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ALICE RASSEGNA STAMPA 2014 Selezioni

 

 

 

 

 

TG.COM 9.11.2014

 

Come mai il titolo dell'album è "Weekend"? Perché è stato realizzato in quasi tutti i weekend di questo anno di lavoro e con grande naturalezza. Il momento migliore della settimana...
E' stata dura la selezione dei brani da inserire nell'album? La selezione ammetto è stata effettuata su un campo ampio di scelta. I brani hanno la caratteristica di essere differenti tra loro in modo che potessero anche mostrarmi come interprete diversa e nuova. E' sicuramente un album molto ricco di sfumature.
Perché avete scelto come primo singolo "Tante belle cose"? Il testo di Fançoise Hardy che mi ha catturata subito, poi è stato adattato da Franco Battiato e mi ha conquistata. E' importante la storia che viene raccontata ed è stata un'esperienza profondamente vissuta quella che ho vissuto interpretandola. Sempre di Battiato e con Manlio Sgalambro c'è anche "Veleni", un brano di grande spessore e qualità.
"Da lontano": c'è un duetto riuscito con Luca Carboni, come mai hai pensato a lui? Mi sono trovata benissimo quando abbiamo duettato su 'Farfallina' nel suo ultimo album. Questa canzone è una sorta di dialogo e mi è venuto spontaneo pensare a Luca che è un cantautore sensibile e raffinato. Lo stimo sin dai suoi esordi e sono affascinata dalla sua voce e personalità.
E' previsto un tour? Sì e partirà dalla seconda metà di marzo. Toccheremo i teatri delle grandi città da Roma in su mentre in estate vorrei esibirmi in alcune città del Sud. Per ora comunque penso a questo album che peraltro uscirà anche in vinile in edizione limitata, numerata e autografata.

 

IL PICCOLO 10.11.2014

 

Che canzoni ha scelto? Canzoni che rappresentassero tanti aspetti della vita, alcune le ho ascoltate per la prima volta grazie ai produttori. Quando abbiamo cominciato a pensare all’album non c’è stato un criterio comune per la scelta, ma sapevamo cosa doveva essere questo disco: le scelte sono state fatte in base alla qualità.

Apre con Françoise Hardy. Sì, in Italia è stata scordata, ma in Francia è ancora molto popolare: incide dischi, scrive libri. “Tante belle cose” è la versione italiana realizzata da Franco Battiato della sua “Tant de belles choses”, del 2004. Me l’ha fatta scoprire Francesco Messina (compagno di vita e di lavoro della cantante, friulano - ndr). Quando l’ho sentita, così densa, struggente, piena di speranza, mi è piaciuta talmente tanto che ho deciso di inserirla nel disco.

Luca Carboni? Per il dialogo del brano “Da lontano” abbiamo pensato a lui, dopo il duetto che abbiamo fatto lo scorso anno nella sua “Farfallina”, per il suo album di duetti. È un artista che ho sempre apprezzato, sin dai suoi esordi. Mi piace il suo linguaggio semplice e diretto, sa parlare di temi profondi in maniera poetica.

La tromba di Paolo Fresu? Altro artista che stimo molto. Nel 1989 ha partecipato a un mio tour, poi siamo rimasti sempre in contatto. È un musicista eccezionale, ma anche un uomo di grandi qualità, attivo culturalmente e socialmente. Specie a favore della sua terra, la Sardegna. In “Tante belle cose” e “Da lontano” ha suonato in maniera straordinaria.

“Veleni” è firmata Battiato e Sgalambro. Lavorare con Franco è stato ancora una volta naturale e bello. Nell’album ha un posto di rilievo. Due anni fa, nell’album “Samsara”, aveva scritto una canzone per me dopo tanto tempo che non lo faceva. Stavolta ha fatto di più».

E il filosofo scomparso? Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ne ha potuto apprezzare la grande profondità, la levatura culturale e intellettuale. Ci ha dato tanto e a vari livelli. Era affascinante, completamente fuori dagli schemi, dotato di grande ironia e autoironia: doti che gli hanno permesso di “mischiarsi” con la musica pop. Ci mancherà, ma ci ha lasciato delle grandi opere».

Anche Claudio Rocchi non c’è più. Quando l’ho saputo per me è stato uno shock. Ho voluto ricordarlo. Con Battiato cantiamo assieme un suo brano storico, “La realtà non esiste”, ma in una versione nuova rispetto a quella proposta all’Arena di Verona, nel concerto con Antony.

E “L’umana nostalgia”? Pensi che Claudio era venuto a casa mia, a Milano, nel ’94, per propormi di cantare quel brano assieme in un suo disco. Cosa che facemmo. Purtroppo poi non ci siamo frequentati molto. Ma lo ricordo come una persona luminosa, determinata, piena di vita ed entusiasmo. Ha avuto una vita molto intensa, piena di tante cose diverse».

La copertina è di un fotografo triestino. Sì, Massimo Gardone. Ci conosciamo da tanti anni, abbiamo lavorato assieme anche in passato, sia per le fotografie che per i video, come quello del brano “Nata ieri”, che stava nell’album “Samsara”. Con le sue foto sa esprimersi con grande sensibilità. Nella sua arte cogli una profondità e una tensione che spesso vanno al di là di quel che persona può vedere. Il servizio fotografico lo abbiamo realizzato a Trieste, nel suo studio. E ora lavoreremo con lui per il video di “Tante belle cose”.

