Immagine tratta dal trailer di presentazione dell'album

 

 

Samsara Alice

 

Arecibo Edizioni Musicali Srl - 2012

 

 

 

 

 

 

 

 

Dai vulcani ancora accesi nelle terre fertili del pop nostrano, l'energia del magma incandescente a volte riesce ancora ad esplodere. E lo spettacolo è imperdibile: lingue di fuoco e pioggia di cenere. Fuoco che scalda, cenere che purifica. Materiale nobile che brucia e illumina.

 

Succede con SAMSARA, un album di prestigio, pulsante, vivo, che ha origini solide, lontane, e radici ben piantate nelle precedenti vite musicali di Alice. Ovvero come riuscire ancora a stupirsi e a stupire in questo nostro Paese che non è certo quello delle Meraviglie.

 

Le nuove canzoni scorrono piacevolmente tra buona musica e testi ricercati ma non pretenziosi, non ermetici. Una scrittura che gode di ottima ispirazione e che viene proposta in un linguaggio molto intrigante da autori di valore come Mino di Martino, Tiziano Ferro, Franco Battiato e la stessa Alice.

 

Brano dopo brano, le parole nascono e prendono consistenza nel fraseggio musicale, scorrono con leggerezza nel suono per poi sfumare nel silenzio; ma subito dopo rinascono in altre forme e con la stessa forza in ogni successiva traccia. E il ciclo si ripete, proprio come recita il significato del termine SAMSARA.

 

L'amore, qui interpretato nelle sue molteplici sfaccettature, si nutre della passione epica di Giovanna D'Arco (MORIRE D'AMORE) ma anche delle tenerezze di gesti quotidiani nei confronti della persona amata (COME IL MARE).

 

Gli arrangiamenti sono in perfetta sintonia con la cifra stilistica di Alice.

 

La sua voce, sempre molto bella e curata, sempre molto incisiva, è capace di avvolgere ogni frase, ogni parola con quel calore che arriva subito al cuore.

 

Tutto l'impianto dell'album è sostenuto da un equilibrio magistrale: un po' d'ombra dove c'è troppo sole e un raggio di luce nella notte dei pensieri più cupi, come quelli di uno Sgalambro più che mai pessimista in veste di autore nel brano ERI CON ME.

 

Il disco della maturità, come si usa spesso dire, una definizione in questo caso davvero appropriata. E non potrebbe essere altrimenti, aggiungo io, conoscendo la serietà e la dedizione di questa nostra artista particolarmente sobria ed elegantemente atipica, che ha voluto e saputo aspettare il momento giusto per comunicare attraverso la pubblicazione di un nuovo album. Il risultato è un elegante disco pop (stavolta niente sperimentazioni), che offre spazio a brani più immediati come NATA IERI, ORIENTAMENTO e CAMBIO CASA (presente in due versioni) e altri più intimisti, cesellati da testi molto poetici come SUI GIARDINI DEL MONDO, AUTUNNO GIÀ e UN MONDO A PARTE.

 

Alice ha voluto aggiungere ai nuovi pezzi tre cover, che stanno molto bene in questo album, ognuna con una sua storia, con un ricordo a fare da cornice: la delicata 'A CCHIU' BELLA di Giuni Russo, IL CIELO di Lucio Dalla, e AL MATTINO dei Califfi, giusto per chiudere con dolcezza e semplicità in un'atmosfera di velato ottimismo.

 

Rivelare oggi, a pochi giorni dalla pubblicazione, quale brano mi sia piaciuto di più e quale meno, sarebbe prematuro, anche perché questo nuovo lavoro mi ha molto colpito proprio nel suo insieme.

Le canzoni hanno sempre bisogno di tempo per essere assimilate e, diciamo pure "vissute", fino in fondo. Alla fine poi prevale il gusto personale, come è giusto che sia, perché ognuno recepisce e vive emotivamente ogni episodio musicale a seconda della propria cultura e della propria sensibilità. Posso però riconfermare il parere che avevo espresso sul primo singolo: non mi ero sbagliato, NATA IERI, pur essendo una canzone molto valida, non è secondo me il brano più significativo di SAMSARA.

 

Un piccolo appunto sulla copertina. Devo essere sincero? Non mi è piaciuta, forse solo perché non riesco ad associarla ai contenuti del disco. L'avrei realizzata diversamente. Tutto questo bianco e questi pochi sprazzi di colore "in movimento" offrono un risultato semplice e armonioso ma suggeriscono atmosfere evanescenti, fanno pensare a qualcosa di impalpabile e leggero, mentre il disco rivela sonorità precise e testi molto concreti e profondi. Avrei usato altre immagini, colori crepuscolari ma decisi, come le ombre della sera o i contrasti accesi di un paesaggio autunnale al tramonto... E' soltanto una mia idea, una mia proiezione, ma anche questo fa parte del gioco, del sogno...

 

Rosario Bono - 23 settembre 2012