Tutto ciò è spiegato bene e meglio nella
presentazione, curata da Francesco Messina, all'interno
del CD intorno al quale questo spettacolo è stato concepito.
Un progetto nato durante la rassegna Musica nei cieli,
a Milano. "Non dedicato alla musica sacra ma alla ricerca del
sacro nella musica" puntualizza Alice in un'intervista.
Un recital senza fronzoli, scarno, dai tempi e i modi
volutamente sfalsati, senza celate pretese e non facile da
affrontare, sia per l'artista che per il pubblico.
Quasi ai margini del cono di luce che la
illumina appena, nascosta dietro il suo microfono e
concentratissima sui testi, Alice sussurra melodie,
interpreta con classe minimale, chiude gli occhi e
sorridendo dolcemente accoglie il caldo abbraccio del
pubblico... Un'immagine a tratti irreale. Ma quando si
allontana dal palco, quasi danzando sul pentagramma, per poi
tornarci con passo lento dal fondo della platea, la magia di
un sogno sembra diventare realtà. Si alza un canto sospeso nel
tempo tra la Terra e le stelle, in questo periodo a volte
cadenti... Sorprendo gli sguardi attoniti di un pubblico
completamente spiazzato. Chissà se qualcuno si aspettava di
sentire Per Elisa, Il vento caldo dell'estate, o
l'ultimo brano presentato al Festival di Sanremo? Forse
sì, lo si capisce dalle espressioni di stupore sui visi
abbronzati, illuminati dalla luna... Ma l'artista sembra non
preoccuparsene, anzi, con sguardi severi sembra chiedere
tacitamente ancora più attenzione!
Nella terra sconsacrata, dove si consuma
la schizofrenia del nostro vivere, Alice elude la
banalità e sparge semi preziosi. Chissà se questa notte,
qualche zolla meno arida li accoglierà... Semi sparsi oggi
nella nuda terra, saranno fiori domani. Fiori simbolo di una
bellezza che dovremmo imparare a riconoscere. Per ora solo
suoni che arrivano lenti, rarefatti e parole che lanciano
messaggi di pace e armonia, in un dialogo aperto con Dio, DJ
delle nostre anime...
Alla fine, non senza qualche legittima
perplessità, quasi tutti i presenti, accorsi in centinaia
nella piazza principale del paese, recepiscono l'impegno e la
bravura di un'interprete che non si nutre più solo di musica
"leggera". Certamente una chiesa o un auditorium sarebbero
stati lo spazio ideale per questo tipo di recital... E
l'inverno scorso così è stato! Ma è anche vero che una tela
dipinta bene mantiene inalterato il suo valore e il suo
splendore anche senza una cornice importante.
Che bello poi, assistere ad un concerto
fuori da ogni schema, libero di navigare come un vascello
fantasma in acque libere, limpide, lontano da ogni logica
promozionale, da interessi unicamente commerciali...
Che meraviglia non vedere aggirarsi impresari panzuti dal
sigaro facile, o discografici pronti ad assecondare ogni
piccolo capriccio della loro "creatura" di successo, trattata alla stregua di una slot-machine, della quale si è
scoperto il trucco per far uscire sempre la combinazione
vincente. E che sorpresa quel retropalco, alla fine del
concerto, affollato di ammiratori sinceri, musicisti, amici e
colleghi (tra gli altri Giuni Russo e Ivan
Cattaneo).
Il percorso esistenziale di Alice
attraverso la musica non si ferma qui. La ricerca
continua...