Quando matura l'urgenza di esprimere qualcosa di
profondo e vero e si ha, oltre al talento, la capacità
di comunicare, si smette di pensare e si crea.
Irama è figlio del suo tempo, che è anche il nostro e
di chi, come me, non ha più vent'anni. Basta sapere ascoltare e poi è solo questione di
sensibilità. Non è il genere di sound che definisce la bontà
di un'espressione artistica. Non devono esistere steccati, non
ha più senso, soprattutto oggi. E' più giusto parlare di
coesistenza e di contaminazione di stili.
I testi delle sue nuove canzoni non sono mai
banali, anche quando vengono serviti sul piatto
d'argento dei ritmi latini. Grande energia, passione,
disagio, desideri, follie e tanta meravigliosa
inquietudine nel raccontare una vita che a volte sembra
sfuggire di mano. In tutto il disco si avverte
l'esigenza di un linguaggio nuovo, a volte crudo, altre
volte ricercato. La musica al servizio dei testi e
viceversa.
La voce di Irama è potente, duttile, dolce e
disperata. Mette a nudo l'anima e vola alto, in tutti
i sensi, con una cifra stilistica sempre più originale e
riconoscibile.
"Il giorno in cui ho smesso di pensare" è un cocktail
perfettamente calibrato di generi musicali
apparentemente distanti ma che si avvicinano, si
confrontano e a volte si fondono in un mix coinvolgente
di umori e di sensazioni. Un lavoro che vanta
molte collaborazioni, un gioco di squadra vincente nel
quale brillano alcune tra le avanguardie musicali più
incisive del nuovo millennio; uno su tutti Mace, genio
assoluto che - a mio avviso - con "Obe" ha realizzato l'album più
bello del 2021.
E a proposito, anche se siamo soltanto a
metà marzo, dichiaro ora e qui che questo sarà il mio
disco preferito del 2022. Veramente l'avevo già deciso
"prima che venisse pubblicato", dopo aver sentito
"Ovunque sarai", presentato all'ultimo Festival di
Sanremo. Brano introspettivo di rara bellezza. Come
avrebbe potuto l'artista inserirlo in un progetto non
all'altezza? Sentivo che mi avrebbe spiazzato anche con
le altre canzoni e in effetti il risultato è stato a dir
poco sorprendente.
Nella scia luminosa dei pianeti musicali di
questo piccolo capolavoro ho visto brillare di luce
propria, come stelle, almeno sette pezzi in particolare:
"Sogno Fragile", "Baby-Capitolo XI" (la mia preferita),
"Iride", "Yo Quiero Amarte", "Goodbye", "Moncherie" e
ovviamente "Ovunque Sarai". Per il resto, alto
godimento! Un disco che ascolto dall'inizio alla fine,
mai avuta la tentazione di saltare un brano.
Rosario Bono
Il giorno in cui ho smesso di pensare - Irama
Warner Music Italy - 2022