
E così s'è messa a fare la Callas, adesso? La Callas beat che interrompe lo spettacolo?
Le ripeto che non si è trattato di un capriccio. Uno spettatore intemperante disturbava l'esecuzione e allora ho lasciato lui a intrattenere il pubblico e me ne sono andata.
Ma Patty Pravo è sempre l'ape regina dei capelloni? La generazione yé-yé la considera sempre la sua musa, il suo idolo, il suo ideale?
Mai stata. La generazione yé-yé o beat che sia non ha idoli. Credo d'interessare più ai genitori che ai figli: lo deduco dal pubblico che incontro ogni sera nei luoghi in cui mi esibisco. Probabilmente si tratta di curiosità, non so. Sta il fatto che i giovani sono una minoranza tra il mio pubblico estivo.
Le sue idee fondamentali sulla vita sono ancora quelle che aveva l'anno scorso?
Un anno, quando se ne hanno soltanto diciannove, non passa invano per una ragazza. Credo di essere maturata. Sono più responsabile, ma sostanzialmente sono la stessa.
Vogliamo provare a verificarlo su alcuni temi in cui le nuove e le vecchie generazioni di solito si scontrano?
Per me va benissimo.
Vediamo. Il matrimonio, per esempio. Quali sono le sue convinzioni su questa istituzione?
Penso che finora la società civile non abbia trovato niente di meglio, quindi come male minore lo accetto. Con l'amore, però, non ha nulla a che vedere. In pratica penso questo: se una coppia non intende aver figli dalla propria convivenza è meglio che non si sposi. Se invece vuole dei figli (cosa più che giusta), è doveroso sposarsi. Dal momento che non si chiede ai figli il permesso di metterli al mondo, il meno che si può fare per loro è farli nascere legittimamente.
Altro tema controverso tra nuove e vecchie generazioni è l'illibatezza. Secondo lei è importante per una donna arrivare illibata al matrimonio?
Secondo me no. Ciò che conta nel matrimonio è la maturità. Ora, a quindici anni una donna non è matura ma è vergine. A venticinque è matura ma probabilmente non è più vergine. E allora?
E sul controllo delle nascite qual è la sua opinione?
Un'opinione che mi pare giusta, legittima: che non ci si può affidare al piacere e ignorare il dolore degli altri. Se un uomo sa che le sue condizioni non gli consentono di mantenere più di due figli e ne procrea quattro, quest'uomo è un immorale, e forse anche un criminale.
E' divorzista?
Divorzista. Nella nostra legislazione matrimoniale mi sfugge il motivo che non consente a due persone adulte, che si sono liberamente unite, di dividersi altrettanto liberamente e per motivi evidentemente non futili e cioè quando la convivenza sia risultata veramente impossibile.
E ora, per finire, senta una cosa. Vuol spiegarmi perché un anno fa, nel corso della nostra prima intervista, mi ha raccontato un sacco di frottole su di sé e sulla sua famiglia? Che era stata allevata nella bambagia in una villa, che a 10 anni rincasava alle due di notte, che a 12 già fumava e che a 14 andava in giro sola per il mondo, e altre panzane del genere che poi sono state smentite da sua nonna e dai suoi genitori?
Ah già, le ho raccontate per la prima volta proprio a lei tutte queste storie.
E perché proprio a me?
Me l'aveva raccomandato il mio press agent.
Con quale prospettiva, scusi?
Quella di interessarla alla mia storia, cosa che è regolarmente accaduta. Lei ha scritto un articolo su di me, vero?
Ma sarebbe stato lo stesso anche senza inventarsi un padre avvocato e ricco anziché operaio specializzato. Che cosa cambia?
Non si sa mai col pubblico borghese.
Onestamente, non le sembra sia stata una sciocchezza?
Onestamente, sì.


Renato Barneschi

 

 

GRAND HOTEL VORREI INNAMORARMI PAZZAMENTE 2 SETTEMBRE

 

Patty Pravo è la beniamina della nuova generazione, di quella nuova generazione che ormai riempie le colonne dei giornali delle sue gesta, delle sue ribellioni e dei suoi atteggiamenti. Non ha inciso molti dischi, alla ribalta della cronaca ci sono certo nomi di maggior risonanza del suo, ma lei è il vero mito dei giovanissimi, un mito che cresce di giorno in giorno. Come accade per quasi tutti i miti è difficile capire la ragione del suo successo. Forse dipende dal fatto che ha debuttato al Piper di Roma, il famoso locale considerato un po' la Mecca di tutto il mondo yé-yé, del mondo capellone per eccellenza, diventando subito il numero di maggiore attrazione. Forse dipende anche dal fatto che è una bella ragazza. Il fascino di Patty nasce soprattutto da come si presenta, con un'aria indefinibile, ma che rassomiglia a quella della più estremista gioventù d'oggi e sembra esprimerla, e dalla leggenda che la circonda: quella di essere la ragazza più spregiudicata, più tagliente, più indipendente d'Italia. E' proprio così? L'abbiamo intervistata per saperlo. Patty Pravo ci riceve tra un'incisione e un'altra. Conoscendo per fama la sua aggressività, cerchiamo di passare noi per primi all'attacco.

