LA FAMIGLIA SMITH IN CONCERTO

 

Selezioni Rassegna Stampa

 

 

9.12.2014 - NAPOLI (Basilica di San Giovanni Maggiore) - Metti una sera in chiesa con Patti Smith che canta "Holy Night", una notte santa per tutti gli uomini e le donne di questa città. C’è un’atmosfera particolare, non capita tutti i giorni che una sacerdotessa laica preghi per — e con — il popolo di Napoli. Per la sua ‘messa in rock’, l’ex icona della new wave ha deciso di cambiare la disposizione dei brani in scaletta rispetto all’esibizione al Duel Beat. L’apertura è destinata a "Cradle Song", il brano in onore della Vergine Maria. «Questa è una piccola canzone per il grande Gesù», dice emozionata come l’abbiamo vista poche volte. Mentre intona "Ghost" scende dall’altare per salutare da vicino il pubblico in sala. Poi arriva "Frederick", brano dedicato al marito (scomparso anni fa) Fred Sonic Smith e i suoi fan cominciano a battere ritmicamente le mani. Le parole pesano come macigni, scandite con forza, con chiarezza. Patti Smith usa la parola «umanità» come un verbo insopprimibile, Alle sue spalle si ergono l’altare e un crocifisso dorato. Le sorprese tanto attese sono solo il canto natalizio, inserito tra "This Is The Girl" e "Blue Christmas", e "Peaceble". Nessuna rivoluzione, ma quel che conta, come spiega la cantante, sono le intenzioni di chi suona, il modo in cui si porge la musica agli spettatori. Nella basilica c’è una straordinaria donna di spettacolo che si emoziona davanti alla potenza della religiosità e intona i suoi canti a un Gesù Cristo a lungo invocato. E, nei bis finali, si lancia nell’omaggio all’amico mai dimenticato Lou Reed. "Perfect Day" è elegante, perfetta per aprire la strada a "People Have The Power", la gente ha il potere. I napoletani sembrano aver compreso il suo messaggio: «Alzate la voce, fatela sentire forte. Non dimenticate che ne avete una». LA REPUBBLICA

 

8.12.2014 - NAPOLI (Duel Beat) - "Stasera abbiamo suonato più blues. Ci piace che sia il pubblico a dettare la linea, a dirci dove andare. Mi piace che in platea vi sia ogni tipo di pubblico, giovani e bambini. Parliamo allo spirito delle famiglie, con un pizzico di vanità, ma a San Giovanni Maggiore cureremo di più l’aspetto formale mantenendo lo scheletro dello spettacolo e la voglia di divertirci; sarà un’occasione speciale perché la gente rifletta sull’avvento di Cristo e sul concetto di umanità. E’ un momento di contemplazione e di celebrazione. Sarà fantastico essere a San Giovanni Maggiore”. Non vuole più sentire parlare di polemiche sulla sua esibizione. “Mai litigato con un prete”, dice ridendo. “Suono da sempre nelle chiese anche in Italia. Nessuno si è mai sentito offeso dalla mia presenza. Mi piace parlare con i cappellani dei templi, spiego loro i significati dei miei brani e li incontro anche dopo. Sono luoghi di preghiera e di culto che rispetto profondamente. La musica, la famiglia, l’amore fanno tutte parte del sistema che le chiese diffondono. La gente vi ritrova la propria bellezza ed è quello che mi aspetto capiti anche stasera”. LA REPUBBLICA

 

6.12.2014 - VICENZA (Teatro Comunale) - Non c’è neppure un posto libero nel nuovo teatro di Vicenza, sold out da mesi. Quando sul palco entra la band seguita dalla “sacerdotessa”, si capisce che è un concerto che il pubblico non vede l’ora di vivere fino in fondo. Tutto ha un senso preciso nella dinamica del concerto, nella stesura della scaletta. E un concerto de “The (Patti) Smiths” non poteva non iniziare con “Frederick”, delicatissima, dedicata da Patti al marito Fred Smith, chitarrista degli MC5 e padre di Jesse e Jackson, scomparso nel 1994. Dietro ad un palco minimale c’è solo un schermo sul quale durante il live danzeranno lente immagini geometriche in bianco e nero, tra giochi ottici e contrasti di luci. Un nido in cui la lettura poetica di “Birdland”, potente e ipnotica, sta bene al pari del classico “Dancing barefoot”, proposta in una versione acustica dall’attitude rock. “Sono felice di essere con la mia famiglia in questa bellissima città – saluta il pubblico Patti - domani mattina cercherò di vedere di più, ma Vicenza è bella anche con la pioggia; oggi c’è la luna piena nascosta da qualche parte e per questo siamo tutti un po’ più pazzi del solito”. Nell’eleganza eccentrica che solo gli artisti sanno indossare, Patti Smith ha voglia di raccontarsi. “Jackson ha avuto un bambino, e sono diventata nonna – sorride la cantante – nel mondo non ci saranno mai abbastanza Smith. Al nuovo arrivato dedico questa canzone “Beautiful boy””. Il brano che John Lennon in “Double fantasy” aveva scritto per il piccolo Sean, diventa così una tenera ninna nanna per il nipotino. Il contrasto con “This is the girl”, omaggio ad Amy Winehouse nell’ultimo disco della Smith “Banga”, genera le scintille che accendono il fuoco del rock. Patti Smith non canta ma vive ogni singola parola di ogni singola canzone, con ogni fibra del proprio corpo. Gli auguri di buon Natale e di un anno nuovo migliore, The (Patti) Smiths li fanno con “Toyland”, un classico canto delle feste, sottolineati dalla giocosa versione di “Blue Christmas” di Elvis cantata (e ballata) da Shanahan, con la cantautrice “limitata” ai cori e il figlio jack alla slide guitar. Poi è il momento di un classico del repertorio, “Ghost dance” e ancora della toccante “Beneath the southern cross”, “scritta per le persone che abbiamo amato o perso; non una canzone di morte ma di vita”, sottolinea la cantante imbracciando l’acustica. Dopo un sospiro pieno di tanti ricordi, Patti Smith vuole dedicare “Peaceable kingdom” a Papa Francesco: “mi piace molto perché sta cercando di proporre un cambiamento positivo, questa è per lui”. Il finale si infiamma con “Pissing in a river” e l’inno “Because the night”, con il pubblico che corre sotto il palco per sfiorarne la potenza. “Sono contenta di essere stata qui con la mia famiglia – saluta Patti - questa canzone per me è speciale perché ho scritto le parole per il papà di Jesse e Jackson”. I bis commuovono e infiammano. “Mi manca tanto Lou, era un mio caro amico”, e sorprende tutti con “Perfect day” di Reed che dedica al pubblico aggiungendo felice “è la luna piena!”. Su “Banga” si cristallizza l’anima punk della Smith che tira su, letteralmente, dal pubblico due ragazze e le fa suonare assieme a lei fino alla fine del concerto, ululando nel microfono e sputando per terra, in un rito catartico dove la sacerdotessa recita una poesia su San Francesco e il lupo. L’arrivederci è con “People have the power”: nessuno è rimasto deluso, nessuno si è sentito solo in questa messa laica del rock. CORRIERE DEL VENETO

