Particolare della copertina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NINA SIMONE AMORE E RIVOLUZIONE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dei cinque album incisi per la RCA, dal 1967 al 1971, To Love Somebody è il penultimo. Pubblicato nel mese di giugno del 1969, il 33 giri contiene nove brani, tutti registrati a New York: sette a gennaio dello stesso anno e due a dicembre del 1967 ("To Love Somebody" e "I Can't See Nobody"). Nina Simone si distingue come sempre, anche quando le viene chiesto, come in questo caso, di rivisitare alcuni standards della musica pop-rock, e come sempre è particolarissima, sia in veste di interprete che di musicista, sia quando i testi delle canzoni affrontano tematiche sociali, sia quando parlano d'amore. Tra pennellate blues, soul e ritmiche jazz, si assiste spesso ad una brillante sperimentazione, base di una cifra stilistica unica e irripetibile che Nina ha impresso in quasi tutte le sue produzioni.

Dopo il flop commerciale dell'album precedente (eppure parliamo dello splendido Nina Simone and Piano) ecco il "riscatto economico" frutto delle buone vendite di questo nuovo lavoro, che però arriva in un periodo non particolarmente felice della vita dell'artista, ancora ostaggio dei suoi problemi esistenziali.

 

L'album si apre con un adattamento di "Suzanne" di Leonard Cohen. Una superba cover che ha solo bisogno di essere ascoltata, non ci sono parole per descriverne la bellezza e la valenza emotiva; le uniche parole da ricordare (che il poeta ha saputo far brillare di luce propria) sono quelle del testo...

Il secondo pezzo è "Turn! Turn! Turn!" di Pete Seeger, brano costruito quasi interamente su testi sacri, fondamentalmente un inno alla pace, ripreso nel tempo da molti altri artisti.

Segue l'ardimentosa e scatenata ballata gospel "Revolution" (divisa in due parti) scritta dalla cantante insieme a Weldon Irvine Jr. - Secondo quanto riportato nella biografia di David Brun-Lambert, Nina disse alla sua amica londinese Sylvia Hampton: "Questa canzone parla di rivoluzione, non solo del colore della pelle, ma di tutto! Parla delle barriere che devono essere distrutte. L'ora è giunta! Le persone sono soffocate dalla loro quotidianità, dall'età, dalla loro vita sessuale, dai soldi che hanno... Il senso di ogni cosa è stravolto. Abbiamo bisogno di una rivoluzione per uscirne e tornare verso Dio. Tu sai fino a che punto siamo persi, è triste" - Nina diceva queste cose nel 1969! Questa è chiaroveggenza, patrimonio di pochi, soprattutto di alcuni grandi artisti che riescono a vedere attraverso i muri, oltre le apparenze, percependo in largo anticipo quello che sta per accadere, mentre il resto del mondo sembra occuparsi di altro...

La facciata A si chiude con la title track "To love somebody", notissima song dei fratelli Barry e Robin Gibb, portata al successo dal famoso gruppo a cui appartenevano, ovvero i mitici Bee Gees. La versione di Nina Simone non si allontana molto dall'ambito pop in cui è stata concepita e anche se ben riuscita brilla poco al cospetto degli altri brani del disco.

 

Delle quattro canzoni presenti sul lato B, tre sono di Bob Dylan ("I Shall Be Released", "Just Like Tom Thumb's Blues" e "The Times They Are a-Changin'") e una ancora dei fratelli Gibb ("I Can't See Nobody"). La rilettura di quest'ultimo brano non mi sembra particolarmente efficace, ma anche l'originale, secondo me, non è da annoverare tra le perle della produzione dei Bee Gees. Riguardo Bob Dylan, invece, se non altro siamo in presenza di testi importanti, ma non sarò certo io oggi, nel 2017, ad avere la pretesa di illustrare le tematiche e le svariate interpretazioni a cui da sempre si son prestate le parole delle sue canzoni. Di questi tre pezzi posso solo dire che li preferisco nella versione di Nina Simone che con la sua voce profonda e i nuovi arrangiamenti riesce a sublimare la genialità dei testi, provocando un cortocircuito emotivo ad alta tensione. Confesso che la voce monocorde e tediosa del "menestrello del rock" non mi è mai piaciuta.

 

 

3 NOVEMBRE 2017

Ultima modifica 30.12.2017

 

Rosario Bono