Quante meraviglie nel paese di Alice

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2009 Lungo la strada (live)

 

La raffinata eleganza e l'intensa compostezza nell'interpretazione vocale suscitano ammirazione. I tessuti sonori si drappeggiano intorno alla voce così peculiare dell'interprete, e tutto è impeccabile, inappuntabile, ineccepibile. (Rockol)

 

1989 Il sole nella pioggia

 

Canzoni originali e preziose, radicate nella poetica italiana, ma con un respiro universale quasi del tutto inedito nelle produzioni nostrane. Non stupisce, quindi, che a chiudere l'album sia un duetto (in inglese) tra Alice e sua maestà Peter Hammill ("Now And Forever").

Alice continuerà su questa strada, proseguendo una ricerca musicale e letteraria fuori dagli schemi e arricchendo il suo palmares di nuove prestigiose collaborazioni. Ma "Il sole nella pioggia" rimarrà il vertice di una carriera preziosa e di assoluto prestigio per l'Italia, benché spesso più apprezzata fuori dai confini nazionali. (Onda Rock)

 

2012 Samsara

 

Con questo disco Alice conferma di avere uno stile originale, un tratto che la definisce, una capacità di essere moderna e classica e di sapere comporre o scegliere le canzoni con una grande autonomia dal mainstream commerciale pur risultando in certi brani orecchiabile e, perché no, radiofonica. Merito va senza dubbio anche alla produzione di Steve Jansen, Marco Guarnerio, Alberto Tafuri (che l'accompagnano anche dal vivo) e soprattutto al gusto di Francesco Messina: basta confrontare la sua versione di "Cambio casa" con quella pur piacevole di Michele Canova per capire. (L'isola che non c'era)

 

A cosa allude il titolo "Samsara"?

Alice: "Sintetizza un'idea, che è forse quella portante del disco: ovvero che ognuna delle cose importanti che ci riguardano in modo più sostanziale, e che ci toccano più da vicino, sia in qualche modo destinata a ritornare. "Samsara" è un po' come dire che nella vita esiste una ciclicità, ma soprattutto che questa ciclicità è anche la promessa di una continua rinascita". (Blow Up)

 

1985 Gioielli rubati

 

L'album comprende nove brani già conosciuti e precedentemente incisi da Franco Battiato, qui arredati con diversa disposizione vocale. Le canzoni sono arrangiate da Roberto Cacciapaglia, che ha voluto abbinare ai suoni elettronici quelli dell'Orchestra della Scala.

Registrati a Milano e mixati a New York, i nove pezzi mettono in luce di Alice le qualità di interprete che qui tende a drammatizzare e approfondire il repertorio.

"Questo disco non significa certo un ritorno sui miei passi - ha spiegato Alice - ma piuttosto il desiderio di cantare brani bellissimi che avrei desiderato scrivere io stessa. D'altronde già con "Azimut" e con "Falsi allarmi" mi ero cimentata nel ruolo di musicista completa, qui ho voluto operare una scelta da interprete pura: è semplicemente un esperimento in cui ho seguito criteri emozionali, cercando di scoprire elementi di espressività diversi da quelli adottati da Battiato, un autore che ho sempre sentito molto vicino". (La Stampa)

 

1992 Mezzogiorno sulle Alpi

 

Un disco per sognatori e pensatori, una piccola grande visione degli equilibri della Terra e dell'uomo. Un'opera che sfugge ad una semplice classificazione musicale: è poesia, è arte, è sogno che combatte la realtà, l'altra metà de "Il sole nella pioggia". Ascoltare "Mezzogiorno sulle Alpi" è un'esperienza liberatoria che rende più consapevoli di quello che siamo... "piccole ombre sulle nuvole". (DeBaser)

 

1987 Elisir

 

"Elisir" allude chiaramente all'elisir di lunga vita che possono rappresentare certe canzoni per un interprete. Solo un pezzo nuovo, "Nuvole", che del resto Alice canta da tempo nei suoi recital, il resto è semplicemente una nuova "impaginazione" di vecchie canzoni: "Il vento caldo dell'estate" e "Hispavox" (che una volta s'intitolava "Rumba rock") dall'album "Capo Nord", "I treni di Tozeur" apparso nella prima versione solo su singolo, "Notte a Roma" da "Falsi allarmi", "Una notte speciale" da "Alice" e "La mano" da "Azimut". C'è anche una chicca a sorpresa: "The Fool On The Hill", classico brano dei Beatles, che Alice canta in inglese.