 

3.12.2014 - Ascoltare la voce di Patti Smith live è un’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita: solo in questo modo si possono cogliere appieno tutte le sfumature della sua voce, il suo modo così caldo e coinvolgente di interpretare le canzoni. L’artista, originaria di Chicago e trasferitasi successivamente a New York, non si limita a cantare, lei avverte ogni parola con estrema sensibilità ed è in grado di trasmetterne il significato come pochi altri. Nonostante i suoi quasi 68 anni la sua voce non ha subito modifiche rilevanti e la sua grinta è rimasta intatta. OUBLIETTE MAGAZINE

 

3.12.2014 RIMINI (Teatro Novelli) - Un concerto "famigliare", in cui Patti Smith ha voluto anche omaggiare Rimini, il suo mare e la sua spiaggia, ma soprattutto il suo artista più rappresentativo, Federico Fellini, più volte richiamato nel corso del concerto. Al Maestro Patti Smith ha dedicato per l’occasione una improvvisata rivisitazione di una sua canzone, My blakean year. RIMINI TODAY

 

2.12.2014 - PARMA (Teatro Regio) - Un concerto rock come una messa cantata, con tutto il Regio in piedi a battere le mani e cantare People have the power e Because the night con Patti Smith. Che non per niente è da sempre definita la "sacerdotessa". Una liturgia officiata con grande amore per il pubblico, con cui ha scherzato spesso, grande rispetto per il luogo (e a Verdi ha dedicato anche la canzone del Trovatore Manrico che cantava ragazzina quand'era nel coro della scuola), e memoria per chi non c'è più: dal marito Fred Sonic Smith all'amico Lou Reed (di cui ha eseguito Perfect Day), da Amy Winehouse (destinataria di This is the girl) a John Lennon, omaggiato con la sua Beautiful Boy, dedicata al nipotino. Si perché mamma Patti, sul palco con la figlia pianista Jesse e il figlio chitarrista Jackson (oltre che con Tony Shanahan), ora è anche nonna. Ode alla famiglia dunque da parte della leggendaria artista che ha regalato a Parma una notte da ricordare. E che Lorenzo, chiamato sul palco a imbracciare la chitarra durante Banga, potrà a sua volta raccontare ai nipotini. LA GAZZETTA DI PARMA

 

1.12.2014 - "Per la prima e - credo - ultima volta sono sul palco i nostri figli Jackson e Jessica: abbiamo pensato che suonare insieme in Italia, un Paese che amano e in cui la famiglia continua ad avere un ruolo fondamentale nella società, sarebbe stato il modo migliore per ricordare Fred. Facciamo uno spettacolo molto semplice, acustico, in cui però non mancano Because The Night e People Have The Power, scritta con mio marito. Per noi la musica non è un modo per far soldi, per ribellarsi ai genitori, per divertirsi o stupire: è un modo per dire che Fred è ancora vivo e che è con noi, è per questo che siamo in Italia". LA STAMPA

 

1.12.2014 - Non tutti i figli di musicisti trovano il sostegno dei genitori, c’è chi sostiene che il mondo del rock sia insidioso (RS) - "Ah, ma chi se ne frega, le insidie sono ovunque! Vengo da una famiglia modesta, mio padre era operaio, mia madre cameriera, mi preme solo che Jesse e Jackson siano felici, qualsiasi cosa scelgano di fare nella vita. Hanno entrambi un talento naturale per la musica, però fanno anche molto altro. Jesse compone ed è un’attivista; Jackson ha un bimbo piccolo. Sono entrambi dei gran lavoratori e non li ho mai caricati di nessuna aspettativa. Per loro sono una mamma, non Patti Smith la rockstar". ROLLING STONE