Sentir parlare di sciarade fa venire in
mente complicati giochi di parole e astruse definizioni
da "Pagina della Sfinge" della Settimana Enigmistica.
Un esercizio difficile, la sciarada, che consiste nel
tagliare una parola in due o più parti di significato
compiuto (tipo "articolazione": Artico / l'azione). Non
è un caso che Alice abbia deciso di citare questo gioco
nel suo nuovo album, intitolato appunto "Charade".
"Viviamo un periodo davvero difficile",
spiega, "in cui diventa sempre più urgente la necessità
di una scelta, di una decisone: stare di qua o di là.
Tutti corriamo verso il nulla, tutto è ormai in funzione
del potere. Io volevo riassumere in una sola parola
queste sensazioni: e ho scelto charade, sciarada.
Perché le scelte da compiere riguardano la sciarada più
difficile che noi siamo chiamati a risolvere, cioè,
quella riferita alla nostra vita. Le nostre incertezze,
i pregi, i difetti e i sogni della nostra intricata
esistenza. E forse la parola-soluzione è proprio il
nostro nome".
Dunque, enigmistica a parte (ci consentano
gli specialisti due sciarade: Alice ovvero "Ali / c'è",
o anche Carla Bissi, il suo vero nome, che diventa
"Carla, bis? Sì!"), Alice ha messo in musica, appunto,
dubbi e considerazioni, pensieri e speranze che
riescono, ancora una volta, a far riflettere. Canzoni
fuori da ogni logica di mercato, curatissime dal punto
di vista sonoro e sempre in grado di andare oltre la
superficie e l'apparenza. Il percorso è sempre quello
intrapreso anni fa, quando Alice decise di dedicarsi a
una più profonda ricerca musicale: "A un certo punto",
racconta, "mi sono resa conto di essere sopra una
macchina delle illusioni in grado di schiacciare tutto e
tutti. Di essere parte di un meccanismo legato al
potere, ai soldi, all'affermazione personale, di correre
il rischio di perdere contatto con la mia realtà più
intima, con i valori più importanti. E ho detto basta".
Alice si è dedicata così alla musica
classica, ha allargato il campo delle sue conoscenze e
ha scoperto un aspetto fondamentale, che ancora oggi
guida le sue scelte artistiche: "Noi siamo influenzati
da schemi che ci precludono la possibilità di unire cose
diverse e magari di fare straordinarie alchimie. Io ho
cercato di evitare ogni chiusura mentale, e in questo
senso è stato molto importante aver iniziato ad
affondare le mani in autori come Satie o Fauré, anche e
soprattutto come esecutrice".
Una lezione importante, che oggi la fa
avvicinare a una musica al tempo stesso gradevole e
raffinata. Ma anche una strada non facile: "Il mio
percorso è sempre in salita", conclude Alice, "ma in
fondo a me sta bene così".