 

Signorina Pravo ci spieghi perché è diventata il simbolo della ribellione dei giovani contro i genitori e la famiglia, contro i "matusa" insomma...
Perché sono contro la brillantina!
E' contro la brillantina perché ha simpatia per i capelloni, evidentemente?
Lo ammetto.
Ed allora ci esponga le sue idee.
Ma quali idee? Ho diciannove anni, pochi per avere delle idee speciali, abbastanza, comunque, per difendere con energia quelle che ho. Ed allora parlo chiaro: sono tutte stupidaggini. I capelloni, per esempio, ci sono sempre stati.
Forse intuisco quello che intende dire, ma dovrebbe essere più chiara.
Subito dopo la guerra si chiamavano esistenzialisti, più tardi "beatnik" ed oggi capelloni. E' sempre la stessa cosa.
Va bene. Lei dunque ritiene che questi atteggiamenti rappresentino soltanto delle mode. Ma allora perché li condivide?
Perché per noi giovani queste mode sono importantissime, sono la nostra stessa vita. Quando lei domanda perché io condivido quelli che lei chiama atteggiamenti, imposta male la questione. Io sono proprio ciò che sembro, come i giovani d'oggi. Assolutamente sincera, assolutamente vera
Allora noi cercheremo di capirla e così comprenderemo le ragioni dei giovani.
Va bene. Tuttavia le dichiaro subito che non mi ritengo incompresa. Non siamo più nel secolo scorso. Ci comprendano, o no, noi giovani d'oggi viviamo bene lo stesso, come ci pare e con assoluta tranquillità.
Qual è per lei la cosa più importante della vita?
Quello che faccio in questo momento. Adesso per esempio, è bere questo bicchiere di latte.
Ma questa è soltanto una battuta!
No, io non faccio mai delle battute. Sono gli altri che le prendono per tali. Mi sento molto semplice e penso che lo siano anche i più intelligenti dei miei coetanei. La vita va presa com'è, senza cercare cosa in essa sia più o meno importante.
Parliamo dell'amore. E' una cosa come tutte le altre?
Sì, è una cosa come tutte le altre però importantissima, perché ha un'influenza fondamentale.
Guardi che lei si sta contraddicendo. Prima diceva che nella vita non bisogna dare più importanza ad una cosa che all'altra, ed ora fa eccezione per l'amore.
Eppure penso proprio così. Se non le va...
D'accordo, d'accordo. Comunque ci dica se ama qualcuno, se è fidanzata, se conta di sposarsi, se le piacerebbe avere dei bambini.
Non credo di essere mai stata veramente innamorata. Nel vero senso della parola no. Ho cercato. Non mi sono tirata indietro. Ma, finora, innamorata no. Per il resto è tutto troppo nell'avvenire per poter rispondere.
Può dirci perché non è mai stata veramente innamorata?
Non ho trovato la persona adatta, ecco tutto. Si potrebbe definire anche in un altro modo. Sono stata innamorata, ma non pazzamente. E' proprio ciò che invece vorrei.
Si rende conto che le sue dichiarazioni sono sconcertanti proprio perché non contengono nulla di esplosivo, di violentemente anticonvenzionale, come ci si aspetterebbe?
Guardi che probabilmente, se interrogati, i giovani di oggi risponderebbero tutti come me. Magari io ho calcato un po' su un punto e cioè che le differenze esteriori, i capelli lunghi, eccetera, non sono poi la fine del mondo. Senza dubbio noi difendiamo energicamente i nostri gusti, può darsi anche i nostri capricci. Vorrei fare io adesso una domanda a lei. Perché vi occupate di noi? La risposta è forse che non siamo poi tanto antipatici. Ho indovinato?
Ma mi chiarisca ancora questo, se le riesce, prima di chiudere l'intervista. Perché il pubblico la immagina spaventosamente spregiudicata, diversa da quello che è?
Non so bene come mi immagina il pubblico. In genere il modo di fare di una ragazza moderna come me induce molti a supporre che dietro ci sia chissà che cosa. Invece significa soltanto volontà assoluta di indipendenza. Bisogno di libertà nel senso completo della parola. Poi ognuno è se stesso. Come sono io, gliel'ho più o meno confessato.


Stefano Armi

 

 

EVA AMORE E FISCHI 3 SETTEMBRE

 

"E va bene, mi hanno fischiato. E con ciò? Qual è il cantante che nella sua vita non ha preso una stecca? Ma che bisogno c'era che inventassero la stupida storia di un fidanzamento andato a monte? Con un uomo misterioso, naturalmente. Comodo, troppo comodo. Quando le cose sono false, non si possono rivelare nomi e cognomi. Sia chiara una cosa: io, Patty Pravo, non ho rotto nessun fidanzamento per il semplice fatto che non sono mai stata fidanzata con nessuno. A San Benedetto del Tronto mi sentivo male, malissimo. Ho stonato, e mi hanno fischiato. Punto e basta. Ma per favore, non parliamo di amori inesistenti. Sono cose che mi fanno impazzire". Patty Pravo, la ragazza del Piper, è visibilmente scossa. E' magra e sciupata. Forse le farebbe bene un po' di riposo. "Ma come faccio?", riprende. "Provate a dire: 'Questa sera non canto perché mi sento male', e vedrete le facce sgomente. No, non c' è niente da fare. Quando uno prende gli impegni, li deve mantenere. E poi, scusate, io non sono ancora una 'diva' che può permettersi di fare i capricci. Anche se i miei dischi hanno avuto un certo successo, io sono ancora di quelle che devono sfruttare l'estate. Sì, ci saranno anche le serate invernali, ma questo è il momento buono. E allora canto, tutti i giorni, oggi qui domani là, proprio come dice la mia ultima canzone. Solo che, alla fine, sono stanca morta. Possibile che la gente non se ne renda conto e debba per forza inventare delle stupide bugie?". Abbiamo capito. Patty Pravo, che ha percorso la strada del successo raccontando frottole, questa volta è sincera. In fondo, è una ragazza come tutte le altre. Solo che le sue coetanee se ne stanno comodamente sdraiate al sole, mentre lei lavora sodo. Forse troppo. E poi, siamo giusti, Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo, lavora da un anno e non ha alle spalle l'esperienza di una Caterina Caselli o di una Rita Pavone, che prima di "esplodere" vivevano cantando nelle balere. L'hanno scoperta per puro caso e, visto che la sua voce piaceva e i suoi dischi andavano "forte", l'hanno buttata allo sbaraglio. Con tutte le inevitabili conseguenze. Compresi i fidanzamenti fasulli e gli amori inesistenti. Coraggio, Patty. E' lo scotto che si deve pagare alla gloria. Se la stampa scandalistica si diverte a inventare bugie sul tuo conto, vuol dire che, tutto sommato, sei "qualcuno". Non sei d'accordo?

