Speciale Festival di Sanremo 2012

 

 

 

 

 

 

La vera trionfatrice della 62^ edizione del Festival di Sanremo è stata lei: Patti Smith. Senza essere in gara, senza urlare, senza supponenza, senza problemi tecnici, senza troppe parole. Nella debole serata dedicata ai duetti con gli artisti stranieri, per omaggiare la canzone italiana nel mondo, si è levato il canto ipnotico e perfetto di quel pifferaio magico che da sempre sa incantare il suo pubblico in ogni angolo del mondo. Umiltà e onestà intellettuale, leggerezza e stile anche nell'affrontare temi profondi, poliedricità nell'arte e nella comunicazione. Tutto questo è stato recepito anche dal palco dell'Ariston, anche in un Festival da dimenticare, anche presentando due sole canzoni. E questo mi sembra un segnale forte e importante. Perché la location conta poco quando si ha qualcosa da dire e si ha la forza di riuscire a comunicarlo. Peccato che ad affiancarla non ci sia stata una presenza artistica abbastanza forte e carismatica: ne ha fatto le spese la mitica IMPRESSIONI DI SETTEMBRE ed ovviamente non per la parte affidata alla Smith che al contrario ne ha colto il senso in profondità, tanto da trasfigurarla, reinventarla e farla sembrare un brano del suo repertorio. Su BECAUSE THE NIGHT non oso aggiungere altro. Una Patti Smith immensa e intensa, come sempre! :-)R

 

 

20.2.2012 - ARTICOLO TRE (Giorgio Moltisanti) - Patti Smith, ai giornalisti che le chiedevano il suo segreto, ha risposto: "Se ho stile è perché mi guida Rimbaud". Così, secca. Se sai chi è Rimbaud bene, se no ti documenti: non è affare mio. Più che snob, stimolante. Come dire: "Io sono un’artista, ciò con cui ho a che fare si chiama arte, you know…".

 

18.2.2012 - BLOGOSFERE (Caterina Martucci) - Finita la magia della terza serata, che aveva regalato la splendida esibizione di Patti Smith, il Festival torna nelle secche di casa nostra. L'eleganza è virtù che appartiene a pochi e i Marlene Kuntz, forti di un buon gusto ampiamente dimostrato in passato e oggi in parte smentito dalla bruttezza della canzone presentata a Sanremo, hanno messo a segno, la scorsa serata, un duplice colpo: innanzitutto la canzone scelta, Impressioni di settembre della PFM è senza ombra di dubbio la più bella della serata; a questo si aggiunga il fatto che a cantarla con loro c'era un'artista immensa, la Smith per l'appunto. Nonostante l'interpretazione di Godano & company, che personalmente non ho apprezzato, si è assistito a un bello spettacolo. La forza che la Sacerdotessa del Rock sprigiona è qualcosa di inspiegabile, parte da quel suo stare in scena impeccabile e finisce sulle note di Because the night. La platea si alza e applaude. Io, come altri, penso: finalmente ci siamo! E invece no. Ieri sera, tornati dalle parti di casa nostra, ho avuto la conferma che questo spettacolo non s'ha da fare. Non trovo bella nessuna delle canzoni in gara, solamente banalissimi ritornelli troppo lunghi con strofe troppo brevi, che nascondono l'assenza di ispirazione. Certo ci sono bravi interpreti. Ma non può bastare...

 

17.2.2012 - IL MESSAGGERO/Controcanto (Gianni Togni) - Guardo l’orologio e sono le ventitre passate. Ho la forte tentazione di tradire e andarmene a letto. No, devo resistere. E faccio bene perché la performance di Patti Smith con i Marlene Kuntz è veramente da brividi. Impressioni di settembre, uno dei pezzi che ho amato di più del progressive italiano, si colora di nuova luce e mi fa ritornare addosso tutte le emozioni di quando, ragazzino, andavo di nascosto con gli amici ai concerti della PFM. Bei tempi anche quelli di Because the night che la mitica Patti Smith, secondo me, canta meglio del grande Bruce Springsteen. Ecco, la platea è tutta in piedi. E’ un’ovazione. Questa è musica, ragazzi!

 

18.2.2012 - ROCKOL/Blog (Gianni Sibilla) - Non capita spesso di assistere ad un Festival che produca una cosa memorabile, anche una sola, di quelle che ricorderai finché campi. Come quella volta che Springsteen o Madonna fecero ospitate indimenticabili, quella volta che Vasco rubò il microfono, quella volta che  Bono & The Edge cantarono voce e chitarra. Beh, questa volta, una cosa del genere abbiamo avuto la fortuna di vederla: il duetto tra Patti Smith e i Marlene Kuntz. Hanno vinto loro, che sono riusciti non solo a portarla in Italia (dove è ogni due per tre, da qualche anno a questa parte), ma a farle fare un doppio duetto davvero emozionante.

