Festival di Sanremo - Tutti parlano qui a
Sanremo di Alice come di una probabile vincitrice. Lei,
che ci riceve nel foyer del suo albergo, dopo ripetuti
colloqui telefonici: "Non so, dovete parlare con il mio
produttore. Adesso ho un po' da fare, devo lavarmi i
capelli e sapete quanti io ne abbia e poi impiegherò
molto tempo ad asciugarli".
Vieta immediatamente di fare battute sul
suo secondo nome. "Sanno tutti che mi chiamo Carla
Bissi, che ho 25 anni, anche se "Sorrisi e Canzoni" mi
fa nascere nel 1953, che sono romagnola di Forlì, che ho
avuto un lungo passato come cantante del quale
preferisco non parlare. Parliamo invece di Alice, ma
senza le solite storie su quella nel paese delle
meraviglie o le altre sott'olio".
E' decisa a
interpretare fino in fondo il personaggio che la vuole
aggressiva, minacciosa.
E' stato detto, azzardiamo, che la canzone
PER ELISA sembra una minaccia a mano armata nei
confronti del pubblico proprio per la sua
interpretazione, quasi da virago offesa nei più intimi
pensieri. "Non diciamo sciocchezze" risponde, mettendo
in mostra una smorfia-sorriso che male si addice ad un
ovale del viso perfetto e a due occhi neri dallo sguardo
anche tenero.
E' inguainata in calzoni di pelle nera.
"Non mi piacciono i giri di parole, ma non voglio
minacciare nessuno quando canto. E' che ho capito che se
volevo sfondare dovevo trovare tonalità nella mia voce
che prima non c'erano, dovevo riscoprire o meglio
spiegare finalmente ciò che mi hanno sempre impedito di
essere e cioè me stessa. Se sono così mi va bene, se mi
accettano così ancora meglio".
Non ha un solo gesto di quelli che
conosciamo già in altre concorrenti: languido, troppo
tradizionalmente femminile, artefatto. Appare invece
durissima, e la sua voce è impostata, anche quando
parla, su toni metallici, come quando canta.
" PER ELISA è una bella canzone e vincerà
sicuramente perché è diversa, carica di significati e
parole nuove. E' insomma il motivo nuovo di questo
Sanremo".
Ma la musica - diciamo anche un poco
intimiditi - non è quella già scritta da Beethoven?
"Palle. Soltanto due battute iniziali del grande Ludwig,
proprio solo per ricordare che un'Elisa l'aveva scritta
anche lui".
Come le sembra questo carrozzone del
festival? "Non ne so nulla. Vivo in albergo. Vado alle
prove, canto e canterò fino alla serata finale".
E Orietta Berti? "Una canzone per bambini.
Giusto. E' l'unica canzone del festival per bambini.
Avrà successo. La mia invece è una canzone per grandi.
Se vinco come vincerò, sarà anche una rivalutazione per
Sanremo".
Ma si può essere tanto sicuri? Non le pare
di esagerare? "No, quando si ha tanta sicurezza
interiore non si può sbagliare. E se poi dicono che
questa è una canzone d'amore per lesbiche informo che si
sbagliano. Io ho scritto le parole rivolgendomi ad una
rivale in amore per un lui, non per una lei; poi la
gente veda un po' che cosa vuole. La dolcezza? Per
vivere non si può essere sempre dolci altrimenti si
cariano i denti e poi ti accorgi che non puoi più
mordere. La mia strada è difficile? Ok, però mi hanno
cercata per Sanremo per dargli una ventata di freschezza
e allora come la mettiamo?".