20.2.2012 - ARTICOLO TRE (Giorgio Moltisanti) -
Patti Smith, ai giornalisti che le chiedevano il suo
segreto, ha risposto: "Se ho
stile è perché mi guida Rimbaud".
Così, secca. Se sai chi è Rimbaud bene, se no ti
documenti: non è affare mio. Più che
snob, stimolante. Come
dire: "Io sono un’artista,
ciò con cui ho a che fare si chiama arte, you know…".
18.2.2012 - BLOGOSFERE
(Caterina Martucci)
-
Finita la magia della terza serata, che aveva regalato la
splendida esibizione di Patti Smith, il Festival
torna nelle secche di casa nostra. L'eleganza è virtù che
appartiene a pochi e i Marlene Kuntz, forti di un buon
gusto ampiamente dimostrato in passato e oggi in parte
smentito dalla bruttezza della canzone presentata a Sanremo,
hanno messo a segno, la scorsa serata, un duplice colpo:
innanzitutto la canzone scelta, Impressioni di settembre
della PFM è senza ombra di dubbio la più bella della
serata; a questo si aggiunga il fatto che a cantarla con loro
c'era un'artista immensa, la Smith per l'appunto.
Nonostante l'interpretazione di Godano & company, che
personalmente non ho apprezzato, si è assistito a un bello
spettacolo. La forza che la Sacerdotessa del Rock sprigiona è
qualcosa di inspiegabile, parte da quel suo stare in scena
impeccabile e finisce sulle note di Because the night.
La platea si alza e applaude. Io, come altri, penso:
finalmente ci siamo! E invece no. Ieri sera, tornati dalle
parti di casa nostra, ho avuto la conferma che questo
spettacolo non s'ha da fare. Non trovo bella nessuna delle
canzoni in gara, solamente banalissimi ritornelli troppo
lunghi con strofe troppo brevi, che nascondono l'assenza di
ispirazione. Certo ci sono bravi interpreti. Ma non può
bastare...
17.2.2012 - IL MESSAGGERO/Controcanto
(Gianni Togni) - Guardo l’orologio e
sono le ventitre passate. Ho la forte tentazione di
tradire e andarmene a letto. No, devo resistere. E faccio bene
perché la performance di Patti Smith con i Marlene
Kuntz è veramente da brividi. Impressioni di settembre,
uno dei pezzi che ho amato di più del progressive italiano, si
colora di nuova luce e mi fa ritornare addosso tutte le
emozioni di quando, ragazzino, andavo di nascosto con gli
amici ai concerti della PFM. Bei tempi anche quelli di
Because the night che la mitica Patti Smith,
secondo me, canta meglio del grande Bruce Springsteen.
Ecco, la platea è tutta in piedi. E’ un’ovazione. Questa è
musica, ragazzi!
18.2.2012 - ROCKOL/Blog (Gianni
Sibilla) - Non capita spesso di assistere ad un Festival
che produca una cosa memorabile, anche una sola, di quelle
che ricorderai finché campi. Come quella volta che
Springsteen o Madonna fecero ospitate
indimenticabili, quella volta che Vasco rubò il
microfono, quella volta che Bono & The Edge cantarono
voce e chitarra. Beh, questa volta, una cosa del genere
abbiamo avuto la fortuna di vederla: il duetto tra Patti
Smith e i Marlene Kuntz. Hanno vinto loro, che sono
riusciti non solo a portarla in Italia (dove è ogni due per
tre, da qualche anno a questa parte), ma a farle fare un
doppio duetto davvero emozionante.
18.2.2012 - LA REPUBBLICA (Ernesto
Assante) - Abbiamo avuto una fantastica
esibizione di Because the night con la grande
principessa del rock in scena anche insieme ai Marlene
Kuntz sul palco di Sanremo con una splendida
versione di Impressioni di settembre: forse il momento
più bello in assoluto della serata.
