F O T O G R A M M I D A U N C A N Z O N I E R
E
LE MIGLIORI *
MINA-CELENTANO
Bisognerebbe aver già fatto pianta stabile nel loro Luna Park e
assecondare ancora una volta il modo in cui hanno scelto di
confrontarsi e di divertirsi, per poterli apprezzare senza
riserve.
Ho voluto comunque
regalarmi qualche giro di
giostra, lasciandomi andare senza pregiudizi, perché
col tiro al
bersaglio al buio non si vince neanche una bambolina.
Mina e Celentano grazie all'impasto delle loro voci,
alla loro
proverbiale istintività e a quel personalissimo e ineccepibile
modo di interpretare, si concedono ancora una volta il
lusso di invitarci a giocare, nascosti dietro le postazioni
strategiche del loro parco divertimenti. Per l'occasione
entrambi sono stati raffigurati
mascherati con improbabili abiti carnevaleschi dai
toni sgargianti, in linea con i carrozzoni in festa che mi
sono immaginato...
In un angolo di questo Luna Park mi son rivisto
bambino, felicemente terrorizzato sugli autoscontri, e mi è parso di
sentire gli altoparlanti intonare ancora: "dal letto io mi alzai e
tutta la guardai, sembrava un angelo...".
Sono sceso a
perdifiato dalle montagne russe, volando tra le note
"altissime e purissime" della voce
di Mina per poi riprendere a camminare tra i
palloncini colorati e lo zucchero filato, sorridendo
nel vedere la mia immagine riflessa sulle pareti del
castello incantato, sagomata dal
tempo e non dagli specchi deformanti che da piccolo
mi facevano tanto ridere...
Ho cercato di agguantare un sogno sulla grande ruota, che dal punto
più alto offriva l'ennesima panoramica sull'amore nelle più disparate sfaccettature. Lassù, dove
il rumore di fondo sembrava dissolversi, mi sono illuso di
fermare il tempo, ma in realtà sono rimasti solo pochi minuti per provare a riflettere sui mali del mondo, giusto il
tempo di una canzone (IL BAMBINO COL FUCILE).
Sono riuscito a
rincorrere la
musica fino all'ultima traccia e mi son ritrovato
a
battere
il tempo al ritmo della batteria di un vecchio
brano di Adriano.
Avanti signori, c'è posto,
altro giro,
altra corsa! Si ricomincia daccapo col tormentone "amami, amami,
inevitabilmente sì..." che guarda inesorabilmente al
passato e si prosegue con
le collaudate manfrine di due scafati marpioni,
servite su un piatto d'argento.
Alla fine del tour,
nonostante la grancassa mediatica e il notevole
impianto fieristico, devo confessare che sono rimasto un po'
deluso, mi aspettavo di più... Ho sentito spesso affiorare il
retrogusto malinconico di un consumato déjà-vu, ma
soprattutto non ho colto quella magia, quella scintilla
o quel sound che per me fanno la differenza e che, a
prescindere dall'ascolto (che può risultare più o meno
piacevole) mi portano a premiare il progetto con
l'acquisto del "prodotto finito".