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Insolito Infinito
Don Giovanni -
Lucio Battisti
La bellezza è stravagante, cantava Ivano Fossati, e forse
anche per questo qualche
volta dirompente e sorprendente: come nel caso di questo
amato/odiato Don Giovanni, classe 1986, ormai più che
maggiorenne ma ancora fresco e scintillante come al primo ascolto.
Un disco che non
ha mai perso nel corso degli anni il suo tocco magico.
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Secondo alcuni, le otto canzoni scritte per l'album furono soltanto
un esercizio di
stile fine a se stesso: un Battisti autoreferenziale che
con artificiose alchimie pop sembrava voler abusare
del suo stesso mito. Una presuntuosa sperimentazione, scrisse qualcuno... Evidentemente, questo
bagno di suoni, diversamente offerti e recepiti, uniti a dei
testi particolarmente ermetici
risultò spiazzante. Le parole di Panella, al servizio della musica di Battisti
sembravano elaborate al contrario rispetto a quelle
perfettamente allineate a scopo descrittivo/narrativo di Mogol. Molti criticarono
pesantemente, non apprezzarono, si sentirono traditi: reazioni a cui
si assiste spesso quando un artista abbandona il genere musicale in
cui il pubblico lo ha sempre identificato.
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Il disco, arrangiato da Robin Smith e prodotto da Greg Walsh, si avvale di un'ampia strumentazione
orchestrale e in verità è molto
più concreto e reale di quanto non sembri: ha un suono di ottima
qualità, decisamente pieno e pulito, calibrato sulle suggestioni
visive evocate dai testi e sulle intuizioni
sorprendenti degli arrangiamenti. Battisti si avvale di una formazione di musicisti
internazionali di tutto rispetto: pianoforte, Robin Smith -
batteria, Greg Walsh - contrabbasso, Andy Pask - chitarra,
Ray
Russel - sassofono, Phil Todd - tromba, Guy Barker - arpa,
Skaila
Kanga - primo corno, Ted Hunter - primo violino,
Gavin Wright.
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La collaborazione artistica Battisti-Mogol rappresentò
una brillante e fertile esplorazione ai confini di un mondo "finito",
raccontato quasi in modo didascalico, delimitato dal suo stesso orizzonte. Qui invece si
naviga oltre l'orizzonte, in un Insolito Infinito che apre
spazi immensi, aperti a libere interpretazioni. L'inizio di un arduo
percorso che proseguirà (secondo me in tono minore) negli album successivi,
sempre realizzati con Panella. In
Don Giovanni l'autore dei testi "sragiona" con garbo, con
lucida follia, divagando con geniale ironia tra veloci dissolvenze e
misteriose sintesi. Non spiega mai, allude sempre e comunque. Su
ogni frase si potrebbe montare o smontare una canzone diversa.
Niente è definito, tutto è, e rimane, "in progress". La melodia,
invece, sembra perfettamente studiata, "tagliata" al momento giusto,
prima di diventare "tormentone". Altre note giocano a
nascondino tra i nonsense delle parole, ma nulla è lasciato
al caso.
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La canzone
che vorremmo sentire c'è e non c'è, forse è solo un'illusione
acustica, un sogno ad occhi aperti, un miraggio che appare e
scompare dentro ogni brano. C'è da perdersi. Dove si entra e,
soprattutto, da che parte si esce in questo labirinto di suggestioni?
Ai nostri dubbi, per tutta risposta Pasquale Panella offre
subito altre parole, opposte e sovrapposte, in un disordine
perfetto. Evocazioni oniriche tra gioco e ironia, parole ricercate
che si contendono il pentagramma, non per riempire vuoti ma per
crearne altri. La rima allinea le sillabe, si piega al suono, ma
non allinea i pensieri, mai stanchi di vagare fino alla fine
dell'ascolto.
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Lasciarsi andare e perdersi senza una precisa meta
nella vertigine di una splendida ed estenuante tensione emotiva:
questa, secondo me, la più efficace chiave di lettura dell'album. Solo così ci si può
accorgere di essere improvvisamente arrivati al termine dell'ottava
canzone senza aver perso, strada facendo, un grammo di stupore e di
curiosità.
Anzi, alla fine dell'ascolto resta il desiderio di non uscire più da
quel caleidoscopico contenitore di suoni e parole e ritorna forte la
voglia di far girare il disco ancora una volta.
Attenzione, quindi...
Don Giovanni possiede la capacità di creare
una sana e piacevole dipendenza: effetto raro e "stupefacente".
Rosario Bono - 15 maggio 2009
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