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Il genio
della Tigre di Cremona sfuggita pure a Sinatra
21.8.2008 - Che Mina
fosse un’altra cosa si capì subito, alla prima apparizione
tv del 1959, quando interpretò Nessuno, nota in
salsa veterosanremese grazie alla De Angelis. Mina – si
diceva allora – la urlò; la canzone è tuttora nella memoria
collettiva e la Signora iniziò lì a diventare fenomeno. A
colpire, spiazzare, spesso dividere e – più spesso –
incantare. Internet calcola che abbia inciso oltre mille
brani, noi abbiamo provato a contarli, negli album della
Signora, il primo del 1960. Solo nel 2004 non ne ha
realizzati, in compenso ne ha sfornati numerosi doppi. E il
conteggio si è fermato a quota 849: tenendo però conto di
antologie e versioni in lingua straniera (pure giapponese e
turco), a mille si arriva agevolmente. Confermato una volta tanto
Internet, sarà il caso però anche di ragionare sui contenuti
di un repertorio tanto vasto, con un successo lungo
cinquant’anni che si fa beffe anche di talune scelte
zoppicanti. Specie quelle dei succitati album doppi, colmi di
brani che hanno senso solo perché la voce è la sua.
...
La prima Mina rafforzò in
tv il canzoniere con i modi del proporlo. Gioiosa, femme
fatale che faceva tendenza, giocherellona, sensuale. E con
questa variegata verve lanciò Tintarella di luna
(1959), Una zebra a pois (di Luttazzi, 1960),
Le mille bolle blu (1961), È l’uomo per me (1964),
Grande grande grande (1972), Parole parole con Alberto Lupo (1972). Nei dischi, intanto, aveva subito
preso l’abitudine di inserire tre tipologie di capolavori:
scoperti (con i relativi autori), riscoperti,
nascosti.
Dei primi l’emblema è E se
domani, 1964, di Carlo Alberto Rossi e Giorgio
Calabrese, che Fausto Cigliano e Gene Pitney
avevano lanciato: nel dimenticatoio. Con lei passò alla
storia. E poi quanti autori valorizzati: Donaggio (Come
sinfonia, 1961), Nino Ferrer (Un anno d’amore,
1964), gli Audio 2 negli anni Novanta. Passando per
Paoli (Il cielo in una stanza nella versione di
Mina è uno standard) e Morricone, autore di Se
telefonando nel ’66 (testo, se ci credete, di Maurizio
Costanzo). Fra i capolavori (e gli autori) riscoperti
spiccano quelli di Jannacci, in Mina quasi Jannacci
del ’77: E l’era tardi, Vincenzina, La sera
che partì mio padre (scelte banali poche, la Signora).
Mina lanciò anche il catalano Serrat (Bugiardo e
incosciente, ’69) e di recente ha fatto riscoprire
Mingardi e Britti (Oggi sono io, 2002).
...
Ha insomma insegnato il peso
dell’interprete nella proposta di una canzone. E infatti pure
di capolavori nascosti, di sconosciuti o quasi, nel suo
repertorio ve ne sono diversi: canzoni che solo lei
probabilmente poteva portare al grande pubblico. Via di qua
(del figlio, ’86), Volami nel cuore (’96), D’amore non scrivo
più (2002). Senza contare pezzi goliardici – stonati in bocca
altrui – tipo Ma chi è quello lì (1987). E non è finita.
Perché Mina fa arte personale (sia pure a tratti discutibile -
specie pensando alle canzoni di Napoli) pure delle cover, che
nel suo canzoniere passano dai Beatles al Brasile (sublime Mina canta o Brasil), da
Summertime a Zero, da Dylan a
Bernstein. E poi la musica sacra, Modugno, Baglioni,
Jovanotti, Grease, Johnny guitar, Glenn Miller, D’Anzi. Taluni
suoi rapporti con certi autori sono divenuti persino perni
della sua storia. Da Battisti (riletto in due lp) a Cocciante
(che le ha scritto apposta Questione di feeling); da De Andrè
(La canzone di Marinella in duo nel ’97) sino a Celentano, con lo storico
album in coppia del ’98. Fra gli incontri mancati spicca
invece Sinatra, che l’avrebbe voluta con sé a fine Sessanta:
ma ha pagato pegno nel 2005 col bel disco L’allieva, fra
My
way, Strangers in the night e April in Paris. I dischi, già...
A volte antologie di (troppe) voglie da togliersi, a tratti
gioielli purissimi: Mina, 1964 (Insensatez, The nearness of
you); Canzonissima 1968 (La voce del silenzio); il suo ultimo
concerto Mina live ’78: hit, tanto Battisti ed un assaggio
della varietà dei suoi menu (Ray Charles, Bee Gees, Queen).
Del resto solo lei ebbe un musicista, Bruno Canfora, pronto a
scriverle – 1965 – un pezzo di puro esercizio vocale: Brava. E
solo lei ebbe l’allegra sfrontatezza di cantarlo. Ma si era
capito subito che Mina era un’altra cosa. Col suo timbro
inconfondibile ha interpretato più di mille canzoni,
rilanciando spesso brani dimenticati come il capolavoro E se
domani.
...
Diva dei varietà tv degli anni
'60 e '70, ha amplificato
il suo mito non apparendo più e affidandosi solo ai suoi
dischi anche se non sempre felici.
L'Avvenire - Andrea
Pedrinelli
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