 

 

 

 

 

NOVELLA 2000 LA SUA MALATTIA SI CHIAMA AMORE 26 NOVEMBRE

 

Roma - Patty Pravo sta al quinto piano ma non risponde mai, dice il portiere. Il pianerottolo è piccolo ma accogliente, adatto alle attese: sulla parete di destra, appena fuori dall'ascensore, c'è un pallido manifesto liberty con donna floreale; di fronte, appeso con una molla sottile allo stipite della porta chiusa, oscilla un uccellino finto, bianco e rosso; più sotto, la faccia di uno scimmione annuncia in inglese: "Buongiorno, con entusiasmo diamo il benvenuto ai tuoi problemi". Non basta. A sinistra c'è la storiella cinese con la stampina cinese, più sopra c'è il manifesto che annuncia la secessione degli Stati sudisti dell'Unione Americana, 20 dicembre 1860. Per un po' non ci si annoia, qui fuori, Patty lo sa, perciò non risponde al citofono, al campanello, al telefono e solo dopo parecchio tempo, ecco la sua breve apparizione nello spiraglio della porta: molto pallida, molto piccola, molto magra, senza parrucca e con gli occhi puliti, dice di andar via per favore, che ci rivedremo, e mi pare incredibile di aver parlato con lei. Prima, perché non l'ho riconosciuta (dove sono finiti lo sguardo aggressivo, la bocca sprezzante la faccia drammatica?), poi "perché è stato un miracolo". "E' stato proprio un miracolo", dice Fruscella del Piper Club. "Patty è un pesce brutto da prendere, e poi ha l'esaurimento nervoso e poi non le piace parlare, non comunica. Vuole vedere quanto ha lavorato quest'estate? Ecco la sua tabella, tutte le sue sere, spesso con due spettacoli per volta, in giro per le città e i paesi d'Italia". "Solo per questo non partecipa al Cantaeuropa?", domando. Sì, posso vedere anche il certificato medico pronto per il patron Ezio Radaelli: "Dichiaro che Patty Pravo, alias Nicoletta Strambelli, è impossibilitata ad affrontare le fatiche di una tournée perché sofferente di grave esaurimento nervoso con frequenti crisi depressive". Allora non è vero che Patty si è appena sposata in Inghilterra con un ragazzo del suo complesso e che sta vivendo in segreto la sua luna di miele?

Quando per la seconda volta succede "il miracolo", Patty Pravo ha la parrucca bionda, lunga, che le conosciamo e gli occhialoni scuri. A prima vista, è molto più simile al modello beat amato dai fan, anche perché siamo nella penombra e nel frastuono del Piper dove "prova" il nuovo organista inglese del suo complesso. Ma poi mi porta di là ad ascoltare la sua nuova incisione, una canzone d'amore: "Se perdo te, piangerò come un bambino che ha paura...". E' estasiata, con un sorriso tenero, le vedo gli occhi ancora senza trucco sotto gli occhiali.

 

Che succede Patty?

Niente di sensazionale. Sono esaurita, stanca, ho sempre sonno, faccio tre iniezioni al giorno. Le piace la mia nuova canzone? Si è diversa dalle solite, ma è bellissima. Si, per la prima volta uso i toni alti, ho una voce più estesa, arrivo al fa. E' una canzone d'amore felice, secondo me. Mi chiami Nicoletta.
Che succede, Nicoletta? Noi siamo abituati ai suoi atteggiamenti provocatori, alle sue confessioni di ragazza "disinibita" che non crede nell'amore, nella famiglia, nella legge... Allora è vero ciò che dicevano di lei, che era un personaggio tutto fasullo, montato dai suoi agenti per aiutarla a sfondare?

Be', davo delle risposte sconcertanti perché mi divertiva, e anche per attirare l'attenzione, certo. All'inizio bisogna pur farsi notare in qualche modo.
Lei diceva anche delle bugie: la villa dei nonni, il lusso e la noia della sua infanzia, il papà avvocato, l'esperienza di danzatrice classica in Inghilterra, il giro del mondo fatto con i soldi di papà. Poi abbiamo saputo che suo padre fa il collaudatore motorista, che la nonna vive in una casa modesta, che non ha mai fatto il giro del mondo, eccetera: perfino che la sua voce normale è un'altra, delicata, sottile, molto femminile, tutta diversa da quella che le hanno fatto buttar fuori da "Ragazzo triste" in poi. Qual è la verità?

