IL ROSSO NEI RICORDI TORNA A SANGUINARE

 

 

MUFIDA Loredana Bertè

ARIA DI FESTA

SOPRA LA CITTÀ

CON TANTI SCONGIURI

PER L'ANNO CHE VERRÀ

TRA I SOLITI IDIOTI

MAGHI E PARRUCCHIERI

I GIANNI & PINOTTO

MA CHI È CHE FA PINOCCHIO

MUFIDA

COLPITA AL PRIMO BALLO

MUFIDA

DA UN MASCALZONE SCALTRO

ARIA DI FESTA

PLASTICA E DI FIORI

BABBO NATALE

CHE FA GLI STRAORDINARI

ARIA DI CACCIA

CHE SA DI GUERRA SANTA

DI CACCIA ALLE STREGHE

CHE L'HANNO FATTA FRANCA

A TUTTI I GATTI NERI

RAZZA QUASI ESTINTA

CONTRO L'IGNORANZA

BEL PAESE CHE AVANZA

NELL'INDIFFERENZA

DI FRONTE A UN ASSASSINO

E IL SEGNO DELLA CROCE

CHE FA CONTRO UN GATTINO

GENTE PIA E CREDENTE

LANCIA ANATEMI SOPRA LA CITTÀ

È UN GIOCO DI SOCIETÀ

CHE È DI VERITÀ

NON È UNA NOVITÀ

LA GENTE PAGA BENE

PER LE SUE FATTUCCHIERE

PER QUELLA BAMBINA ANCORA LÀ

E QUALE GENTE PAGHERÀ

QUELLA BAMBINA LÀ

OCCHI GRANDI E NERI... NERI

COME I SUOI PENSIERI

MUFIDA

CHE IL PUBBLICO PAGANTE

MUFIDA

HA CONSACRATO GRANDE

MUFIDA

RESTERAI

QUELL'ESEMPIO

COME GESÙ NEL TEMPIO

AI TRAMONTI D'ESTATE

ROSSI SOPRA IL MARE

DAVANTI ALL'ORIZZONTE

COME A UN ALTRO FRONTE

ALLE STELLE MANCANTI

I NOSTRI COMPLEANNI

MAI FESTEGGIATI...

IN TUTTI QUEGLI ANNI

AI DESIDERI

RIMASTI SOSPESI

TRA TERRA E CIELO

SU QUELL'ARCOBALENO

ALL'ALLUNAGGIO D'ESTATE

ANNO '69

ERA UN GIORNO DI LUGLIO

E ANCHE A... BEETHOVEN...

PER QUANTO MI COSTA

...DIMENTICARE

PREFERISCO FARMI MALE

QUALE COSCIENZA

... IN QUESTO MONDO SENZA

AI GIORNI PERDUTI

FRA LACRIME E FUMO

SOTTO I MANGANELLI

USATI SUI FRATELLI

AGLI ANNI CONTRO

AGLI ANNI SPACCATI

A QUELLI DI PIOMBO...

... E MALEDETTE STRAGI

ALLE LAMPARE ACCESE

DEI PESCATORI

TUTTE QUELLE NOTTI

CHE PASSAVI FUORI

ALL'AMORE DATO

SENZA RISERVE...

AL CUORE TUO

SPEZZATO PER SEMPRE

PER SEMPRE

MUFIDA...

MUFIDA...

TESTO L. Bertè - MUSICA P. Leon

 

 

 

Dall'alto delle barricate fumanti della sua vita di frontiera si alza forte e chiaro un nuovo grido. Di dolore. Non è il primo e non sarà l'ultimo: MUFIDA!

E per LOREDANA il rosso nei ricordi torna a sanguinare, unica macchia di colore nel lucido affresco di un mondo in bianco e nero. Un ritratto così realistico da risultare inevitabilmente impietoso: il ricordo degli anni bui, la superstizione, l'ignoranza mai sconfitta, la voglia di lottare, il non-amore, l'incanto spezzato di un passato troppo lontano e di un presente che vale ancor meno di niente.

Pensieri neri, all'ombra dello sguardo forte e tenero di MIMI', suo eterno alter ego di rimpianto.

E' un canto disperato, senza speranza ("quanto mi costa dimenticare, e preferisco farmi male"), ma tutta questa energia che esplode nell'interpretazione chiede attenzione, mescola emozioni ad alta tensione e stimola nuove reazioni...

LOREDANA è tornata (senza essere mai partita) e lo fa alla sua maniera, nella fotografia meno sbiadita di se stessa, che non può prescindere dai feticci di un completo jeans, dagli stivaletti rock e dalla bandana rossa, indossati ormai non più per moda ma come medaglie al valore.

Ancora tracima tutta la rabbia, privata del lusso della nostalgia, privata di un'apparente via di scampo. E non potrebbe essere diversamente in questi tempi "senza", dove sbandare e deragliare non è più prerogativa delle minoranze, dove solo gli imbecilli, come nelle favole alla fine, potranno vivere felici e contenti.

MUFIDA, non solo per l'assonanza col nome della regista tunisina Moufida Tlatli, richiama inevitabilmente la trama dell'opera prima Les silences du palais (film del 1994), una storia raccontata attraverso gli occhi di una ragazzina, Alia, sospesa nei suoi vagabondaggi tra presente passato, che usa la musica e il canto contro le ingiustizie e la schiavitù, per liberarsi dalle catene della sua casa/prigione.

MUFIDA è quindi anche l'essenza di MIMI' che nella sua storia terrena ha pagato con il "cuore spezzato per sempre" il prezzo più alto di una vita così vera da non poter essere accettata senza riserve nel teatrino dell'effimero ("tra Gianni e Pinotto e chi emula Pinocchio").

MUFIDA potrebbe essere una sorta di Dedicato del 2000, senza la pretesa di azzardare un arrangiamento un po' ruffiano, senza la pretesa di essere cantata in coro con disinvoltura, ma con la voglia di essere urlata al cielo con grande passione, contro quei muri sempre più alti di silenzio e indifferenza.

 

Mi è capitato recentemente di riscoprire questa piccola recensione che avevo scritto a suo tempo, esattamente nel 2005, all'indomani della diffusione del singolo MUFIDA, brano che avrebbe anticipato l'uscita dell'album BABY BERTE'. Dopo averla letta, riletta, e un po' riveduta e corretta, ho deciso di inserirla in questa sezione del  sito. Sono molto legato alle tematiche del testo di questa canzone che LOREDANA BERTE'  e P. LEON sono riusciti a mettere in musica in modo straordinario, creando un connubio perfetto e molto aderente al genere di messaggio proposto.  Una coinvolgente e martellante ballata in cui sfilano piccole e grandi colpe, ben nascoste in quelle misere realtà che tutti noi per egoismo o per paura spesso facciamo finta di non vedere. Con tutta la passione e la rabbia che da sempre la contraddistinguono, solo LEI avrebbe potuto creare un canto di protesta così duro ed efficace. Ennesimo rigurgito di un'autentica ribellione che avrebbe meritato molta più attenzione.

 

22.9.2013 - Rosario Bono