Marianne si cimenta con grandi temi
classici del passato, ma anche con composizioni costruite
appositamente per lei, dimostrando un enorme potenziale di
espressività. Certamente ci vuole un determinato stato d'animo
per ascoltare (ed apprezzare) una proposta simile, più
probabilmente bisogna avere dentro una sensibilità assai
sviluppata per recepire un simile messaggio sonoro. La musica
ed il canto raggiungono una drammaticità senza fine apparente,
dando luogo ad immagini di situazioni ai limiti di una sua
umana disperazione, entrano nei dettagli più intimi dei
sentimenti cercando di trovare le possibili ragioni di questi
estremi stati dell'essere. Spesso sembra di trovarsi di fronte
ad un dramma che potrebbe essere (o è stato) anche il nostro;
magari a volte ci siamo immaginati dei suoni simili di fronte
a certe situazioni di vita, e chissà, per qualcuno l'ascolto
potrebbe risultare una specie di "déja vu", un momento in
qualche modo già vissuto.
In alcuni casi si respira affannosamente
all'ascolto di questo disco di difficile comprensione,
tuttavia il fascino sottilmente perverso di composizioni come
Boulevard Of Broken Dreams e Yesterdays, o come
la title-track (composta dal duo Waits-Brennan) non
possono lasciare indifferenti. A volte la strumentazione è
ricca ed elaborata, in altri momenti appena sussurrata dal
solo piano, o addirittura dalla sola voce della Faithfull: in
ogni caso, comunque, mai sembra venir meno un certo magico
potere che riesce a poco a poco ad uscire fuori sempre più
evidentemente. Non siamo di fronte ad un disco di rock da
ascoltare in ogni occasione: la sensazione è di trovarsi
davanti ad un qualcosa che supera etichette e formalità varie,
da consumare (con ogni probabilità) a piccole dosi in un lungo
arco di tempo, magari quando le fibre del nostro corpo, unite
alla spiritualità dell'anima, reclamano una simile esperienza.
Roberto Fratini - Il Mucchio Selvaggio