Iniziamo col dire che di questi tempi è già una
notiziona poter scrivere che esiste ancora la
possibilità di entrare in un negozio (leggi CENTRO
COMMERCIALE) per acquistare un
CD, visto che il povero dischetto digitale
fatica non poco a sopravvivere nelle vetrine e sugli
scaffali dopo le previsioni
catastrofiche che le
Cassandre di turno sono andate predicando
dall'avvento della
musica liquida
in poi...
Note sempre più liquide, ma così liquide che tra qualche
decennio ci toccherà berle per poter sentire una canzone:
"Scusi, mi dà l'ultima pozione di Al Bano e
Romina?"
(che sicuramente nel 2063 verranno scongelati per fare insieme
un concerto "dal vivo" in Russia).
Aggiungiamo che 14 euro e 50 centesimi
possano essere considerati una richiesta onesta
da parte di chi ancora può concedersi il lusso di vendere dischi
in un negozio reale e non virtuale. Ed ecco che le premesse per invogliare
all'acquisto
immediato ci stanno tutte. soprattutto quando si ha
già in mente un titolo. Ed io un titolo me l'ero
già segnato da qualche settimana sull'agenda con
l'evidenziatore giallo (che per me significa priorità).
L'ALBUM
FISICO & POLITICO, ultima impresa discografica di Luca
Carboni, contiene tre brani nuovi di zecca e
nove cover scelte tra le più rappresentative del suo
repertorio. Gli inediti sono davvero dei piccoli
gioielli: c'è
l'ipnotica FISICO & POLITICO, scritta (e anche
interpretata)
con Fabri Fibra, la realistica ma "speranzosa" C'E'
SEMPRE UNA CANZONE (di Luciano Ligabue) e DIMENTICA,
valida prova dello stesso Carboni che ancora
esercita con stile il suo ruolo di autore sempre attento alla vulnerabilità del genere umano e alle sue
contraddizioni.
I "vecchi" brani riagguantano una bellezza e un vigore
inaspettati: grazie
alla voce di Luca (che è diventata più matura
e corposa), grazie alla partecipazione straordinaria di
10 bravi
artisti e, cosa non scontata, all'alta godibilità dei
nuovi arrangiamenti. Il disco ha un suono perfetto,
curato nei minimi particolari, e si ascolta volentieri dalla prima all'ultima
traccia.
I DUETTI
L'inserto rap nelle canzoni, in genere, mi fa
orrore, ma nel caso del brano che dà il
titolo all'album produce un bell'effetto. Fabri Fibra
qui lo trovo davvero efficace e misurato: forse perché
tutto quello che declama lega perfettamente con
la parte cantata del brano, anzi la sostiene e la
rafforza. Il risultato è un mantra atipico, un tormentone
"magico" che ti coglie di sorpresa e ti strega.
Alice in Farfallina (uno dei miei brani
preferiti) con le sfumature del suo timbro vocale regala
al pezzo una luminosa presenza. E non poteva essere
diversamente.
L'impronta inconfondibile di Miguel Bosè risulta
efficace e ironica al punto giusto, un valore aggiunto
per l'Inno nazionale secondo Carboni.
Biagio Antonacci in PRIMAVERA mette in evidenza
le sue peculiarità interpretative. E' bravo e originale, non c'è niente da fare, e non solo come autore.
Mi piacerebbe se realizzasse un disco di cover con brani
non suoi, magari con una manciata di ospiti di
riguardo... :-)
Per Cesare Cremonini ho un debole, è un artista
intelligente e sensibile, un autore e un interprete
preparato e capace, sempre in grado di distinguersi e
produrre lavori di ottimo livello. In MARE MARE "ci sta
dentro" alla perfezione. Grazie al duetto il
significato della storia raccontata nel testo si
amplifica, non è più il malinconico viaggio solitario
di Luca ma un'esperienza condivisa da due amici
con le stesse "problematiche" affettive.
Tiziano Ferro fa sua, come sempre, ogni strofa che interpreta,
Elisa è una grande, ma qui
non mi ha particolarmente entusiasmato, Jovanotti
deve piacere... Bersani, lo sappiamo, è un bravo autore ("di
quelli che non ne fanno più") ma nella veste di
interprete ha il potere di rendere monocorde ogni
cosa che canta. E poi c'è il duetto
con Battiato (una voce che è sempre un piacere ascoltare)
in SILVIA LO SAI, altro brano a cui sono particolarmente
legato.
CONCLUSIONI
Ma chi l'ha detto che oggi in Italia non si fanno
più dischi
di valore? E' vero, qui ci sono solo tre
pezzi nuovi, ma sono dei gran bei pezzi e non scarti di
qualche vecchia produzione o provini riciclati... E poi,
per quanto riguarda le cover, sono sempre del parere che sia meglio
"ristrutturare con cura dei bei palazzi antichi" piuttosto che
costruire svogliatamente "case nuove prefabbricate
e per giunta brutte".
Molti
nostri artisti dovrebbero meditare su questo.
Rosario Bono 20.10.2013