Un momento, per favore. Ho letto le interviste che Novella 2000 fece tempo fa a mia nonna e alla mia insegnante di musica. Devo dire che non mi sono arrabbiata, perché per la prima volta si faceva di me un ritratto più umano. Non mi piace di essere una specie di mostro che fa paura ai bambini e alle vecchiette. La mia soddisfazione più grande è stata quando mi sono accorta che avevo tanti fan tra i bambini. Dunque, papà non è avvocato, ma io non lo avevo mai detto. Ci sarà stata un po' di confusione con il mio talent-scout che è l'avvocato Crocetta del Piper. Non mi crede? Bene, l'avrò lasciato dire, che importanza ha? La situazione finanziaria della mia famiglia è peggiorata alla morte del nonno, però quando sono partita, a sedici anni, decidendo di vivere sola, mia nonna non mi ha lasciato andare alla ventura senza una lira in tasca. Dovevo pur cominciare, no? Quello che adesso dice di me, che le manco, che non sono più la sua bambina, si può capire pensando che mi ha allevata, che ha settanta anni e che vive in un suo mondo di ricordi, di illusioni anche.
Dicono che lei, Patty, si sia molto inquietata con sua nonna quando lesse le dichiarazioni che aveva fatto al nostro giornalista a Venezia.

Non è possibile, anche domenica scorsa, a casa mia, parlavo con la nonna e le sentivo dire cose che io non ricordo affatto, che sono solo il suo modo di rivivere certi fatti, e non le ho contestato niente perché la capisco e le voglio bene. Arrabbiarmi con lei sarebbe come prendermela con un bambino.

Perché la lasciò e interruppe gli studi al conservatorio proprio all'ottavo anno?

Perché capivo che non ce l'avrei mai fatta, Né a continuare con quella vita, né a sopportare la carriera di concertista o di insegnante di musica. Ne avevo abbastanza di cantare in coro Monteverdi e Vivaldi, di stare al pianoforte per otto ore filate. Quanto alla danza classica, è vero che ho preso lezioni per due anni da un'insegnante inglese. Si chiamava Turitto. Quanto alla mia voce, le assicuro che non l'ho mai sforzata: io ho una grande estensione, nei cori facevo la "spoletta", cioè il basso, il soprano, il tenore, il baritono, secondo la necessità. Se sforzassi la mia voce sarei già andata tre volte all'ospedale, come è successo alla Caselli o come sarebbe successo ad altri se non si fossero messi a riposo. Del resto, mi ha sentito nel nuovo disco.
E' vero che i suoi genitori non approvano la vita che fa?

No. Le posso dire che ho fatto una scoperta: i miei genitori sono in gamba, non hanno mai cercato di ostacolarmi nelle mie aspirazioni, di far valere la loro autorità. Io mi sto molto affezionando a loro, e domenica, quando sono andata a casa, gliel'ho detto. Prima non li capivo, non li conoscevo. Anche i miei fratelli sono in gamba. Il ragazzino di quindici anni commercia in fotografie (mie s'intende) e quest'anno s'è fatto rimandare: anche a lui non piace troppo studiare. La sorellina, undici anni, mi adora. Anche lei prende lezioni di pianoforte, ma spero che non le faranno sprecare tanti anni come a me.
Non le è servito proprio a niente studiare musica?

No. Ho fatto tanta fatica a disimparare quello che avevo imparato per riuscire a cantare come canto. Mi serve solo a far impazzire i miei accompagnatori del complesso con le mie critiche. Se uno ha la voce impostata liricamente perde il ritmo. Io ho dovuto ritrovare il ritmo.
E' soddisfatta della sua vita?

Sì, è l'unica possibile per me. Gli altri non la capiscono, lo so. Quest'estate ho dormito quasi sempre in macchina, per mancanza di tempo, per stanchezza. Mi svegliavo a mezzogiorno con tutta la gente intorno alla Mercedes, che mi guardava e dovevo sembrare una girovaga pazza. Io mi diverto, mi sento viva. Adesso sono solo un po' stanca.
E' molto innamorata di Gordon Faggetter, il batterista inglese del suo complesso? E' vero che l'ha sposato segretamente in Inghilterra? Non è mio marito. Se lo fosse, se fosse una cosa tanto importante per me, lo direi. Lui è come il mio esaurimento nervoso, non fa notizia, non posso farci una conferenza stampa, non ancora.
Ma lei lo sposerebbe, se fosse sicura che il vostro amore è una cosa importante?

No, per adesso. Per me il matrimonio ha valore solo se si desiderano dei figli. Quando vorrò un figlio vorrà dire che amo un uomo tanto da volerlo sposare, che lo stimo tanto da non permettergli di fare il cagnolino che segue la cantante girovaga, che insomma decido di smettere di cantare per stare a casa a curare i bambini fino a che non hanno voglia di farsi i fatti loro, come è capitato a me. La notizia delle mie nozze inglesi è cominciata con questo, vede, un anellino d'oro che ha anche Gordon e che somiglia a una vera nuziale.
Gordon Faggetter lavora con lei da un anno e mezzo. Il problema matrimonio-carriera non sarebbe semplificato?

