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FAITHFULL Strange Weather

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Il nuovo lavoro di Marianne Faithfull non è particolarmente brioso. Niente a che fare con gli energici ritmi del rock, niente a che vedere con i suoni aggressivi e viscerali di molte band dal presente luminoso ma dal futuro assai incerto, solo una musica fragile e delicata nella sua struttura di base decadente, in certi casi di ascolto decisamente "pesante". C'è Hal Willner alla produzione di questo Strange Weather (si pensi al bellissimo Lost In The Stars quale omaggio a Kurt Weill) e la musica viaggia in queste particolari direzioni, lo scorrere è lento ed ipnotico, tendente ad evidenziare i lati più oscuri del pensiero, i più piccoli mutamenti di umore; un tessuto sonoro spesso orchestrale, dove si inserisce la personalità complessa della cantante in una interpretazione di grandissima classe e di rara intensità emozionale.

 

Marianne si cimenta con grandi temi classici del passato, ma anche con composizioni costruite appositamente per lei, dimostrando un enorme potenziale di espressività. Certamente ci vuole un determinato stato d'animo per ascoltare (ed apprezzare) una proposta simile, più probabilmente bisogna avere dentro una sensibilità assai sviluppata per recepire un simile messaggio sonoro. La musica ed il canto raggiungono una drammaticità senza fine apparente, dando luogo ad immagini di situazioni ai limiti di una sua umana disperazione, entrano nei dettagli più intimi dei sentimenti cercando di trovare le possibili ragioni di questi estremi stati dell'essere. Spesso sembra di trovarsi di fronte ad un dramma che potrebbe essere (o è stato) anche il nostro; magari a volte ci siamo immaginati dei suoni simili di fronte a certe situazioni di vita, e chissà, per qualcuno l'ascolto potrebbe risultare una specie di "déja vu", un momento in qualche modo già vissuto.

 

In alcuni casi si respira affannosamente all'ascolto di questo disco di difficile comprensione, tuttavia il fascino sottilmente perverso di composizioni come Boulevard Of Broken Dreams e Yesterdays, o come la title-track (composta dal duo Waits-Brennan) non possono lasciare indifferenti. A volte la strumentazione è ricca ed elaborata, in altri momenti appena sussurrata dal solo piano, o addirittura dalla sola voce della Faithfull: in ogni caso, comunque, mai sembra venir meno un certo magico potere che riesce a poco a poco ad uscire fuori sempre più evidentemente. Non siamo di fronte ad un disco di rock da ascoltare in ogni occasione: la sensazione è di trovarsi davanti ad un qualcosa che supera etichette e formalità varie, da consumare (con ogni probabilità) a piccole dosi in un lungo arco di tempo, magari quando le fibre del nostro corpo, unite alla spiritualità dell'anima, reclamano una simile esperienza.

 

 

Roberto Fratini - Il Mucchio Selvaggio

 

OTTOBRE 1987