NINA SIMONE AND PIANO

 

 

 

L'album essenziale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un'opera nuda e cruda, vera come un diamante grezzo sfaccettato da devastanti chiaroscuri, splendente di pochi ma luminosissimi raggi di speranza. Una lunga riflessione sul percorso umano lastricato di eterne illusioni e sconfitte, di solitudini e di disperazione, dove l'amore è sempre presente, anche quando si medita sulla morte e la reincarnazione. Nina Simone affronta questi temi con la massima libertà di espressione (pianoforte e voce), con l'anima inquieta, ferita, spoglia e senza difese. Le mani da pianista esperta tormentano i tasti bianchi e neri guidate da un talento e da una maestria ineguagliabili. La voce entra di volta in volta nelle songs con dolcezza, con energia, con enfasi, rubando i segreti della parola, impossessandosi della magia del pianoforte: una musica viva, pulsante, senza trucchi e senza inganni e poi la voce, solo la voce, sempre così autorevole, scura e profonda...

 

Senza dubbio siamo in presenza di un passaggio essenziale: un album che amplifica le buone intenzioni e la curiosità di chi desidera accostarsi alla musica di Nina Simone, una musica che crea dipendenza; dopo avere apprezzato e amato questo disco, rimanere in ascolto potrebbe diventare, oltre che un piacere, una necessità.

 

Il long-playing originale contiene 10 canzoni incise a New York e pubblicate dalla RCA nel 1969. Dalla stessa sessione sono stati recuperati successivamente altri quattro brani destinati alla versione CD.

 

Lato A

 

01 * Seems I'm Never Tired Lovin' You - Grande dichiarazione d'amore: "Se le montagne si sbriciolassero in cenere, se i fiumi si fermassero e le nuvole oscurassero il sole, io non cancellerei mai il mio amore per te, saresti ancora il mio tutto in tutto, perché di amarti non mi stancherei mai...". Parole che rimandano all'incipit del testo di "Hymne à l'amour" della grande Edith Piaf. Due giganti agli antipodi. Interpretazione toccante e coraggiosa!

 

02 * Nobody's Fault But Mine - Cover di un brano del 1927 inciso per la prima volta dal cantante gospel/blues Blind Willie Johnson. Nina interviene sulla composizione, diventando così coautrice del pezzo.

 

03 * I think it's going to rain today - Viene rispettata l'atmosfera malinconica e intensa della versione originale che ispirò il titolare della canzone, il grande Randy Newman. Sfiorato da un tocco di ironia, il brano (oggi più che mai attuale) fu inserito nell'album di esordio dell'autore nel 1968.

 

04 *Everyone's Gone To The Moon - L'originale di Jonathan King viene totalmente stravolto: poteva essere diversamente? Non è il mio brano preferito ma ci pensa il pianoforte a far dimenticare le esuberanze interpretative di Nina.

 

05 * Compensation - Un minuto e 38 secondi per trasformare in canzone una breve poesia di Paul Laurence Dunbar ("dopo avere amato così profondamente e così a lungo, Dio nella sua grande compassione mi ha dato il dono del canto"). Un luminoso cameo di purezza e semplicità in cui fa capolino un coro e un organo.

 

Lato B

 

01 * Who Am I? (di Leonard Bernstein) - "Io chi sono? Era già tutto scritto o sono nata semplicemente per caso in un giorno di luglio? Dopo la mia morte avrò l'opportunità di vivere di nuovo? Sarò un leone, un pettirosso, uno scricciolo o un gallo?".

 

02 * Another Spring - Pessimismo esistenziale che si placa e si trasforma in ottimismo con l'arrivo di una nuova primavera. Il famoso raggio di speranza.

 

03 * The Human Touch - Il contatto umano, una pratica che ha cambiato tempi e forme nel corso degli anni. In questa breve canzone viene evocato con rimpianto, intensità e delicatezza.

 

04 * I Get Along Without You Very Well - L'hanno cantata molto bene diversi interpreti, da Chet Baker a Billie Holiday, da Frank Sinatra a Marianne Faithfull, a Diana Krall... Sarebbe ingiusto fare una classifica, si tratta di fior di interpreti e ognuno ha cercato di metterci dentro la propria anima. Chi apprezza questa canzone non avrà che l'imbarazzo della scelta nello scegliere la versione preferita.

 

05 * The Desperate Ones (Les Désespérés) - In questo emozionante brano dedicato agli "ultimi" Nina affronta Jacques Brel, impresa ardua per chiunque: lo fa a modo suo e anche molto bene trasformando il grido di dolore in un lungo e inconsolabile sussurro. Però, per me, identificare Brel nella sua profonda essenza significa pensare a Juliette Gréco, unica e insuperabile nella lettura di molte sue canzoni.

 

Nella "storia infinita" che il viaggio dentro la musica rappresenta, scandagliare e cercare di comprendere l'universo artistico di Nina Simone rimane una delle esperienze più stimolanti che mi potesse capitare.

 

20 APRILE 2016 - Rosario Bono