No, non sono ancora pronta. Gordon ha diciannove anni, è un ragazzo molto maturo, tutti oggi siamo molto maturi alla nostra età, ma tutti siamo convinti che il matrimonio è una cosa molto importante per affrontarla così presto. Adesso sono serena così. Essere sentimentalmente felice mi ha sempre aiutato anche nel lavoro, mi basta. Non sente come canto, bene adesso? Se fossi infelice, a terra, come mi è successo altre volte, non potrei.
E l'esaurimento nervoso?

Passa, passa...

 

A Roma c'è chi dice che è già passato, che forse non c'è mai stato, che per la prima volta Nicoletta si è innamorata sul serio e solo per questo non ha più voglia di girare il mondo, per questo canta canzoni romantiche con voce femminile, per questo sta chiusa in casa giornate intere senza rispondere al telefono. Dicono perfino che abbia deciso di comprarsi un tavolo di cucina. Lei che ha sempre mangiato al ristorante o seduta per terra, tra i manifesti beat della sua casa stravagante.

 

Ornella Ripa

 

 

 

 

BOLERO TELETUTTO I MIEI 19 ANNI MI FANNO PAURA! 19 NOVEMBRE

 

 

Roma - "Non ho una vita sentimentale felice", sospira Patty Pravo. "E forse non ne avrò mai una. Sono sola al mondo con le mie canzoni, la mia danza, la mia falsa spensieratezza... Talvolta ho paura di questa solitudine. Riconosco però che è tutta colpa mia, del mio caratteraccio, apparentemente "beat". ma in fondo così pessimista e introverso...". Nell'intimità della sua casetta, Patty Pravo non è la ragazza che tutti si immaginano. La minigonna è solo una divisa che indossa per non perdere l'abitudine, come del resto la parrucca, gli stivaletti, e tutti gli altri accessori che l'hanno resa celebre. La cantante abita in un piccolo attico nella zona di Ponte Milvio. Nell'appartamento regna un allegro disordine: dischi e libri dappertutto, soprammobili per terra, piante e fiori, persino un boa di piume color ciclamino appoggiato sul termosifone. "Bisogna che cambi posto al mio boa prima che cominci il riscaldamento", dice seria Patty seguendo la direzione del nostro sguardo. Nel suo attico, Patty vive completamente sola col suo cane bulldog da cui si separa soltanto quando viaggia.

 

Che cosa intende quando dice di avere un carattere tanto difficile da impedirle di essere felice? Quali sono questi difetti tanto terribili?
Non esageriamo - insorge Patty - i miei difetti non sono poi così tremendi, però è molto triste averli. Sono chiusa e introversa, tanto da apparire scostante. Talvolta divento sgarbata persino con le persone che mi sono più care. Quante volte avrei bisogno di confidarmi, e di chiedere consigli, ma non ne trovo il coraggio.
Ma dentro di sé nutre veramente i sentimenti che non riesce ad esternare, cioè amore, amicizia, affetto?
(La bionda cantante accende una sigaretta e ne aspira avidamente il fumo).
Sì, piacerebbe anche a me avere un ragazzo che mi volesse bene sul serio. Mi piacerebbe anche avere delle buone amiche. Purtroppo non sono mai riuscita a stabilire rapporti cordiali con altre donne. Sa come sono fatte: hanno sempre da spettegolare sul conto delle altre ed io ne sono spesso la vittima...
Ma non è innamorata? Via, Patty, ci dica...
No, purtroppo no. Se ci fosse un uomo nella mia vita, non farei tutte queste storie. Conoscersi, comprendersi, completarsi l'un l'altro. Cose che valgono ben di più del successo artistico...

 

E' sincera? Posa? Forse non lo sa neanche lei. Patty andrà ora a riposarsi per alcuni giorni in Scozia. Sarà ospite di una famiglia che possiede un suggestivo castello non lontano da Edimburgo, su un'isoletta in mezzo a uno dei tanti laghi scozzesi. Il luogo ideale per distendere i nervi. Per questa vacanza, la cantante ha rinunciato a vari impegni di lavoro. Al ritorno, si recherà a New York per partecipare all' Ed Sullivan Show. Poi andrà in Brasile per altre esibizioni televisive. "Certo il successo è una cosa emozionante" ammette Patty. "Ma io mi accontenterei anche di un lavoro oscuro: non ho ambizioni. Forse il mio sogno segreto è quello di avere un marito e dei figli. Il guaio però è che ho paura di stancarmi presto anche di quello. Forse questa paura è il frutto della mia età. Sono i miei 19 anni che mi fanno paura. Chissà che, invecchiando, tutti i miei dubbi e le mie inquietudini non abbiano a svanire...". Patty ha ragione. Anche per lei forse vale il vecchio proverbio inglese: "La giovinezza è una malattia da cui (purtroppo) si guarisce...".

