Da un piccolo libro costruito su stralci di interviste e citazioni, catturate tra le pieghe di un lungo percorso umano e artistico, autentico quanto sofferto e articolato, scaturiscono come per magia  tutte le fascinazioni del PENSIERO e della FILOSOFIA di Patti Smith, e per questo bisogna ringraziare il curatore dell'opera che ha saputo selezionare con grande abilità le sue esternazioni più significative nel corso di tutti questi anni. Un libro suggestivo, leggero ma non superficiale, che ci fa scoprire le fonti di ispirazione dell'arte e della musica di una grande e poliedrica artista.

Ho scelto alcuni passaggi, a parer mio tra i più incisivi, ed è stato un piacere scoprire affinità e punti di vista spesso molto vicini al mio modo di sentire. E' proprio vero, quando si stima e si continua a seguire con affetto e grande rispetto un personaggio, non è mai per caso e soprattutto non è soltanto merito di qualche buona canzone... :-)R

 

 

PATTI SMITH SHOW - A cura di James Federici - 2011 - Edizioni Blues Brothers

 

SELEZIONE BIBLIOGRAFICA (prima parte)

 

Vedova, madre, artista

"Io non vivo di ricordi, altrimenti dovrei suicidarmi per tutto quello che ho perduto: un marito, un fratello, gli amici, un'epoca irripetibile, la grandezza dei sogni... Oggi sogno ancora, però su scala minore. O forse è più esatto dire che sogno alla stessa maniera ma ormai siamo rimasti in pochi, perciò il sogno fa più fatica a farsi strada. Sono stata un'artista, poi una moglie, quindi una vedova. Oggi sono una vedova che è madre e artista. Non ho mai frenato né sterzato bruscamente. Ho sempre continuato a correre cercando di fare tesoro dei dolori che la vita mi riservava, provando sempre a chiedermi il perché. Poi ho smesso di domandare e mi sono limitata ad accettare".

 

Capirsi per capire

"Viaggio dentro me stessa. Bisogna capirsi per capire, bisogna leggere la propria mano per essere in grado di predire agli altri il futuro. Ho fatto molti errori, e ho imparato da essi. Ho capito che bisogna accostare l'orecchio per ascoltare le tante voci che sono dentro di noi, e il sogno è di riuscire ad ascoltarle tutte insieme. Questo è l'unico Villaggio globale che sopporto".

 

Troppe stronzate

"Ci sono stati troppi idealismi, e troppe stronzate da naïf, nella mia generazione. Troppa rigidità e troppo integralismo... Eravamo convintissimi di essere nel giusto, così non ci siamo preoccupati di confrontarci, ma solo di convincere gli altri a seguirci"

 

Bandita

"Quando mi sono pronunciata contro la guerra in Iraq, la mia musica è stata bandita dalle radio".

 

Molto romantica

"Anche se sono molto intelligente, non sono un'intellettuale. Tutto quello in cui credo, politicamente o in altri ambiti, è molto romantico".

 

Viva l'Italia

"L'Italia è il paese che ha placato la mia sete di conoscenza. E' Rossellini, Fellini, Bolognini. E' il luogo dove gli artisti hanno inserito nelle loro opere una visione di Dio unica"... Da bambina, ricordo che andavo in biblioteca e sfogliavo enormi libri d'arte, con dentro fotografie di cattedrali, chiese e meraviglie architettoniche, molte delle quali erano situate in Italia".

 

Il lutto gioioso

"Tutti abbiamo a che fare con la morte, questo lo sappiamo per certo: tutti dobbiamo sperimentare questa avventura. E' chiaro che quando perdiamo qualcuno che ci sta vicino soffriamo molto. Alcuni muoiono troppo presto, come mio marito, altri invece se ne vanno quando ormai è giunto il loro momento, per esempio mio padre. Come tutti, anch'io ho dovuto soffrire per la perdita dei miei cari, però la cosa importante quando accadono fatti del genere è essere felici di aver conosciuto queste persone. Non si può vivere il lutto sempre in modo doloroso, bisogna proporsi un lutto gioioso. Bisogna permettere che dentro di noi nasca la gioia della perdita. E' facile provare dolore, mentre la gioia è un sentimento più difficile. La vita è energia, e noi ai defunti dobbiamo trasmettere questa energia affinché loro possano affrontare la loro nuova avventura. Non sono le lacrime che portano energia, ma la gioia".

 

Un cazzo e un fiore

"Quando Robert [Mapplethorpe] fotografava due uomini che si baciavano, o un uomo che pisciava in bocca a un altro, tentava, alla maniera di Jean Genet, di raffigurare un determinato aspetto della condizione umana con nobiltà ed eleganza... Se qualcuno diceva: "Questa immagine di un cazzo mi disturba", Robert la toglieva subito e la sostituiva con l'immagine di un fiore. Perché per lui un cazzo o un fiore erano la stessa, identica cosa".

 

Sogni e desideri

"Anche oggi che non sono più giovane, sono un essere umano dotato comunque di desideri, aspettative, speranze e sogni. Sotto questo aspetto, non sono affatto cambiata".

 

Fragile punk

"Alla gente piace considerarmi come una dura, una punk che butta merda su tutto... Bè, lo sono, ma sono anche una persona fragile. Mi piacciono le persone vere, non le caricature, e so che in me ci sono una parte femminile e una maschile che devono trovare un equilibrio".

 

Sempre e mai

"Sono sempre consapevole di tutto quello che faccio. E non sono mai stata una egocentrica patologica".

 

Lesbica o no

"Continuano a domandarmi se sono lesbica oppure no, e questa è l'ultima volta che risponderò. Le etichette non hanno senso, e comunque io non scrivo "poesie lesbiche", scrivo poesie e basta... Capita che qualche essere umano mi provochi eccitazione, e non ha importanza che si tratti di Anita Pallenberg o di Mick Jagger, perché entrambi mi hanno ispirato a scrivere".

 

Niente di più bello

"Avrei molte cose da dire, ma se devo limitarmi a una sola è questa: vi prego, per quanto si possa progredire con la tecnologia, non dimenticatevi mai dei libri, dei libri come oggetto materiale capace di trasportare parole, immagini e idee. Nel mondo della materia non esiste niente di più bello di un libro".

 

 

10.7.2014 - Fine 1^ parte - Seconda parte