 

18.2.2012 - LA REPUBBLICA (Ernesto Assante) - Abbiamo avuto una fantastica esibizione di Because the night con la grande principessa del rock in scena anche insieme ai Marlene Kuntz sul palco di Sanremo con una splendida versione di Impressioni di settembre: forse il momento più bello in assoluto della serata.

 

19.2.2012 - IL FATTO QUOTIDIANO (Andrea Scanzi) - Sono bastati cinque minuti di Patti Smith per percepire nitidamente quanto grande sia l’abisso che separa i big reali dai presunti. Le icone autentiche dai divi de noantri. Quando “la signora Smith” – come l’ha accolta un provincialissimo Gianni Morandi – ha eseguito Impressioni di settembre con i Marlene Kuntz, è stato come passare da un filmaccio di Bombolo a un capolavoro di Kubrick. Dal niente al tutto.

 

17.2.2012 - AGI - E' stato assegnato ai Marlene Kuntz con Patti Smith il Premio Sala Stampa per la migliore esecuzione nella serata-evento dei duetti dal titolo Viva l'Italia nel Mondo. I Marlene Kuntz hanno eseguito con Patti Smith il brano Impressioni di settembre. Il premio e' stato realizzato dal maestro orafo Affidato. (AGI) .

 

19.2.2012 - AVANTI! (Martina Alice De Carli) - Occhi spiritati. Volto stretto, e scavato che sparisce in una cascata di capelli grigi. Voce rauca, forte, sottile. Immancabile camicia bianca, abito nero da uomo di Costume National. Chi non la conosce potrebbe credere che lo sia, un uomo, se non fosse per quelle mani lunghe e delicate che le spuntano fuori dalle maniche larghe della giacca. Patti Smith si muove senza regole né convenzioni, con la stessa forza sciamanica che emanava negli anni Settanta, quando fece del punk rock una religione della quale era la divinità indiscussa. Sul palco del teatro Ariston gli applausi durano a lungo. E lei rimane ferma e, con la testa leggermente inclinata, rende grazie, dopo aver ipnotizzato il pubblico con la sua incredibile presenza scenica. La figlia spirituale di Allen Ginsberg e Rimbaud, non porta mai colori brillanti. I suoi abiti hanno una grande forza, e trasmettono tutta la ribellione e tutta l’anarchia che hanno contraddistinto la sua esistenza bohémienne. La cifra del suo stile è un ibrido tra maschile e femminile. Contemporaneamente in anticipo e in ritardo sulla moda, è sensuale e goffa, e in bilico tra sacro e profano, cielo e inferno, bianco e nero. Più che di contraddizioni, è fatta di contrasti, una donna dall’immagine molto dura ma con un lato straordinariamente mistico. Mrs Smith ha un debole per gli abiti della stilista belga Ann Demeulemeester, non si trucca, non va dal parrucchiere, e quando è in tour riempie una valigia con tre magliette, due paia si calze, quattro mutande, un paio di jeans, il passaporto, la macchina fotografica, e il libro che sta leggendo. Per le serate eleganti un nastro nero, al posto della cravatta. Non le interessano le apparenze. E’ sempre stata vera, rigettando tutto quello che era ritenuto «normale» per una femmina.

 

17.2.2012 - MONDO MUSICA BLOG - Erano tutti in piedi per la sacerdotessa del rock Patti Smith, salita sul palco del Festival di Sanremo per duettare con i Marlene Kuntz nella serata dedicata alla musica italiana all’estero. È stata forse l’esibizione più attesa di tutta questa confusa e zoppicante edizione regalata ad un ospite internazionale più che prestigioso. Patti Smith non era forse consapevole di essere stata la punta di diamante non solo della serata ma dell’intera kermesse. Sul palco si è presentata in abiti da uomo, con tanto di giacca e cravatta, sicura di sé, così come è sicuro che ha cambiato la storia del rock a livello mondiale. Ieri sera Patti Smith e i Marlene Kuntz hanno duettato con Because the night, canzone scritta a quattro mani con Bruce Springsteen, e Impressioni di settembre (The world became the world). Because the night l’abbiamo cantata proprio tutti, dal ragazzino alle generazioni più attempate, non è un caso, quindi, che il pubblico fosse tutto in piedi per cantare una canzone simbolo del rock. Nonostante la performance coinvolgente, che ha rappresentato uno dei momenti più alti di tutta la kermesse, Patti Smith non è riuscita a salvare dall’eliminazione definitiva dei Marlene Kuntz dall’eliminazione definitiva.

 

 

 

 

 

 

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