 

 

 

 

 

BELLA NON SONO UNA DIVORATRICE DI UOMINI 26 NOVEMBRE

 

Un prete interroga le dive  a cura di Padre Francesco

Roma - Asciutta, psicologicamente spigolosa, monosillabica, nervosa, sembra che non abbia visto un prete dal giorno del battesimo. Poi si scioglie, diventa gentile, ma con gli occhi che restano vigilanti, forse sospettosi. Evidentemente è un po' curiosa, un po' impacciata per un'intervista del genere. Non immagina che domande le possa fare; forse pensa a un trabocchetto, a uno "scherzo da prete". Mi hanno riferito di lei cose turche. Voglio dire che nel "lancio" di questa diva della canzone non hanno badato al gusto e al limite. Non so chi è stato, ma la figura che ne è venuta fuori dovrebbe essere presa con le molle. Io non credo mai, in partenza, a quello che si dice di una persona, se se ne dice bene con l'aria di dirne male, o se se ne dice male con l'aria di dirne bene. Preferisco vedere di persona, interrogare, cogliere la verità direttamente, fin dove è possibile. Questa dunque sarebbe una "giaguara", una divoratrice di uomini, una specie di "tornado" femminile. I conti non tornano davvero, ad avvicinarla. Mi sembra, piuttosto, una ragazza inquieta, nervosa, anche parecchio impacciata (non so se lo sia con tutti). Il trucco maschera una ragazzina qualunque, non diversa da mille altre; la voce è un incrocio fra quella di Claudia Cardinale e quella di una commessa di profumeria. Decisamente è un "prodotto". Un "prodotto" confezionato un po' troppo in fretta, e che rischia di apparire esattamente il contrario di come lo si sperava o lo si temeva. Comunque eccola qui, in una stanza dove squilla continuamente il telefono, dove segretarie e impresari si scambiano ordini, notizie, impressioni. Seduta, sembra anche più minuta, quasi indifesa. Quasi quasi mi prende il desiderio di lasciarla in pace, di andarmene senza dire nulla, di non contribuire, in qualche modo, al lancio del "prodotto Pravo" anch'io. Poi mi ricordo che sono qui per vedere che cosa c'è dietro il "prodotto", quale spessore umano, quali sentimenti; per vedere in che cosa crede questa ragazza tipica del nostro tempo, una delle più uguali, identiche a migliaia di ragazze che la applaudono e fanno il tifo per lei. Che cosa c'è? Vediamo...

 

 

 

 

