L'album FOTOGRAFIE di GIUSY FERRERI mi piace!
Annunciata da tempo,
aspettavo con grande curiosità la pubblicazione di questo
album, soprattutto da quando sul forum ufficiale della
Ferreri è stata resa nota la tracklist. Ed ora eccolo qua
il dischetto argentato che da più di una settimana entra ed esce
dalla bocca del lettore CD. L'attesa è stata ripagata,
Giusy Ferreri, chiamata alla sua terza prova discografica,
non mi ha deluso.
Grande talento, ottima prova d'interprete.
Neanche venti mesi di carriera alle spalle (ma tanti anni di
gavetta) e già così tanta professionalità. Complimenti! Ho
accantonato per un attimo Il cielo è sempre più blu
(immagino "imposta" dalla casa discografica) e mi sono buttato
su La magia è
la mia amante, Il mare verticale di Paolo
Benvegnù, Estate di Bruno Martino, Ciao amore ciao di Tenco
(restituita oggi con la stessa forza che solo Dalida nel
pieno della maturità artistica era riuscita a trasmettere) e ho
proseguito con E di amare te di Aznavour (che ad
ogni nuovo ascolto apprezzo sempre di più), con il brano
di Capossela (rivisitato in chiave ironica) e con Piccolo villaggio
e le sue suggestive immagini, incastonate nel testo come
diamanti. Anche Come pensi possa amarti è piacevolissima e mi
riporta alle atmosfere disincantate dei 45 giri d'epoca...
Che dire di tutte queste canzoni? Sembrano nuove di
zecca, sia quelle italiane che le straniere, in questo caso grazie anche alla
pregevole riscrittura dei testi da parte di quel
genietto della parola che risponde al nome di Tiziano Ferro.
Stavolta la Ferreri omaggia i cantautori, a differenza
del primo EP in cui si confrontava più che altro con le
canzoni di altre interpreti come Nada, Caterina
Caselli, etc. - Forse Besame Mucho e Yesterdays
c'entrano poco con il resto dell'album e quest'ultima è anche, a mio
avviso, la cover meno riuscita.
Senza questi due pezzi infatti il
risultato globale appare più omogeneo nonostante le
diverse peculiarità dei brani scelti da Giusy che
riesce, appunto, a personalizzare il tutto con il suo stile
inconfondibile. Comunque, mettersi in gioco con
Yesterdays, un pezzo
già interpretato magistralmente da Billie Holiday
sarebbe stato un azzardo per chiunque...
Riguardo gli
arrangiamenti dei brani, diciamo che il buon Michele Canova
- salvo tre o quattro eccezioni - avrebbe potuto fare di
meglio, forse lavorandoci sopra un po'di più, sperimentando
altre soluzioni, magari cominciando con lo spegnere ogni tanto il computer...
Comunque, nell'insieme, il risultato è gradevole.
Brava sempre e comunque Giusy che sa interpretare,
diversificare, sia quando accentua volutamente il suo tipico
birignao (tanto odiato dai suoi detrattori), sia quando sfodera un vocione "pattypravesco" anni
Sessanta o si diverte a giocare con il pentagramma tra
registri vocali davvero originali e sorprendenti. Impossibile
confondere la sua voce con le decine di altre cantanti che
inflazionano l'etere... E poi si sente che ci crede fino in
fondo in quello che fa e in quello che canta, c'è emozione e
tanta energia positiva che arriva dritta al cuore.
Nonostante questo sia un disco "di passaggio" o
"disco ponte" come si dice in gergo, il lavoro è stato eseguito più
che bene dalla nostra piccola grande Giusy. E io vorrei
vederla crescere ancora questa nuova promessa (fino ad oggi
mantenuta) della musica italiana, sperando che insieme
all'ambizione di diventare una brava cantautrice, coltivi
anche il desiderio di continuare ad
essere l'ottima interprete che è stata fino ad oggi, nell'affrontare
sia il vecchio che il nuovo repertorio di autori già
affermati.
Rosario Bono - 29 novembre 2009