Sa
cantare, Lara, su questo non ci sono dubbi...
Ma ciò che è insuperabile in lei è che per cultura ha piena
coscienza che il francese sia una nobile lingua neolatina e
non un' "invenzione delle rane", come molti credono...
Pochissimi, in Francia, hanno una dizione armonica e
filologica pari a quella sfoggiata da questa autentica signora
del canto.
E sono proprio le cover più antitetiche a mettere in
luce una personalità musicale di puro metallo dove l'armonia
di Lara diventa capace di
svelare tutti i segreti del pentagramma. Esercizio che
affronta con una grazia innata sfruttando al meglio
inaspettate possibilità interpretative. Soprattutto se
catturate in un videoclip, dove le sue canzoni, come piccoli
pensieri estrapolati del suo vissuto, seppur raccontati in
pochi minuti, messe insieme diventano la storia delle
sfaccettature, complesse e spesso epiche, del modo d'amare
dell'universo femminile.
Non è mai sopra o sotto le note, ma dentro il loro
dipanarsi nell'aria. Lara, le note le afferra nel loro
significato poetico e con le ali fragili di una farfalla le
colma di esperienza artistica, regalandole intatte a di chi
cerca in una canzone l'altra dimensione del sogno.
Mai banale e romanticamente moderna, lei è uno
splendido esempio di come le donne vere non hanno bisogno di
mediare dal maschio proprio nulla. In questo mondo dove
l'immagine aggressiva e sadomaso della donna sembra far
credere che le femmine siano uscite dal tritacarne di una
macelleria o da una fabbrica di prosciutti in disuso, la
nostra si distingue per aver guardato al passato musicale
ricco di molti stili, detti classici, e suo è il pregio di
averli riassunti in maniera autentica usando un talento senza
"se" e senza "ma", come mezzo espressivo prioritario per
esaltare ed esaltarsi. Di fatto pochissime si sanno
confrontare dal vivo con le canzoni, come lei sa ben fare,
senza trucco e senza inganno.
Suoi epigoni la femminilità di Dalida, l'aggressività
della Piaf, l'intelligenza della Streisand, la dolcezza della
Hardy, il Mediterraneo di Nana Mouskouri, avvolte nella
"modernità" dello stile di Barbra. Qualità che
permettono a Lara Fabian di mantenere viva la memoria di
queste grandi Dame del canto del secolo scorso, uscendo sempre
dall'ardua sfida con un pudore vincente. Un pudore che
fortunatamente non le ha impedito di dedicare proprio a queste signore il suo ultimo CD: "Toutes les femmes en moi".
La sua sicurezza musicale fora qualsiasi muro emotivo,
non c'è stile che la costringa a non essere un tutt'uno con la
sua voce adamantina, intrisa di rabbia, pathos
classicheggiante e ritmo. Melodie distese sul pentagramma, che
quando sfiorano i nevai alpini o quando raggiungono la
profondità di caverne marine, non hanno più misteri. E il suo
canto ci porta dove l' innocenza, per essere autentica, ha
bisogno di purezza, dove l'arte diventa trasparente come una
notte colma di stelle, vive...
Un esempio su tutti: quel video girato con Gigi
D'Alessio che innalza e indirizza il cantautore napoletano
verso la parte migliore di sé. Sfolgorante come una dea, qui
Lara sembra comunicarci di aver trovato la sua gioia di vivere
in un "mortale". Ma pur esaltandolo lei lo annulla, appunto
perchè è appena scesa dall'Olimpo, così, con la forza di
quella sua armoniosa femminilità che aiuta i nostri sogni a
diventare immortali.
Carmelo Serafin -
19 OTTOBRE 2009