Domenica,
Mia, o più semplicemente Mimì. Un'interprete dalle molte
sfaccettature artistiche, una donna controversa, all'apparenza
spigolosa, ostile, in realtà morbida, con una gran voglia di
vivere e comunicare. Mia Martini, dal '71 a oggi, è stata la
«voce» di tanti successi famosi, di canzoni che hanno regalato
a molti trentenni un'emozione, un ricordo. «Anche se i
giovanissimi», puntualizza, «quelli dell'ultima generazione
che sanno tutto su Camerini e i Police non mi conoscono». Lo
dice senza rammarico, come un dato di fatto scontato.
Soprattutto per chi, come lei, è rimasta assente dalla scena
musicale a lungo: più di tre anni.
«È stato alla fine
del '78. Andava tutto bene tranne la mia voce: dovetti subire
un'operazione alle corde vocali e fu un momento drammatico. Lo
sarebbe stato per una persona qualsiasi, figurarsi per una che
nella voce aveva il suo strumento di lavoro. Per otto mesi,
credo i più lunghi della mia vita, non ho neppure potuto
parlare, comunicavo solo a gesti».
Hai mai avuto
paura di non riuscirci più?
«Sì, ci sono stati
questi pensieri. E così mi sono buttata nello studio del
pianoforte, della chitarra, di teoria musicale preparandomi,
insomma, al peggio...». E invece, un anno fa, improvvisamente
è tornata con un album bellissimo, Mimì, a cui ha partecipato
anche in veste d'autrice.
Questa novità di
scrivere canzoni che peso ha avuto nella tua vita artistica?
«Innanzitutto ho
cambiato il mio modo di cantare, ora interpreto un brano con
meno perfezionismo, ma maggior coinvolgimento. È un'esperienza
importante, di cui non potrei più fare a meno. Tanto che
adesso, lanciatissima, scriverò un pezzo anche per il nuovo LP
di mia sorella Loredana».
Quasi un'alleanza
di ferro tra voi sorelle?
Sorride
apertamente: «Certo che in famiglia ci si deve dare una mano.
Il fatto è che non voglio scrivere solo per me stessa e la
persona più giusta dopo me, per quel che faccio, mi sembrava
proprio Loredana».
Sempre a proposito
di Loredana: anche lei artista, anche lei "primadonna". Cioè,
stessa professione: non ha mai portato questo a rivalità?
«Se n'è parlato a
lungo, anche sui giornali, di questa supposta rivalità: si è
chiacchierato, speculato e raccontato storie. Tra me e
Loredana non c'è mai stato il minimo screzio, il minimo
tentativo di fregarsi, rivaleggiare o primeggiare. Io ho
iniziato prima con la canzone, ma lei, già giovanissima,
ballava e faceva altre esperienze di spettacolo. Insomma,
siamo nello stesso ambiente, ma professionalmente abbiamo due
generi completamente diversi, che non possono proprio esser
messi a paragone».
Però adesso pare
abbiate un uomo "in comune".
«Per carità, non
ricominciamo con gli equivoci. Si da il caso che l'uomo di cui
parli, il musicista Ivano Fossati, sia da quattro anni anche
l'uomo con cui vivo e che amo. Però, visto che lo stimo
moltissimo e ritengo sia oggi in Italia l'artista più completo
che abbiamo a livello di composizione, arrangiamento e
interpretazione, ho convinto io stessa Loredana, insistendo,
che in questo momento era la nuova guida artistica che ci
voleva per lei. Quindi, "in comune" sì, ma solo per lavoro».
Recentemente hai
fatto un 45 giri, "E non finisce mica il cielo", ora hai in
programma un LP. Il tuo metodo di lavoro?
«Sparire. Sul
serio. Per me, fare un album è come chiudersi in una campana
di vetro attraverso cui non passi niente: devo concentrarmi
solo su quello. Perché un album è una cosa importante, che
rimane, e io voglio essere sicura di fare una cosa che anche
tra quattro, cinque anni mi piaccia».
Tua sorella parte
e va a fare un disco in America. Tu, invece...
«Rimango qui,
perché non sento questo richiamo e non ci credo. Così come :
non credo più di tanto alle cose tecniche, ma più nella mano e
nel gusto musicale i della persona. A parte che i da noi ci
sono ottimi studi; prenditi pure uno studietto qualsiasi, ma
mettici unì grosso tecnico e dei grossi musicisti e farai una
cosai meravigliosa. Lo scorso anno ho fatto un disco qui in
Italia con musicisti americani, ma quest' anno anche quelli
saranno italiani».
Cosa fai quando
non canti o non scrivi canzoni?
«Ho un sacco di
hobby, ma sono un tipo abbastanza casalingo, mi piace cucinare, coltivare ortaggi,
leggere, e qui vado sul pesante, saggistica e psicanalisi,
andare al cinema a vedere i film del terrore, giocare col mio
cane, guardare la televisione».
La gente ha di te
un' immagine in genere abbastanza triste...
«E invece io di
temperamento sono allegra. Credo che la vita vada un po' presa
dal suo lato umoristico sono napoletana di carattere. Mentre per il
pubblico, è vero, assumo quest' immagine più cupa: forse è
colpa della musica e delle canzoni che canto che m'
intristiscono, mi rendono nostalgica. Perché le cose che canto
sono nostalgiche e io sono di natura una inguaribile
romantico-sentimentale. Ma poi, fuori dal lavoro, vedo gli
amici, faccio gli spaghetti, esco a mangiare la pizza, bevo il
vino, rido e mi diverto».