MARIANNE FAITHFULL

Live in Hollywood

 

 

 

 

 

1965/2005 - Sono trascorsi 40 anni dal debutto discografico di Marianne Faithfull. Stenta a crederci lei stessa. Un traguardo che non merita di passare inosservato. E infatti dall'alto della sua infinita professionalità, la signora si concede ancora, senza remore e senza riserve in quasi due ore di concerto, fondendo in musica il suo ruvido canto-recitato, sempre più profondo e tagliente. Un distillato di cupe e fatali atmosfere destinate ad ospitare una performance di grande impatto emotivo. MARIANNE FAITHFULL Live in Hollywood (dvd + cd) è un interessante documento che comprende, oltre al concerto registrato a Los Angeles nel 2005 al Teatro Henry Fonda di Hollywood, una sincera e interessante intervista, costruita sugli spunti biografici suggeriti dai titoli del repertorio più rappresentativo. Ad ogni titolo corrispondono confessioni, dettagli, aneddoti e il ricordo degli artisti che hanno contribuito a fare di lei un'icona della musica internazionale contemporanea. Il dvd (della durata di circa 140 minuti) contiene anche un originalissimo video-portrait del brano "There is a ghost", tratto dal suo ultimo lavoro discografico Before The Poison, pubblicato nel 2004. Il cd compreso nella confezione offre invece una selezione di 11 brani del medesimo concerto. Distribuzione Eagle Vision. Imperdibile! :-)R

 

 

CD - Tracklist
Trouble In Mind
Falling From Grace
She
Ballad Of Lucy Jordan
No Child Of Mine
Last Song
Kissin' Time
Times Square
Working Class Hero
Incarceration Of A Flower Child
As Tears Go By
 
DVD - Tracklist
Trouble In Mind
Falling From Grace
Mystery Of Love
Ballad Of Lucy Jordan
She
No Child Of Mine
Last Song
Kissin' Time
Times Square
Working Class Hero
Incarceration Of A Flower Child
Strange Weather
Guilt
As Tears Go By
Sister Morphine
Crazy Love
Broken English
Why D'ya Do It

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Selezione intervista (dai contenuti extra del dvd):
 

Quarant'anni di carriera. Che effetto fa? Non riesco a crederci. Se mi avessero detto che avrei inciso dischi, scritto canzoni, girato in tour, che avrei ancora lavorato con piacere 40 anni dopo il 1964... Sono stupita. Quando ho cominciato, tutti pensavano che sarei durata al massimo due anni. Tre anni. Anch'io lo credevo. Pensavo che avrei continuato a studiare. C'erano tante possibilità. Non volevo diventare una cantante pop...
AS TEARS GO BY (1965) All'inizio si chiamava "As Time Goes By", mi pare. Non lo so. Mi ricordo solo che Andrew Oldham andò da Mick Jagger e Keith Richards. Mi conobbero a una festa. Credo di aver fatto più colpo su Andrew. Ero proprio una bella ragazza, ero tremendamente snob e non m'importava. Andrew mi vide e capì che potevo diventare una star. Fu lui stesso a dire: "Come si chiama?", "Sa cantare?", "Voglio lavorare con questa ragazza". Poi andò da Mick e Keith e disse di scrivere questa canzone, che, come diceva lui, doveva avere intorno "alte pareti". Non so... Venivo da una scuola di suore, non avevo consapevolezza della mia bellezza, della mia sessualità. Dovevo essere una creatura strana, all'interno di quel mondo... Non voglio escludere i miei primi lavori, ne vado ancora fiera. Secondo me erano bellissimi. Credo che mi abbiano insegnato tantissimo. E' lì che ho imparato le basi di quella che sarebbe diventata la mia arte. Ci sono state anche un sacco di cose stupide, ma bisogna pur cominciare da qualcosa...
SISTER MORPHINE (1968) Questo brano segna l'inizio della mia vera vita artistica. Io scrissi il testo e Mick compose la musica. Io ero vista come un angelo. Era il 1967, più o meno, forse era il '66, non ricordo... Era vergognoso, terribile e di cattivo gusto che una donna cantasse "Sister Morphine". Fu ritirato dal mercato dopo tre giorni. Per me fu devastante. Ma la cosa più devastante fu quando uscì "Sticky Fingers" e nessuno batté ciglio... Era perfettamente normale che un uomo cantasse "Sister Morphine", ma la donna che l'aveva scritta non poteva cantarla. Per come la vedo adesso, io l'ho scritta, io l'ho cantata e i Rolling Stones ne hanno fatto una cover.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RICH KID BLUES (1971) Quando stavo veramente male e vivevo per strada a Soho, Mike Leander, che aveva lavorato con me per "As Tears go by" e tutti i miei primi lavori alla Decca, venne a cercarmi e mi disse: "Voglio registrarti adesso". Pensai che fosse impazzito. Gli dissi: "Va bene, ma non ho un posto dove stare". E lui: "Non importa, ti trovo un appartamento", e mi diede un posto in cui vivere. Registrò questo brano. Avevamo pochissimi soldi. Si chiama "Rich Kid Blues" e fu il disco che segnò la svolta, in cui la mia voce cominciò a cambiare. Per molti anni non fu distribuito e poi uscì... So che non è perfetto, non è neanche completo, ma ha qualcosa di particolare, una qualità diversa, che ha posto le basi per la creazione di "Broken English". Ora Mike Leander è morto, ma non finirò mai di ringraziarlo...

BROKEN ENGLISH (1979) E' meraviglioso perché la cosa più straordinaria di "Broken English" è che è uscito fuori dal nulla. E' come se fosse saltato fuori dal nulla. Fu come un'imboscata, un attacco. Ricordo che pensai: "Questo è il mio ultimo disco, poi morirò. Ma prima di morire ho il compito di rivelare me stessa e dimostrare chi sono. Non sono una vittima. Non sono una ragazzina stupida. Sono Marianne Faithfull e questo è quello che sono!". E poi, con mia grande sorpresa, non morii. Feci un altro disco, poi un altro e ancora un altro... Ma nessun altro disco sarà mai come "Broken English", perché nessuno provocò lo stesso shock e la stessa sorpresa. La gente continuava a pensare che fossi morta...
WORKING CLASS HERO (1979) Ero alla ricerca di cose da attorcigliare. Andai in un pub e vidi "Working Class Hero" nel juke-box. Scelsi quel pezzo, lo ascoltai e pensai: "Bene, è mio!". Mandai una copia a John Lennon e Yoko Ono... Poi lui fu ucciso. Ma ogni volta, dopo il mio primo spettacolo in cui cantavo "Working Class Hero" al Bottom Line, Yoko veniva dietro le quinte per dirmi che a John era piaciuto tanto. Non era tenuta a farlo. Cantando questo pezzo oggi ci si rende conto che ha un significato diverso da quello che aveva allora. Parla del mondo industrializzato. Parla dell'Iraq. Parla di tutte queste cose. Dio mio, è impressionante pensare che i problemi rimangono oggi ancora gli stessi...

 

 

 

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