Mimì deve incidere il brano Per amarti, una creazione di
Maurizio Fabrizio e Bruno Lauzi che, nel gioco della casualità,
pare un trampolino verso il più grande amore della sua vita
(Ivano Fossati). La canzone è già stata rifiutata da molti,
Vanoni compresa, che se l'era trovata in una versione ancora
embrionale e con un testo che probabilmente non era quello di
Lauzi: "Un giorno incontro Mimì che mi dice:
C'è un brano con
un testo che non mi piace. Ho provato a farlo riscrivere, ma non
va. Se vuoi provarci, è tuo. Troppo buona, c'era da dirle, e
grazie della preferenza seppure tardiva. Se dicessi che non me
la presi per quella frase, mentirei, ma accettai la sfida e la
vinsi". Tornato a casa, presi carta e penna e lavorai sul
provino di Maurizio, scrivendo il testo ex novo".
E' la storia
di un amore finito, che la protagonista cerca in ogni modo di
resuscitare nonostante la presenza di un'altra lei, alla quale
indirizza le parole più toccanti dell'inciso. Quando Mimì entra
in sala per inciderla, ne offre un'interpretazione a dir poco
grandiosa. Fossati è lì giusto per aggiungere la sua voce ai
cori, ma poi ci prende gusto e, trascinato da un incontenibile
entusiasmo, partecipa alla realizzazione dell'intero album.
Firma la versione italiana di Give A Little Bit dei
Supertramp, che diventa Se finisse qui. Poi regala a Mimì un
brano tutto suo, Sentimento, che lei prova a vestire con un
suo testo, Sotto i jeans, che non verrà pubblicato. Fossati e
Mimì la proveranno anche in inglese, col titolo Lise And Me,
per un lancio estero mai realizzato. Su disco finisce solo la
versione scritta da Fossati, che ne cura anche l'arrangiamento
suonando il flauto e prestando la voce ai cori.
Spicca anche un'inattesa cover in italiano di Somebody To Love
dei Queen, col titolo Un uomo per me, che il settimanale Epoca archivia come "una versione orrenda". In studio, però,
il divertimento per realizzarla è arrivato alle stelle. Quando i
tecnici si sono accorti che la voce di Fossati spariva
obliterata dagli acuti di Mimì, li hanno fatti cantare separati,
con lei di spalle in una cabina isolata acusticamente, a diversi
metri dal microfono di Ivano. Lei dice di non poterci far nulla
e che è forse la voce a comandare il suo cervello e non
viceversa. "La mia voce è la disperazione dei tecnici. Ci sono
registri in cui prende il volo con armonici stranissimi, facendo
schizzare le lancette oltre la soglia del rosso. Altre volte,
senza una ragione, si assottiglia. Non dipende da me, caso mai
da quello che canto. Nei testi posso incrociare argomenti che mi
fanno molto male, che rievocano situazioni dolorose che ho
vissuto. Il mio cervello potrebbe anche reggere il colpo, ma la
voce no. E' allora che questa si ribella e fa di testa sua, mi
si sgrana e si scheggia. Insomma, fa tutto da sé, questa mia
voce libera e selvaggia".
L'album Per amarti esce nel novembre del '77, vestito di una
delle più belle copertine mai realizzate per Mimì da Tallarini e
Balletti. Nelle note vengono ringraziati Maurizio Fabrizio,
Ruggero Cini e Ivano Fossati "per la preziosa collaborazione",
ma alla riuscita del lavoro ha contribuito una nutrita schiera
di musicisti e autori, dal batterista Tullio De Piscopo
all'amica Aida Cooper ai cori.
Dieci le canzoni che però non sono tutte firmate da Fossati,
come invece accadrà nel disco seguente. Di Cocciante, Mimì
ha
ripreso l'ipnotica Da capo, incisa anche da Mina.
Maurizio
Fabrizio ha tirato fuori un altro suo diamante, Canto
malinconico, su testo di Lauzi e con atmosfere alla
Dimitri
Tiomkin. Con Ritratto di donna di Carla Vistarini
e Luigi
Lopez, Mimì partecipa anche allo Yamaha Festival
di Tokyo,
sorprendentemente vincendolo. Nel disco c'è anche Shadow
Dance, una delle pagine più belle e sconosciute della sua
storia, che anticipa il tema di un'altra canzone di Fossati, in
cui la danza assurge a simbolo dell'esistenza e di un
amore che è già promessa di felicità. La versione su disco ha un
testo diverso da quello del provino, concepito dagli autori come
una sorta di inno alla vita che finisce. Nei virtuosismi vocali
di Mimì c'è, innegabile, una gran voglia di luce e di amore.
Dal disco restano tagliati fuori quattro brani: Quando ne avrò
abbastanza, storia di un amore vissuto al limite della follia,
Vivo e la bellissima Io andrò, opera del batterista
Andy
Surdi, uno dei suoi amici più cari, che, assieme a Maurizio
Fabrizio, riesce a cogliere l'essenza di Mimì in un solo verso:
"Io continuerò, ma amando". Non passa neppure Lui è la vita
mia, bloccato al primo abbozzo per ragioni fin troppo evidenti.
E' la storia di una prostituta che tira le somme della propria
esistenza, tra immagini forti, di una bellezza quasi feroce:
"Non c'è giustizia al mondo, Gesù / ero l'erba fiorita del
torrente". E' probabilmente un capolavoro, ma nessuno alla RCA
ha il quoziente intellettuale, e tanto meno il cuore, per
capirlo...