I nuovi percorsi musicali di Alice

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Ottobre, domenica mattina... Il sole, nonostante i primi freddi autunnali, per fortuna bussa ancora alla finestra ed è già ora di svegliarsi... Nella mente riecheggiano ancora le note del nuovo album di Alice che fino a notte fonda ho voluto riascoltare (in cuffia) in un raccoglimento quasi religioso. Ed è un ottimo risveglio riordinare le idee e realizzare che la musica italiana, malgrado tutto, gode ancora di ottima salute. La tanto bistrattata musica italiana...

 

Alla base del lavoro, magnificamente compiuto da Alice e dai suoi collaboratori, c'è prima di tutto un' idea, un progetto a cui fortunatamente ha fatto seguito un'ottima ricerca che è costata tempo, scelte non facili e qualche rinuncia. Le note di copertina spiegano anche di come questo progetto abbia subito metamorfosi e cambi di percorso, strada facendo. Poco male, questo fa sperare in un futuro, spero prossimo, nella voglia di affrontare nuovi viaggi, magari in altre direzioni.

 

Definire questo disco un album di cover (nel significato comune del termine) sarebbe riduttivo, sebbene tutti i brani siano stati già pubblicati. Quando si ha la capacita di interpretare canzoni in maniera così intima e personale, senza comunque stravolgerne musica e testo, si può abbandonare il concetto di cover, troppo limitato e limitante, ed è più giusto parlare di vere e proprie, nuove, invenzioni. L'Italia (nel titolo) non è altro che il luogo di partenza. La destinazione è un universo di suoni e parole dove si risvegliano vulcani di energia pura, di alta poesia, costellato di significati, di contenuti profondi, mai banali. Con Alice non poteva essere diversamente. Questa volta ha saputo porgere in musica testi sapientemente e liberamente scelti da opere di Pasolini, De Gregori, Fossati, Gaber, De Andrè, Battiato, Guccini, Joyce e il risultato è impeccabile.

Ed è proprio un viaggio perfetto quello intrapreso da Alice nel corso degli anni, un percorso di qualità, senza concessioni alle mode e ai tormentoni musicali costruiti esclusivamente per essere comprati, consumati e buttati via, come la maggior parte dei brani che Radio e Televisioni di tutto il mondo si ostinano a vomitare nell'etere.

 

Ascoltando VIAGGIO IN ITALIA potrebbe capitare di...

 

1 - Rendersi conto di avere già nel cuore e nella mente, per cultura o affinità musicali, almeno un piccolo seme dei contenuti che l'album vuole esprimere. In questo caso si assisterà compiaciuti ad una fioritura di stupori ed emozioni difficili da dimenticare. Soprattutto se si sono già coltivate, in passato, le tematiche e le intuizioni musicali dei lavori originali degli autori in questione. Ma siccome è difficile conoscere tutto, anche per i più esperti potrebbero esserci nuovi e sorprendenti spunti di ricerca.

 

2 - Accostarsi con curiosità e rispetto a qualcosa di diverso dalla banalità dilagante, dai tentativi di omologazione musical/culturale. E questa sarebbe un'ottima occasione per scrutare tra le parole dei testi e scoprire qualcosa di nuovo. Un buon pretesto per imparare a conoscere e ad approfondire alcune tra le più belle pagine della letteratura e della canzone italiana (e non solo). L'album è sostenuto da una poesia e da una leggerezza tale da non rendere tediosa la ricerca. Per i più giovani, ad esempio, scoprire oggi i King Crimson, in un brano del 1971, potrebbe essere una vera e propria folgorazione. Perché non lasciarsi tentare?

 

3 - Non trovare nulla di stimolante e interessante nel disco, sentirlo "pesante" e noioso. Con un approccio del genere, forse è meglio lasciar perdere e continuare ad ascoltare altro. C'è chi alla "musica" non chiede niente di più che un banale intrattenimento. In questo caso, meglio accendere la radio...

 

Ho volutamente tralasciato considerazioni e commenti specifici, più o meno tecnici, sui singoli brani, li troverete nelle recensioni degli esperti, dei critici musicali e degli addetti ai lavori che certamente sapranno dire meglio di me. Io mi sono semplicemente sentito in dovere di esprimere il mio personalissimo parere sull'ultima fatica discografica di Alice, un'artista che stimo molto, da sempre. E' tutto.

 

Rosario Bono - 14.10.203