Mina Piccolino

 

 

 

 

 

 

Aspettando PICCOLINO... La stanza è pronta: le pareti dipinte di azzurro, il fuoco nel camino e sui vetri il riflesso di un mare calmo e luccicante. L'eco di voci lontane oltre la spiaggia silente e dorata è distratta solo dal tintinnio di minuscoli campanelli che si salutano ad ogni soffio di vento. Nascerà domani, sotto buoni auspici, lontano dalla confusione e dalla nebbia, scaldato da migliaia di cuori in attesa; qui, in una stanza dell'anima accogliente e silenziosa, pronta all'ascolto, predisposta al cambiamento. Questa nuova creatura, dono di Mina, madre fertile e generosa, spero assomigli nello spirito e nell'originalità ai fratellini di latte FACILE e CARAMELLA, vicini a mondi musicali che mi hanno riportato all'ovile "mazziniano" dopo anni e anni di scetticismo e di vagabondaggio artistico. Ancora poche ore, la porta è socchiusa... Benvenuto PICCOLINO! (21.11.2011)

 

Una settimana fa, dopo aver pubblicato questa "poetica" premessa (un visionario preludio alla tanto attesa novità musicale) un fedele frequentatore del sito mi ha scritto chiedendomi se ultimamente io avessi cambiato casa e città... La domanda era ironica, ovviamente, era chiaro che nel mio scritto avevo accennato alla perfezione di ipotetiche stanze dell'anima, un non-luogo "adibito" all'ascolto della musica, etc. etc... Nessun riferimento alla mia abitazione. Ma io non ho colto subito la sottile presa in giro e mi son messo a scrivere un mezzo papiro per spiegare al mio interlocutore che non avevo traslocato, che le pareti della mia casa sono ancora tutte bianche e che dall'alto della mie finestre non vedo e sento il mare, ma la solita gente che va e viene freneticamente persa in albe e tramonti molto urbani. "Ma quanto sono scemo! - ho pensato dopo aver "realizzato" - a volte sottovaluto gli altri". Poi tutto è finito in una bella risata virtuale via mail, con relative "faccine" a corredo... Dopo un paio di giorni, però, un altro messaggio: "Sei a casa o sei partito? Scrivimi...". Beh... Ma allora come la mettiamo? Poi, ieri, un laconico SMS sul cellulare: "Dove sei?". Insomma, alla fin fine, per farla breve, qualcuno aveva pensato che io fossi in vacanza in Versilia (luogo dove fino a poco tempo fa mi spostavo spesso con la mia famiglia) e che proprio da lì, dal mare, stessi farneticando sull'uscita del nuovo disco di Mina. Ma vedi un po' che succede ad esagerare con le metafore...

 

Chiarito l'equivoco, torno a bomba su Mina e il suo nuovissimo album.

 

Grazie all'anteprima su Youtube, da martedì scorso il PICCOLINO me lo sto spupazzando alla grande, tenendolo in braccio, con amore e pazienza, soprattutto quando strilla... Un buon paio di cuffie in testa, l'animo ben predisposto, nessun pregiudizio e tanta attenzione, tutta quella che una nuova creatura necessita. Lo cullo di giorno, di sera, di notte... e anche di più: spesso nei ritagli di tempo torno più volte a risentirmi la stessa canzone per decine di minuti. Fortunatamente ho trovato una qualità audio discreta e quindi mi sto facendo un'idea abbastanza precisa di ciò che è stato pubblicato.

 

Ai miei occhi (ma soprattutto alle mie orecchie), la personalità del PICCOLINO si mostra già forte e grintosa, con sfumature del carattere davvero rare e preziose. Non vedo l'ora di gustarmelo come si deve e come merita, ovvero su un buon impianto ad alta fedeltà: il mio! :-)

 

Premesso che la voce di Mina è sempre stata ed è tutt'oggi superbamente unica e inattaccabile, l'album risulta altresì vincente per la buona qualità di gran parte delle canzoni selezionate. Scelte molto calibrate singolarmente ma che insieme formano un contesto tanto eterogeneo da risultare spiazzante, soprattutto ai primi ascolti. Per fortuna o purtroppo (a seconda dei punti di vista) si segnala un ritorno al classico e meno sperimentazione. Ma ciò che è davvero palpabile è il coinvolgimento emotivo dell'artista che attraverso grandi interpretazioni arriva immediatamente al cuore dell'ascoltatore. Ha ragione Massimiliano Pani, la madre non ha mai cantato bene come in questo disco. Su 14 pezzi più della metà mi sono piaciuti molto, e questo penso sia già più che sufficiente per decidere di premiare il CD con l'acquisto.

 

Tengo a precisare che piccoli gioielli come Compagna di Viaggio, L'uomo dell'autunno e Ainda Bem meritano un dieci e lode, nonostante la grande tristezza che si respira nei primi due pezzi... ma va benissimo, non voglio fare questioni di genere, hanno tutti e tre una tale forza da riuscire a brillare di luce propria, grazie ovviamente alla sensibilità umana e artistica di Faletti, ai classici ed eleganti arrangiamenti di Gianni Ferrio e alla leggera e felice scrittura di Marisa Monte. Molto validi, secondo me, anche i brani Matrioska e Fuori città. La lettura dei due pezzi di Giuliano Sangiorgi è così coinvolgente che le canzoni si lasciano ascoltare e riascoltare sempre molto volentieri, soprattutto E così sia che permette alla Tigre di sfoderare artigli ancora molto affilati. Con Canzone maledetta, invece, ritroviamo un Mingardi "già sentito", forse scelto da Mina per poterci urlare dentro in maniera a dir poco impressionante. E poi ci sono cose minori, secondo i miei gusti, ma tutto sommato gradevoli, nonostante qualche ingenuità nei testi e in alcuni arrangiamenti non troppo originali. I due brani in inglese, a mio avviso, non aggiungono e non tolgono niente a tutto il resto.

 

Il mio scetticismo "mazziniano" negli ultimi tre anni si è completamente dissolto e sono felice di questo...

 

Il vagabondaggio artistico intorno alla MUSICA (ed altre passioni), per quanto mi riguarda, continuerà comunque, magari con qualche pausa in più durante il viaggio, ma poi, ne sono sicuro, spiccherà nuovamente il volo verso spazi ancora inesplorati e senza bisogno di spostarmi neanche un metro da qui.

 

Le mie piccole stanze dell'anima hanno porte sempre aperte, non per fuggire ma per accogliere...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rosario Bono - 28.11.2011