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ALICE Radio & Tv

 

 

 

SELEZIONE INTERVISTE TELEVISIVE E RADIOFONICHE

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VIDEO ITALIA - 18 SETTEMBRE 2012

 

 

Ascoltando il tuo disco nuovo (Samsara) mi ricorre un concetto che da anni tu esprimi sotto forme diverse, ovvero che la bellezza salva: la bellezza può salvare il mondo, Ovviamente si parla di un percorso che arriva da dentro.... Ma non soltanto questo, la bellezza è armonia, dentro e fuori, anche se siamo noi a fare questa separazione, in realtà è un tutt'uno. Armonia oggi è una parola un po' strana, molto distante dalla nostra realtà quotidiana, in senso oggettivo, perché la vita fuori tutto ci porta tranne che armonia, se vediamo cosa sta succedendo. Però la tensione è questa, perché ognuno ha comunque dentro di sé questa possibilità, tende a raggiungere l'armonia, magari anche maldestramente, però l'obiettivo, consapevole o meno c'è. Io credo che questo sia proprio insito in ogni essere umano.

 

Nell'album c'è dolore, c'è armonia, c'è "autunno"... Sì, ma c'è anche serenità. Ci sono tutti i toni, e anche quei toni che magari sono più legati a una difficoltà o a una sofferenza più che al dolore... Ci sono tutte le sfumature, anche quelle più chiare, legate alla gioia.

 

RADIO MONTE CARLO - 29 GENNAIO 2013

 

Samsara, questo nome un po' strano, che cosa significa? Samsara è un termine sanscrito che sta ad indicare il flusso incessante della vita nel suo ciclo continuo di nascita, morte, rinascita. Lo vediamo costantemente, senza andare troppo lontano, nell'alternarsi dei giorni, delle stagioni... Questo è un album molto eterogeneo, nel senso che ci sono molte mani compositive, oltre al fatto che io ho scritto solo due brani, però i temi toccati sono quelli della vita e quindi il termine più essenziale per identificare questo progetto era proprio Samsara.

 

LA 7 - NIENTE DI PERSONALE - 2009

 

Sulla strada Live... In questo tour ho toccato dei temi che ritengo rilevanti nella nostra vita. Canto la pace e il desiderio di pace, la guerra (purtroppo) che c'è intorno a noi, molto vicino a noi, dentro di noi... E ci sono molti tipi di guerre che noi viviamo quotidianamente. Canto la poesia che è per me un elemento importantissimo della vita e poi l'amore, nelle varie forme, dall'amore passionale a quello tra genitore e figlio, e, in senso più ampio, a quello più assoluto. E poi c'è la ricerca del sacro, della vita nella vita, la ricerca di se stessi... Questi sono i temi conduttori di questi concerti che sono diventanti anche un disco.

 

RAITRE - TG3 IL SETTIMANALE - 9 FEBBRAIO 2013

 

Lei ha cominciato giovanissima, come ha scoperto di avere questo dono, questo talento? Mah... Io posso dire che ho cominciato a cantare prima che a parlare, per cui è stato veramente molto naturale per me. Poi c'è stato un maestro, il maestro Bocca. All'età di sette anni io desiderai partecipare a una manifestazione per bambini che si teneva a San Marino. Volevo partecipare solo perché c'era il mago Zurlì che la presentava, e all'epoca lui rappresentava il mio mito di bambina. I miei genitori mi iscrissero e c'era questo maestro Bocca che faceva le selezioni, fu lui a dire ai miei genitori che manifestavo un talento musicale spiccato e quindi li consigliò di alimentare questo talento.

 

Che cosa la fa indignare? La falsità. La perseveranza nella bugia. La mancanza di rispetto del prossimo, di considerazione, di rispetto del proprio simile e di tutto ciò che è, perché la vita che ci anima è la stessa, sia in una pianta che in una persona, che in un animale. E quindi la mancanza di rispetto per la vita altrui, che poi manifesta anche una mancanza di rispetto per la propria vita, mi indigna molto.

 

RADIO2 - CHIAMBRETTI ORE DIECI - 20 SETTEMBRE 2012

 

Marinella Venegoni ti ha definita musa un po' crucciata, voce tenebrosa, romagnola chic... Ti ritrovi in questo identikit? Oddio, guarda, ognuno mi vede come vuole. Io, diciamo che non mi vedo propriamente così... Forse la Venegoni ha un'immagine di me legata a una trentina di anni fa, nel frattempo, per fortuna, la vita mi ha aiutata a sciogliermi un po'...

 

RADIO GOLD - 3 APRILE 2015

 

Claudio Rocchi viene riproposto molto poco, tu invece nel tuo nuovo album (Weekend) hai scelto di riproporre due dei suoi brani, cos'è che ti ha colpito in Claudio Rocchi, nella sua musica? Allora, "L'umana nostalgia" era un brano che aveva composto nel '95, mi aveva chiesto di cantarla insieme a lui, cosa che feci; è un brano molto bello che comunque non ha avuto chissà quali risultati, anche perché il linguaggio di Claudio Rocchi è sempre stato molto metafisico. Lui ha avuto molto successo negli anni Settanta, poi ha fatto il suo percorso personale, spirituale, quindi si è anche allontanato dalla musica per poi ritornare, e purtroppo ci ha lasciato troppo precocemente. Per me riproporre "L'umana nostalgia", che avevo cantato insieme a lui e che ho sempre ritenuto un pezzo bellissimo, è stato naturale, per ringraziarlo e omaggiarlo.

 

RADIO CAPODISTRIA - 26 NOVEMBRE 2014

 

Tu hai cominciato con la musica leggera negli anni Settanta e hai fatto veramente un sacco di cose, però la tua parabola artistica è molto interessante perché hai trovato una tua dimensione molto più elegante... Sei riuscita nel tempo a creare un suono, anche grazie a tutte le persone che hanno collaborato con te, tra cui Francesco Messina. Un suono diverso che è diventato anche il marchio di fabbrica di un modo diverso di fare musica in Italia. Questo non è poco, oserei dire... Beh, è una cosa molto bella! Hai già detto tutto tu... Questo grazie alla alla collaborazione e alla produzione, praticamente costante dal 1986 (quindi dall'album "Park Hotel) ad oggi, di Francesco Messina, con le varie collaborazioni in tutti questi anni con musicisti straordinari di cui ci siamo circondati.

 

Se tu guardi un po' indietro la tua vita artistica, come riesci a vederla, a interpretarla e soprattutto a descriverla, in poche parole? E' assolutamente molto ricca di incontri, di scambi e di collaborazioni. E questa è una ricchezza che non è soltanto musicale, ovvero fermata nei progetti discografici, ma è una ricchezza personale, umana, che rimane stampata dentro di me, evidentemente, e che mi ha aiutata a crescere e ad essere qui oggi per quello che sono.

 

Sulla musica pop... Tutto è pop, più o meno leggero. Sono canzoni... Io ho sempre continuato a cantare canzoni, magari con una ricercatezza non soltanto musicale ma anche a livello di testi, ma la forma canzone è sempre stata presente nei miei lavori. A parte il progetto "Mélodie Passagère" in cui ho cantato l'origine della canzone (fine Ottocento / primi Novecento) e che si può definire musica classica, per il resto ho sempre utilizzato la canzone pop.

 

 

PAGINA PUBBLICATA IL 19.6.2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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