Signorina Pravo, mi ha sempre fatto raccapricciare uno slogan secondo il quale lei avrebbe detto: "Per cantare devo bere ed avere un uomo". E' vero?
Ma lei crede davvero a queste cose? Sta fresco!
Allora non è vero, non lo ha detto, non lo pensa? Come mai quella frase circola, ed è riportata in parecchie interviste?
Vorrei precisarle una cosa: il novantacinque per cento delle parole che mi si attribuiscono non son vere. E quasi tutte le interviste che mi riguardano sono inventate, almeno in parte.
Se non erro, allora lei non accetta di essere una "diva" prefabbricata?
No, infatti non sono e non mi sento una diva. Nota sono, ma diva non mi sento.
Quanto tempo ha impiegato a diventare nota?
Un anno. Non più di un anno. Ho cominciato l'anno scorso, di questi giorni.
Qual è, secondo lei, il motivo per cui è stata accettata dal pubblico tanto presto?
E' molto difficile, nel mio campo, dire con esattezza quale sia la "molla" del lancio, il motivo dell'accettazione immediata da parte del pubblico. Ci sono tante componenti, tante sfumature. Forse il mio caso dipende da tante piccole cose messe insieme, ma non riesco a definirle con precisione.
Non ne può individuare nemmeno una?
Forse perché sono la tipica ragazza d'oggi. Almeno penso.
Cosa intende per "tipica ragazza d'oggi"
Ho diciannove anni, e sono simile alle mie simili. Non mi atteggio a diversa, non mi sento diversa; ecco tutto.
Crede che basti questo, per essere "tipica"? Tipica vuol dire essere un "tipo", no? Pensa che davvero tante ragazze d'oggi si riconoscano idealmente in lei?
Basta a me riconoscermi negli altri.
Pensa che questi elementi per cui lei si riconosce negli altri e gli altri si riconoscono in lei siano elementi del tutto positivi? Non ci sono elementi negativi?
Naturalmente, non ci si può mai riconoscere del tutto in una persona: ci sono cose che ci fanno riconoscere in essa, altre che ce ne distaccano. Può essere un certo modo di pensare o di muoversi, o una questione di età. Può anche dipendere dal genere di canzoni che io canto. Può darsi che questa generazione, quella della mia età, si ritrovi non in me ma nelle mie canzoni. Naturalmente sono migliaia di persone differenti, ed è molto difficile stabilire la simpatia e la solidarietà. Spesso ci sono modi di pensare completamente opposti, ma esiste una simpatia per altre cose. Molte ragazze magari non pensano affatto come me, ma accettano ed amano le mie canzoni.
Che concetto ha lei del bene e del male?
Il bene? Credo sia soprattutto in noi stessi. La pulizia, e un certo senso di responsabilità. La responsabilità di fronte agli altri. Gli altri possono essere benissimo la misura della nostra responsabilità. Ma bisogna essere anche pudichi nei propri sentimenti, non gettarli in pasto a tutti. E' per questo che spesso il pubblico si fa un'idea sbagliata di noi.
E per male cosa intende?
Be', intendo tante cose. Sono state elencate nei secoli: la cattiveria, la stupidità. Forse la stupidità più di tutto.
Crede proprio che sia un male la stupidità? Non è una malattia, più che un male?
Può darsi. Ma è molto difficile da curare. Incurabile speriamo di no, ma sempre molto difficile ad essere curata.
Mi scusi, ma io, per quanto posso risponderne dal mio particolare punto di vista, ho sempre avuto l'impressione che lei sia un "personaggio" molto astutamente costruito, e che la vera Patty Pravo non si conceda quasi mai al pubblico. E' vero o non è vero?
Se fossi "costruita", almeno da un anno non riuscirei a vivere. Sarei già scoppiata.
Allora, mi dica sinceramente: quanto della "pantera", della "giaguara" di cui si scrive e si parla corrisponde alla realtà?
Probabilmente quasi nulla. Le ripeto quello che le ho già detto: la maggior parte delle affermazioni che mi sono attribuite non corrispondono alla verità. Ho letto certe interviste di cui non ho mai visto né conosciuto l'autore. Glielo assicuro, e dicevano cose da far venire i brividi anche... a una "giaguara". In genere si tratta di persone che hanno solo letto le interviste degli altri e le hanno peggiorate ulteriormente, convinti di renderle più interessanti. Io non mi sono mai sentita una "giaguara": mi farei piuttosto ridere. Tanto meno mi sento quella sterminatrice di uomini che dicono. E' triste: per essere quella che dicono mi ci vorrebbe molto tempo. E io tempo non ne ho.
Che cos'è che la interessa di più nella vita?
Tante cose. Specie il mattino, quando mi alzo presto, mi piace lavorare, e cercare di far qualcosa di buono. Vediamo cos'altro mi piace... Ecco: i bambini! I bambini mi piacciono tanto.
Passare dall'anonimato di un anno fa alla notorietà di adesso che cosa ha significato per lei? Si è sentita più viva, più autentica, più completa, o meno?
Vuol proprio sapere cosa ho saputo fare? Sono riuscita a dire a mio padre che gli volevo bene. Prima non c'ero mai riuscita.
Come mai glielo ha detto così tardi?
Non lo so. Meglio tardi che mai, comunque, no?
Che cos'è secondo lei la morale?
Ciò che si ha dentro. Certamente la morale non è la legge. Morale è ciò che una persona ha dentro. Naturalmente intendo una persona di cuore, intelligente, di certi principi.
Lei di questi principi ne ha?
Credo di sì. Mi auguro di sì.
Quali sono i più importanti?
Sono ciò che io stessa sono, io che conto per me stessa. Con questo principio io non verrei mai a patti. Ciò che di meglio ho dentro, insomma.
Ha mai guardato coraggiosamente dentro di sé?
Cerco di farlo, anche spesso. Ma per una ragazza di diciannove anni è un po' difficile veder chiaro in se stessa.
Cosa pensa di se stessa? E' contenta?
Sì, mi sento profondamente pulita; e anche soddisfatta.
Non pensa di dover progredire, andare avanti, migliorare?
Certo che devo andare avanti.
E cosa intende per "andare avanti"?
Migliorare. Ma non migliorare nel senso 'io voglio migliorare'. Lo dico nel senso di avere nuove esperienze, maturarmi, conoscere nuove cose e affrontare nuovi problemi. Arricchirmi con l'esperienza.
Se dovesse valutarlo su una scala dall' 1 al 10, il suo attuale "lavoro" che importanza ha per lei?
Ha un'importanza transitoria nella mia vita. Forse mi può importare in questo periodo della mia vita. Non per sempre, non definitivamente.
Dice questo perché vede che i gusti e le mode passano in fretta, nel campo della musica leggera, o per convinzione?
No, no, lo penso per me stessa, indipendentemente dalle mode che passano. Le assicuro che mi interessa più me stessa che il mio lavoro attuale, anche se mi fa guadagnare e mi ha reso nota. Non lo dico per modestia, ma per realismo: il giorno che io dovessi perdere interesse a questo lavoro, esso non mi potrebbe più dar nulla che conti per me. Non ci sarebbe più niente di vivo. Potrebbe darmi ancora soldi, o queste cose. Ma non mi basterebbe più.
Adesso lo fa per i soldi?
No. Lo faccio anche perché mi diverte. Grazie a Dio, altrimenti non lo farei. Mi ci diverto davvero. Sempre di nuovo.
Riesce anche a ridere o a sorridere di se stessa qualche volta?
Sì, certo. Guai se non si avesse questa valvola dell'autocritica. Però è un'autocritica che non sempre mi fa sorridere. Qualche volta mi fa piangere.
Che cosa scopre in se stessa per dover piangere?
Oh, delle piccole cose. Ma bastano per farmi piangere. Magari perché non mi riesce bene una cosa, ed è colpa mia. Allora piango. Lo sa, no, che i bambini piangono?... O magari piangono per la rabbia. Tante volte.
I bambini spesso piangono per capriccio. Fa i capricci anche lei?
Non so, può darsi. Mi arrabbio sempre con me stessa per le piccole cose. Vorrei cantare meglio. Adesso questo per me è un periodo di transizione, e non vedo sempre chiaro ciò che devo fare.
Se non erro, lei sta già passando ad un genere di canzoni più romantiche di quelle che l'hanno resa nota all'inizio. E' lei che sente questa esigenza o è una imposizione del gusto corrente?
Forse si tratta di tutte e due le cose. Ma anche "Ragazzo triste" era abbastanza romantico, no? Quelle che sono venute dopo, di canzoni, erano più scapigliate e scatenate, ma rappresentavano una punta prevalentemente estiva. D'estate io mi sento molto più esuberante.
Pensa mai alla morte?
Sì.
In che modo?
Non mi fa paura.
Non le fa paura perché ha solo 19 anni?
No. Vede, io non posso dirle in che cosa credo. Ma credo in qualche cosa. E la morte non mi fa paura, neppure nel senso corrente.
Se dovesse dare un nome a questo "qualcosa", come lo chiamerebbe?
Si può chiamare in tante maniere. Io stessa l'ho chiamato in molti modi. Credo che il nome non sia molto importante. Per quanto riguarda la morte, non saprei cosa pensarne. E' il morire che m' impressiona, non la realtà della morte. Ma io non credo di morire...
Come?
Proprio così. Io non credo di morire. Sono sicura che qualcosa in cui credo mi darà la sopravvivenza, l'immortalità.
In base a che cosa crede questo?
Be', in base a tante cose. Guardi che io non pratico le scienze occulte o lo spiritismo. Ci credo, ma non sono praticante neanche in quelle. Ma anche quelle mi aiutano a credere che con la morte non si finisce. Delle volte, mi creda, ho visto certe cose... Ho fatto dei sogni che poi si sono avverati. Questo per me vuol dire qualcosa: non sorrida! Si sono avverati magari a distanza di anni, ma si sono avverati. Ed è impossibile che queste cose succedano solo per caso.

