L'incontro con lei, diva della canzone, è
fissato per le undici in un grande albergo romano. Uno
di quegli enormi cosi di vetro e cemento, freddi e
ostili nonostante la moquette, la musica soft e i comodi
divani. Gruppi di turisti americani aspettano con
pazienza l'autobus che li condurrà a visitare la città
eterna. Lei, la diva, scivola tra loro con eleganza e si
avvicina. Scarpe da tennis rosa, jeans, maglietta tipo
guerriglia sudamericana e una matassa ingarbugliata di
capelli. A prima vista non fa una grande impressione,
penso dentro di me. Eppure lei, Alice, 26 anni,
forlivese, è la donna del momento. Ha vinto il
Festival della Canzone di Sanremo, il suo disco
Per Elisa è stato in testa alle classifiche
italiane, ora furoreggia in Francia e Germania e
l'ultimo long-playing intitolato con modestia Alice
sembra essere la rivelazione dell'anno. Si aggiusta i
capelli con una mano lunga e nervosa e aspetta che io
dica qualcosa. Cerco di prenderla in contropiede.
Perché è tanto difficile intervistarla? Non è
affatto vero. Io sono molto timida e non amo parlare di me
stessa. sono gelosa della mia vita privata, della mia
famiglia. E invece tutti mi domandano le stesse cose: sei
fidanzata? Che rapporti hai con i tuoi genitori? E via
dicendo. Così non so cosa rispondere, mi innervosisco e
non apro bocca.
Lei ha iniziato a cantare con il suo vero nome: Carla
Bissi. Ha anche vinto il Festival di Castrocaro. Poi Carla
Bissi scompare e nasce Alice Visconti. Infine via il
Visconti e resta Alice e con lei il successo. A Carla
Bissi piace Alice? In linea di massima sì, non sempre
però. Qualche volta agisce troppo impulsivamente e poi si
pente. Quando prendo certe decisioni troppo in fretta e ci
penso dopo, perché io ragiono su tutto quello che faccio.
Purtroppo non sempre lo faccio prima e questo è il punto
dolente.
Alice ha paura del successo? Sì. Il successo è una
macchina. Una macchina che ti avvolge in modo piacevole ma
ti può anche schiacciare ed è questo che temo.
Ma lei per dieci anni ha inseguito il successo con
tenacia, ostinazione. Ha cambiato nome, modo
di cantare ed ora ha paura? Non è vero! Non ho lottato
per arrivare al successo ma per realizzare me stessa. Per
arrivare a fare ciò che sentivo, ciò che volevo io. Il
successo è solo una conseguenza gradevole, anche se non
sempre, di quello che faccio.
E i soldi? Sono solo gradevoli? Senta, io di soldi
ancora non ne ho visti. Spero che arrivino, che arrivino
in fretta, ma per il momento...
Allora lei è ancora povera? No, non sono povera e
non lo sono mai stata. I miei genitori mi hanno sempre
aiutata. Ma non è solo questo. Io non mi sono mai
scoraggiata. Sono in grado di rimboccarmi le maniche e di
fare un lavoro diverso.
Parliamo del suo rapporto con il pubblico. Che cosa si
prova davanti a una platea venuta ad ascoltarla?
Quando sono sul palcoscenico il pubblico è tutto. Mi dà
tutto. Naturalmente se è gente preparata canzoni, ai miei
pezzi. Allora è un'esperienza bellissima. Se tu riesci a
dare delle sensazioni alla gente, ti ritornano
amplificate. E' una cosa che non si può spiegare con le
parole, perché c'è un'emozione grandissima. Si crea con il
pubblico quello che in inglese si chiama feeling, una
corrente, un contatto. E' una cosa istintiva, non può
essere costruita a tavolino dalla macchina organizzativa
che ruota intorno a noi. Questo può essere vero per il
lancio di un disco. Ma quando sei sul palcoscenico, non
conta più niente. O sei in grado di catturare il pubblico
o è lui che cattura te. E allora sei finita, distrutta.
Alice, lei fa spettacolo? Sì, con la mia
musica. Io non amo coreografie particolari come fumi e
raggi laser che possono distogliere il pubblico.
Oltretutto io non faccio canzoni spettacolari a livello
visivo, sono solo da ascoltare. Non sono neanche
ballabili. Quindi la gente viene a sentire me, le cose che
ho da dire.
Lei lancia messaggi nelle sue canzoni? Per carità,
no! Io scrivo quello che sento, quello che vedo. Le mie
emozioni che sono poi le emozioni che tutti, prima o poi,
hanno provato.
Una delle accuse che le sono state fatte è quella di
essere una cantante costruita. Di essersi fatta fare una
plastica al palato e al viso. Certamente. Anche ai
piedi. Sono tutta costruita. Comunque non riesco a capire
perché dicono tutte queste sciocchezze, perché si sono
scatenati tanto nei miei confronti. Io ho soltanto fatto
quello che sentivo dentro di me; con ostinazione e tanta
forza di volontà. Non ho mai pestato i piedi a nessuno e
non voglio che i miei vengano pestati. Altrimenti c'è la
contropartita e allora mi scateno.
Ecco che esce fuori un'altra caratteristica
tipica di Alice: l'aggressività. E'
vero che i suoi amici l'hanno soprannominata
"El Grinta"? Sì, un amico lo disse una sera
per scherzo, e da quel momento... Comunque io non sono
violenta. Ci mancherebbe altro! A quest'ora sarei già in
galera con tre o quattro ergastoli. In fondo io esprimo la
mia aggressività cantando. C'è gente che per anni si tiene
tutto chiuso dentro, poi si legge che ha ucciso il marito.
