Non era difficile riuscire ad
immaginare il bombardamento mediatico che avrebbe accompagnato il settantesimo compleanno
di Mina. Di più: il "piacevolissimo inferno" che si
è scatenato fin dai primi giorni di marzo "in tutti i
modi, in tutti i luoghi e in tutti laghi" ha sbaragliato ogni
previsione. Giusto qualche sprovveduto prevenuto si sarà stupito
di tanta dedizione. Forse qualcuno non riesce a valutare l'impatto
che ancora oggi provoca sul pubblico l'ultimo grande ed
autentico personaggio
della musica, del costume e dello spettacolo italiani.
Un
personaggio che, nel bene e nel male, è riuscito a restare vivo
nell'immaginario collettivo per più di cinquant'anni, a
prescindere dagli eventi, dal repertorio (non sempre all'altezza),
dai cambiamenti generazionali e soprattutto da quella drastica
decisione di non cantare mai più dal vivo e di sparire dalla Tv.
Ho letto recentemente su Sorrisi e Canzoni Tv una definizione, secondo me, perfetta:
Mina è la cantante per antonomasia. Nel
panorama musicale nostrano, prima e dopo di lei c'è stato ovviamente
altro, molto altro... Sicuramente
voci
diverse, altrettanto valide ed
interessanti, ma rimane Mina l'unica interprete femminile
capace di incarnare ancora oggi il mito vivente della musica
leggera italiana.
Un simbolo per i più romantici o un marchio di
fabbrica,
per i più pragmatici. Comunque un mito. Così come lo sono
Sophia Loren e Totò per il cinema, Maria Callas per la lirica, la
Duse per il teatro, o più "terra terra" la pizza per la cucina
italiana nel mondo...
Parlando nello specifico di interpreti
femminili di talento qui non si tratta di stabilire soltanto chi è
la più brava o chi è la più bella del reame, o chi meglio ha
saputo "vendere" il proprio repertorio, e nemmeno di sindacare su chi ha
avuto più o meno chances nel corso della propria carriera. Tutto
ciò è importante, ma per diventare un mito
(un termine spesso usato a sproposito) occorre qualcosa di più:
bisogna riuscire ad entrare nel
cuore e nella
mente della
gente e rimanerci praticamente
per sempre. Questo accade raramente e
quando accade non è certo perché qualcuno sia stato in grado di
deciderlo a tavolino. Oltre al talento e alla
volontà
di onorarlo, esiste un'alchimia indecifrabile che in un
processo unico e irripetibile stempera il tutto con qualcosa di misterioso,
frutto di una miriade di variabili, a volte imprevedibili e molto
spesso guidate dalla Fortuna, la misteriosa dea bendata che
cammina sempre cinque passi davanti a noi e che per noi il più
delle volte decide...
Questa è magia, tutto quello
che non si riesce a spiegare... E questa è anche la magia
di Mina
che, sebbene orfana di palcoscenico da più di trent'anni e
artefice di centinaia di capolavori quanto di altrettanti brani
molto meno gloriosi, è stata in grado nel 2010 di fare
letteralmente esplodere il
web (ma anche stampa, radio e Tv) in attesa del suo
imminente anniversario contrassegnato dal fatidico numero 70.
Di tutto il resto
ne
hanno già parlato tutti - anche a sproposito - nel corso degli
anni e possiamo continuare a riparlarne razionalmente da qui
all'eternità... ma il risultato non cambierebbe e il mistero resterebbe inviolato, con buona pace degli
sprovveduti prevenuti e
soprattutto degli invidiosi.
A Mina, che sicuramente e giustamente continuerà a
starsene per i fatti suoi e a fregarsene allegramente di tutto
questo clamore, auguro soltanto di continuare a produrre album
belli come il recente FACILE, dove finalmente, dopo anni di perplessità e di sbadigli,
non ho
ritrovato "solo" la sua VOCE (quella c'è sempre stata), ma intatte e decuplicate le emozioni e lo
stupore di un tempo.
Con mia grande meraviglia.