"Elisir" viene a un anno di distanza da "Park Hotel" - dice la protagonista - un album che continuo ad amare molto, anche se in Italia ha avuto critiche non tutte favorevoli. Ha venduto bene, comunque. E in Germania è andato addirittura benissimo". La interrompe con voce tenera Francesco Messina, produttore, consigliere, arrangiatore e amico del cuore, per spiegare la storia dell'ultimo disco. "All'origine, doveva essere un album dal vivo. Con tutti i concerti e tour che Alice ha fatto negli ultimi mesi in Svizzera, Italia, Austria e Germania, avevamo a disposizione nuovi arrangiamenti e canzoni rivisitate che Alice ama in modo particolare, e sembrava logico farne un disco dal vivo. Ma poi andare in studio ci è sembrato meglio, credo che ora il risultato dei suoni e della musica sia molto migliore". (La Repubblica)

 

1995 Charade

 

L'album contiene dodici brani giocati con un mix interessante fra un'elettronica dove si riconoscono sonorità alla Yellow Magic Orchestra insieme a dolci e sinuose melodie. La produzione come sempre è affidata al compagno Francesco Messina e le collaborazioni importanti e costruttive vedono la presenza  di Pino Pischetola, il chitarrista dei King Crimson Trey Gunn e Mino di Martino. "Il titolo del disco sarebbe stato "Domani" - spiega la cantante - ma mentre registravamo i pezzi abbiamo inciso il brano "Charade" e ci è sembrato più giusto intitolarlo come questa canzone". Alice ha partecipato alla stesura della musica ma non a quella dei testi, di cui si è occupato Francesco Messina. (La Stampa)

 

1980 Caponord

 

"Caponord" è un 33 giri della EMI che raccoglie le nove più recenti incisioni di Alice. Una, "Il vento caldo dell'estate", concorrente al Festivalbar e sigla di "Sestante", è già avviata al successo.

Alice è oggi in cerca di riconoscimenti come cantautrice e il materiale che ha riunito in "Caponord" ("Bazar", "Sarà", "Una sera di novembre", "Sera", etc.) è piuttosto interessante. Tra i musicisti che le hanno dato una mano: gli arrangiatori Franco Battiato e Giusto Pio, il bassista Stefano Cerri e il chitarrista Alberto Radius. (Radiocorriere Tv)

 

1999 God Is My DJ

 

Ancora una volta Alice ci stupisce e lo fa con un disco che sancisce l'ormai avvenuta e matura unione fra le sue due anime artistiche. Una, fa della cantante un'ottima interprete pop sempre in bilico fra buone scelte artistiche e vocalità; l'altra ci consegna (e il merito va molto al suo compagno e musicista Francesco Messina) una curiosa e meticolosa scopritrice di musiche rare e meravigliose. Questa seconda anima spicca eccezionalmente nella stesura del nuovo disco di Alice intitolato "God Is My DJ". "Un viaggio attraverso mondi musicali diversi e eterogenei, un lungo percorso che non propone solo musica sacra ma il sacro nella musica". Questo è l'inizio della presentazione stampa del cd, e Francesco Messina aggiunge: "Dio è il mio disc jockey" è un titolo che sta a significare come Dio possa essere, grazie alla sua grandezza, la migliore delle ispirazioni per chi ha scelto di rappresentarsi musicalmente". (La Stampa)

 

2014 Weekend

 

Un ritorno in bello stile che riesce a centrare appieno l'obiettivo che Alice si era prefissa: valorizzare tutta la gamma delle sue interpretazioni, riportando la sua voce al centro della scena. E chissà che ora non riesca anche a rinfrescare la memoria a tutti coloro che in questi anni l'hanno colpevolmente trascurata. (Onda Rock)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pagina creata il 24 MAGGIO 2017