19.2.2012 - IL FATTO QUOTIDIANO (Andrea Scanzi) - Sono
bastati cinque minuti di Patti Smith per
percepire nitidamente quanto grande sia l’abisso che separa i
big reali dai presunti. Le icone autentiche dai divi de
noantri. Quando “la signora Smith” – come l’ha accolta un
provincialissimo Gianni Morandi – ha eseguito
Impressioni di settembre
con i Marlene Kuntz, è stato come passare da un
filmaccio di Bombolo a un capolavoro di Kubrick.
Dal niente al tutto.
17.2.2012 - AGI - E' stato assegnato ai
Marlene Kuntz con Patti Smith il Premio Sala
Stampa per la migliore esecuzione nella serata-evento dei
duetti dal titolo Viva l'Italia nel Mondo. I
Marlene Kuntz hanno eseguito con Patti Smith il
brano Impressioni di settembre. Il premio e' stato
realizzato dal maestro orafo Affidato. (AGI) .
19.2.2012 - AVANTI! (Martina Alice De
Carli) - Occhi spiritati. Volto stretto, e scavato che
sparisce in una cascata di capelli grigi. Voce rauca, forte,
sottile. Immancabile camicia bianca, abito nero da uomo di
Costume National. Chi non la conosce potrebbe credere che
lo sia, un uomo, se non fosse per quelle mani lunghe e
delicate che le spuntano fuori dalle maniche larghe della
giacca. Patti Smith si muove senza regole né
convenzioni, con la stessa forza sciamanica che emanava negli
anni Settanta, quando fece del punk rock una religione
della quale era la divinità indiscussa. Sul palco del teatro
Ariston gli applausi durano a lungo. E lei rimane ferma e,
con la testa leggermente inclinata, rende grazie, dopo aver
ipnotizzato il pubblico con la sua incredibile presenza
scenica. La figlia spirituale di Allen Ginsberg e
Rimbaud, non porta mai colori brillanti. I suoi abiti
hanno una grande forza, e trasmettono tutta la ribellione e
tutta l’anarchia che hanno contraddistinto la sua esistenza
bohémienne. La cifra del suo stile è un ibrido tra maschile e
femminile. Contemporaneamente in anticipo e in ritardo sulla
moda, è sensuale e goffa, e in bilico tra sacro e profano,
cielo e inferno, bianco e nero. Più che di contraddizioni, è
fatta di contrasti, una donna dall’immagine molto dura ma con
un lato straordinariamente mistico. Mrs Smith ha un
debole per gli abiti della stilista belga Ann
Demeulemeester, non si trucca, non va dal parrucchiere, e
quando è in tour riempie una valigia con tre magliette, due
paia si calze, quattro mutande, un paio di jeans, il
passaporto, la macchina fotografica, e il libro che sta
leggendo. Per le serate eleganti un nastro nero, al posto
della cravatta. Non le interessano le apparenze. E’ sempre
stata vera, rigettando tutto quello che era ritenuto «normale»
per una femmina.
17.2.2012 - MONDO MUSICA BLOG - Erano
tutti in piedi per la sacerdotessa del rock Patti
Smith, salita sul palco del Festival di
Sanremo per duettare con i Marlene Kuntz
nella serata dedicata alla musica italiana all’estero. È stata
forse l’esibizione più attesa di tutta questa confusa e
zoppicante edizione regalata ad un ospite internazionale più
che prestigioso. Patti Smith non era forse
consapevole di essere stata la punta di diamante non solo
della serata ma dell’intera kermesse. Sul palco si è
presentata in abiti da uomo, con tanto di giacca e cravatta,
sicura di sé, così come è sicuro che ha cambiato la storia del
rock a livello mondiale. Ieri sera Patti Smith
e i Marlene Kuntz hanno duettato con
Because the night, canzone scritta a quattro mani con
Bruce Springsteen, e Impressioni di
settembre (The world became the world). Because the
night l’abbiamo cantata proprio tutti, dal ragazzino alle
generazioni più attempate, non è un caso, quindi, che il
pubblico fosse tutto in piedi per cantare una canzone simbolo
del rock. Nonostante la performance coinvolgente, che ha
rappresentato uno dei momenti più alti di tutta la kermesse,
Patti Smith non è riuscita a salvare
dall’eliminazione definitiva dei Marlene Kuntz
dall’eliminazione definitiva.