Come vive in Friuli? Bene. Ho scelto di vivere in un luogo tranquillo, ho recuperato quel che per me è sempre stato importante per vivere bene. Del resto io sono nata in campagna, le radici sono importanti, meglio la qualità della vita che lo stress della metropoli. Da Forum Livii a Forum Iulii (nomi latini della sua Forlì e del Friuli - ndr).

Fra i brani che completano un album raffinato e intenso: “Aspettando mezzanotte”, composta dalla stessa Alice; “Viali di solitudine” ("per il semplice piacere di reinterpretarla"; “Christmas”, scritta da Paul Buchanan dei Blue Nile; “Qualcuno pronuncia il mio nome”, composta da Mino Di Martino (quello dei Giganti, con cui Alice collabora da tempo); “Un po’ d’aria”.

 

IL TIRRENO 20.11.2O14

 

Appena compiuti i 60 anni Carla Bissi (in arte Alice) si conferma in grande forma e non si spaventa del tempo passato, anzi «E' una grande fortuna – dice – e sono felice di tutto quello che ho fatto. Sono felice di essere dove sono e quello che sono. La mia musica è cresciuta con me – riflette – d'altronde io ho sempre interpretato o scritto cose che in qualche modo mi appartengono, che riesco a sentire dentro e che faccio inevitabilmente mie». Ed è anche questo il motivo per cui si rivolge prevalentemente ad autori “classici” o comunque non di nuova leva. «Ci sono molti autori bravi, non lo nego – dice – ma i loro temi, ciò che raccontano non mi appartiene. E' una questione anagrafica e di argomenti. Certo – precisa – ho cantato anche Tiziano Ferro (nell'album precedente Samsara il singolo “Nata ieri” era firmato dall'autore romano ndr) ma lui è straordinario».

 

LA REPUBBLICA 12.11.2014

 

Un album di inediti a due anni dal precedente Samsara: una accelerazione dopo tanti anni di ritmo lento da parte sua. Sì, ma non è vero che io in 14 anni non abbia fatto dischi. La verità è che non ho pubblicato inediti, ma ho pubblicato molti miei dischi. È un bel po' diverso. A mio nome sono usciti God is my dj sulla musica devozionale, Personal juke box, Viaggio in Italia, poi nel 2009 un live, e quindi nel 2012 Samsara. Ora esce Weekend che abbiamo realizzato durante i weekend, all'interno del mio studio di casa: Francesco Messina, Marco Guarnieri e Pino Pischetola che hanno collaborato con me hanno una vita professionale molto piena. Quando si poteva, dunque, ci si incontrava. Molto rilassati. Il disco è nato così, nel corso di un anno.

Cosa fa un autore quando non è al lavoro? Dopo Samsara e il tour, terminato a febbraio 2013, ho vissuto un anno difficile, con eventi molto gravi, che mi hanno assorbito completamente. Devo a Francesco Messina (professore, produttore e suo compagno, ndr) la convinzione di tornare a lavorare, senza di lui questo disco non ci sarebbe. Prima di essere musicisti o interpreti siamo esseri umani.

Tra gli ospiti dell'album, a parte il suo amico Battiato, ci sono Paolo Fresu e Luca Carboni. Paolo Fresu si trovava a Udine per un concerto a Villa Manin e in quell'occasione è stato "precettato": suona in Tante belle cose che apre l'album e in Da lontano, il pezzo in cui canta Luca Carboni. Luca, contrariamente a quanto facemmo per la sua Farfallina, quando ci incontrammo, ha registrato nel suo studio. Il pezzo è un dialogo, ho pensato immediatamente a lui: le nostre voci dialogano alla perfezione.

La tecnologia unisce... Nel mio caso, grazie all'etichetta Arecibo a mio nome, ho raggiunto grande libertà, potrei pubblicare a livello digitale quando voglio. Con la tecnologia si potrebbero fare progetti continui, solo ad avere le idee. Ma se vuoi fare le cose come si deve, con musicisti e professionisti seri, allora tutto questo deve avere standard alti di qualità e dunque costi elevati: chi fa musica si diverte ma deve anche vivere, se lo fa per mestiere deve essere remunerato, altrimenti è un amatore. Un tempo era costosissimo registrare, oggi la tecnologia aiuta ma anche se i costi sono molto diminuiti, non è che non ci siano più.

Lo sviluppo tecnologico ha cambiato il volto della discografia ma anche i modi in cui la musica si ascolta: per lei è cambiato in meglio o in peggio? Per gli artisti che come me si trovano nella fascia media è cambiato sicuramente in peggio. Non posso dire per gli altri ma per quanto mi riguarda so che non si riesce più a vivere di musica. O meglio, ci si deve inventare qualcosa, ci si deve piegare a logiche che io non accetto: dischi in duo, tournée in trio. Il fatto è che la musica non vende più o vende poco, e a parte i grandi nomi nessuno può vivere di questo, anche i loro margini di guadagno si sono ristretti visto che vendono meno. Ora bisogna capire come sarà possibile continuare a produrre musica, perché se si vuole fare bene è costoso. Forse rimarranno solo i nomi grossi o non lo so, è tutto in trasformazione".