Io, fortunatamente, riesco a estrinsecare l'aggressività
scrivendo canzoni e cantando.
Carla Bissi è femminista? Io penso di aver sempre
agito come tale. Anche se penso che il femminismo abbia
delle pecche. Non bisogna combattere l'uomo per
stroncarlo. Io penso che sia necessario educarlo, renderlo
consapevole. L'uomo è parte integrante dell'umanità. Per
quanto riguarda me stessa non ho mai accettato il ruolo di
donna passiva, moglie e madre. Per prima cosa bisogna
realizzare la propria personalità, poi si può anche
diventare una moglie, per libera scelta. Alla pari con
l'uomo. Ciascuno nel suo ruolo, naturalmente.
Qual è il rapporto di Carla Bissi con la politica?
Un rapporto non troppo intenso. Non la amo in maniera
particolare. Quando ero giovane e aitante, intorno ai
quindici, sedici anni, ho avuto le esperienze scolastiche
di tutti. Ho partecipato alle riunioni, mi sono impegnata
nella scuola, nell'istituto magistrale che ho frequentato,
poi uno cresce e...
E non ha più questo interesse? Non voglio dire
questo. Semplicemente le idee si ammorbidiscono, si
cambia, si entra in contatto con altri problemi, altra
gente... Ma non mi domandi di più, altrimenti entriamo in
quella mia sfera privata che non credo debba interessare
alla gente.
Ma un personaggio pubblico ha diritto a una sfera
privata? Questa è una domanda che non merita risposta.
Quali studi ha fatto? Le elementari, le medie, le
magistrali, poi non ho fatto l'esame propedeutico per
l'università perché sono una cretina. Il presidente della
commissione d'esame era il padre di una mia carissima
amica ed io, non volendo fare una brutta figura, non mi
sono presentata. Poi ho avuto molti rimpianti. Avrei
voluto fare astronomia o scienze biologiche, oppure
architettura.
E' bello avere tanti interessi così diversi tra
loro. Era semplicemente confusione mentale. Tant'è che
non ho fatto nulla ed ora eccomi qua, tutto sommato
soddisfatta per come sono andate le cose. Io cambio idea
abbastanza spesso e sono convinta che pianterei tutto
quello che ho costruito fino ad adesso se pensassi che non
è giusto per me, per la realizzazione di me stessa. Già in
questo momento ci sono delle situazioni in cui vengo
considerata un prodotto commerciale e mi girano molto le
scatole. Se la situazione dovesse peggiorare non ci
penserei un minuto a mandare tutti a quel paese e
ricominciare da capo trovando un diverso modo di
esprimermi. In fondo io ho quest'arma, mollare tutto senza
rimpianti.
E' una minaccia rivolta a qualcuno in
particolare? No! Io amo la chiarezza, i rapporti
semplici, onesti. Ma in questo mondo della musica sembra
una cosa molto difficile da ottenere. Io voglio solo
comunicare agli altri quello che provo. Sin da piccola,
per il mio carattere, la mia timidezza ho avuto molta
difficoltà a comunicare con la gente. Ho avuto pochissimi
amici e ne ho sofferto molto. Cantare, scrivere canzoni è
stato il modo per uscire fuori, per risolvere il problema.
Se mi si toglie questa possibilità non me ne frega niente
di essere un prodotto di successo.
Lei è nata a Forlì, continua a viverci.
Perché non è venuta a Roma o non si è trasferita a Milano?
In fondo sono i due posti più logici per chi fa il suo
lavoro. Primo perché odio le grandi città, la loro
indifferenza. A Forlì se non esci di casa per un giorno
c'è subito qualcuno che viene a informarsi se stai male.
In città puoi essere morto da una settimana che nessuno se
ne accorge. Poi amo la mia casa, il mio giardino, l'orto,
le nove gatte di casa, mio padre che fa il vino e io lo
aiuto. Tutto insomma.
Le piace cucinare? Mia madre è bravissima anche se
ha sempre cucinato malvolentieri. A me ha insegnato.
Qualche piatto sono bravissima a farlo ma solo quando ho
voglia. Alle volte sarei disposta a morire di fame pur di
non mettermi davanti ai fornelli.
Com'è il carattere dei forlivesi? Gioviale,
espansivo, geloso dei propri sentimenti, mutevole d'umore.
Ama molto la compagnia ma non ama parlare dei fatti suoi.
Io credo di essere un buon esempio.
Che parte ha l'amore o l'innamorarsi
nella vita di Carla Bissi o di Alice visto che in fondo
sono la stessa persona? E' essenziale, per me, anche
se non mi innamoro spesso ma quando succede è una cosa
duratura.
Allora lei è un tipo fedele? Sono monogama. Anche
da ragazza non avevo cotte frequenti, anzi mi sembrava
strano che le mie compagne si innamorassero ogni due
giorni. Le giudicavo ridicole.
Adesso che è diventata una donna di successo avrà molti
più amici? Avrò molti più nemici.
Cosa prevede il futuro di Alice? Molto lavoro,
altre canzoni, e a breve termine una vacanza in un'isola
con il mio fidanzato.
Ma allora Alice è fidanzata? Non Alice, Carla
Bissi.
Posso sapere chi è?
Carla Bissi si alza, sorride, si tira indietro i
capelli e scuote la testa. Mi prende la mano e mi
accompagna verso l'ingresso. Sul marciapiede Alice
(o è Carla Bissi?) mi stringe la mano, poi ci
ripensa e mi dà un bacio sulla guancia. Per un attimo ho
temuto che volesse sbranarmi. E'andata bene.
PAGINA INSERITA IL 12.1.2014