Potrebbe raccontarmene uno?
No. D'altronde non sono cose molto precise. Sono piuttosto situazioni, coincidenze. Magari sto a parlare con una persona che non ho mai visto, e di colpo mi rendo conto che quelle parole le ho già dette, alla stessa persona, magari dieci o quindici anni prima. Allora vorrei impedirmi di dirlo, ma non ci riesco.
Prova il senso del "già vissuto"?
Io purtroppo non so queste cose, ma penso sia così. Però provo tutto questo. E penso che una persona non possa immaginare di dover morire per sempre, completamente. Penso che qualcosa di noi rimarrà sempre.
In Dio ci crede o no?
Le ho già detto che credo in "qualche cosa"... L'importante sta qui, no?
E questo "qualcosa" l'aiuta a vivere, a soffrire, o no?
Adesso non ha un senso così importante. Mi auguro che lo abbia in seguito, magari alla fine dei miei giorni, ma vorrei che arrivasse prima.
Crede di dovere essere lei ad andare incontro a questo "qualcosa" o pensa solo di doverlo aspettare?
Ci sarà un incontro specifico, penso. Si vive, e già vivendo si va, bene o male, incontro a qualcosa. Faremo mezza strada per ciascuno. Se poi Dio c'è, ed è questo essere tanto buono che voi dite, perché non dovrebbe fare il cammino più rapido e più lungo verso di me che sono una sua creatura?
Si ritiene cattolica?
Né cattolica, né cristiana. Forse vagamente spiritualista. Ma è difficile definire con esattezza queste cose. Le definizioni restringono, non le pare? Anche dare un nome a qualcosa restringe sempre un po'. Lei dovrebbe saperlo meglio di me... Si può credere in qualcosa, amarlo, accettarlo, e tuttavia non dargli un nome preciso. Non ha molta importanza.
Che cosa accetta della Chiesa?
Io non pratico. Non so cosa accettare, cosa rifiutare. Ho solo un'immagine viva della Chiesa: quella di un pastore protestante, in Svizzera, che corre nella neve, accanto a me, dietro a sua moglie e ai suoi figli, felice. Mi ha fatto molto piacere: l'ho sentito uomo fra gli altri uomini. Anche Cristo era un uomo, no? Il più perfetto e umano degli uomini. E chi crede in Cristo deve avvicinarsi agli uomini.
Quando soffre, qual è la sua reazione più istintiva?
E' la rabbia. Poi mi calmo, ma non voglio imporre ad altri la mia sofferenza, e mi ritiro a soffrire da sola, anche se istintivamente mi vorrei aggrappare a qualcuno, con tutta me stessa. E poi del resto sarebbe troppo facile, sarebbe un po' una viltà, e io cerco di non essere vile.
Ciò che attende nel futuro è un traguardo borghese o anticonformista?
E' una cosa piena di contraddizioni. Io sono anticonformista per natura, ma se guardo al mio futuro, vedo una famiglia, dei bambini, la tranquillità, se non la felicità. E tuttavia l'idea di dover mettere al mondo una creatura mi atterrisce. Dovrei rinunziare a tutto, per dar tutto a questa creatura. Non sono ancora sicura di me davanti a questo problema.
E' contenta di vivere?
Moltissimo. Anche se costa fatica. Proprio perché costa fatica.
Chi sono "gli altri" per lei? Li ama o li sopporta?
Certe mattine, se mi alzo felice, ho voglia di abbracciare tutti. In genere sento molto responsabilità verso gli altri. Poi conosco ragazzi, per esempio, che rinunziano a molte cose per una settimana per venirmi a sentire. Non dica che è divismo. Per me è qualcosa di più. E' un dono che mi fanno; e io cerco di essere un dono per loro. Spesso sono felice di questo, ma qualche volta ne ho persino paura.

 

L'intervista è finita. Il "prodotto Pravo", tolto dalla "confezione", anche se non del tutto, vale effettivamente più della "confezione". E' una creatura viva, con molte idee confuse, piena di volontà e di giovinezza.

 

 

 

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO 7 DICEMBRE 2020

Pagina creata il 19.12.2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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