Mi guardo allo specchio e mi piaccio

 

 

A COLLOQUIO CON PATTY PRAVO

 

OTTOBRE 1970 - Roma - E' successo qualche giorno fa, poco prima di Canzonissima, durante la serata delle premiazioni Maschere d'argento. Patty Pravo era tra i premiati in platea, accompagnata da uno sconosciuto, che dicono funzionario della sua casa discografica e che dicono suo attuale amore. Ostentava la faccia e l'abbigliamento drammatici di quando compare sui palcoscenici: una mantella nera, secondo l'attuale moda-vampiro, gettata su una spalla, un braccio e l'altra spalla nudi, l'abito nero lungo, i capelli biondo chiaro tirati che scoprivano il collo sottile, il viso bianco senza sopracciglia. Ma quando nella seconda parte dello spettacolo fu invitata a salire sul palcoscenico per cantare e i ragazzi del suo complesso le annunciarono che mancava la corrente, che per il momento era impossibile l'allacciamento dei microfoni e degli strumenti elettrici, Patty Pravo perse la compostezza drammatica e la calma. Costretta a scambiare qualche battuta con il presentatore Corrado, in attesa di poter cantare, cominciò a camminare sul palco, in su e in giù, gesticolando, cercando di ridere, minacciandoci di lasciarci soli, spiegando maldestramente che i suoi ragazzi non funzionavano perché non erano stati "attaccati al tram". Si capiva che sarebbe bastato ancora un momento di ritardo, un segno di impazienza da parte del pubblico o l'imposizione di cantare da un altro microfono, per vederla girarsi di spalle e andarsene davvero, furiosa e sopraffatta dall'emozione, come successe quella volta ad Aprilia. Si capiva anche che a a un cuore di diva, di signora della canzone, non corrispondevano ancora il comportamento e l'abitudine. "E' cambiata", assicurano gli amici, "Ho gettato la maschera", dice lei, con una smorfia. "Ha imparato ad amare gli altri, a essere meno aggressiva perché è meno insicura", spiega la vice-madre astrologa Linda Wolf. "E' diventata una vedette internazionale", si consolano i fans. Ma alla giuria di Canzonissima Patty Pravo non è piaciuta e a molti ha dato fastidio in particolare l'enfasi, lo sforzo espressivo che rende quasi grifagna la sua angelica faccia, il tragico affanno che sembra soffocarle la voce, la smorfia di dolore. "Perché Patty Pravo quando canta sembra una prèfica?". Le faccio questa domanda nella sua casa di Roma, una casa da giovane diva piena di estri, abbastanza disordine e abbastanza ricchezza. Patty non mi accompagna a visitarla. Mi dice di andarci da sola e io apro casualmente la porta della stanza da bagno. Ciò che vedo mi basta: centinaia di vasetti e boccette di cosmetici, forse mille, rosa bianchi azzurri, stipati su un grande tavolo davanti a uno specchio; i soliti quadretti e posters alle pareti tappezzate di legno; sopra la vasca rosa un grande cartello in uso anni fa nelle scuole elementari, che illustra le operazioni igieniche da compiersi ogni mattina; sopra un altro specchio un memorandum scritto da Patty con il dito sporco di crema: "Pillola per non mangiare". Ritorno nel grande tinello diviso in due salotti, la spinetta del '700 inglese nel mezzo, un tappeto di cavallino sulla moquette chiara, le coperte di guanaco gettate sui divani. Patty è irriconoscibile come tutte le volte che l'ho vista senza trucco in faccia. Infantile, dolce, nel grande caftano bianco che sembra una camicia da notte, ma subito pronta a diventare insopportabile. Le portano un pastina in brodo da mangiare tenendo il piatto in bilico sul bracciolo ("mangia a tutte le ore e senza tavolo", narrano i suoi biografi) e lei fa i capricci con la cameriera, brutalizza in romanesco l'astrologa Linda, urla al telefono, insulta i due amici che l'assistono; infine piange sentendosi cantare. Sul registratore stereofonico c'è il nastro appena inciso della sua seconda canzone scelta per Canzonissima: Non andare via, di Jacques Brel. E' un motivo singhiozzante, per metà recitato, molto suggestivo, decisamente sentimentale. Patty si ascolta guardando la propria faccia riflessa in una vetrata buia e si commuove. "Non potevo portare questa canzone per prima a Canzonissima", grida all'improvviso "non potevo dare questo cazzotto sulla testa del mio pubblico. Io volevo farlo contento il mio pubblico, per questo ho cantato Per te, una canzone che gli piaceva già, che avevo già cantato a Senza rete e nei dischi, nei juke-box. E adesso tutti mi fanno domande cattive, mi chiedono se so di essere antipatica, mi svegliano di notte col telefono per farmi dire che sono disperata. Anche lei, anche lei che vuole intervistarmi e sapere della canzone, se è stata colpa mia o della canzone. Io ho cantato bene e sono contenta. Il mio pubblico deve ancora votare. E anche l'altra sera mi applaudiva, protestava per me. Cosa vuole che mi importi il voto di quindici persone contro un applauso del pubblico? Quando poi quelle quindici persone si prendevano a gomitate per avere un mio autografo. Cosa vuole che mi importi di perdere a Canzonissima se so di poter diventare una vedette internazionale, se farò uno spettacolo per tutta Italia con il più grande regista di Francia? E quella che cosa vuole da me? Non vede che non sto bene, che ho l'influenza, che non ho dormito abbastanza, che devo partire, che è una pallosa?". Quella è Linda Wolf, astrologa amica e Pigmalione numero due di Nicoletta Strambelli, dopo Alberigo Crocetta che ne fece fino a due anni fa la ragazza del Piper. E' merito di Linda Wolf, dei suoi interventi concilianti e materni se l'intervista con Patty Pravo si può fare. Patty fa raramente un discorso compiuto: esclama, ammicca, dice sì no boh, si volta a parlare coi suoi amici ("spiegagliela tu questa storia"), poi ti aggredisce con una raffica di parole indecifrabili. Scoraggerebbe anche un innamorato, ma non lo fa apposta: il suo peggiore segreto, nascosto con sproporzionata rabbia, è la timidezza, e se cambiamento c'è stato siamo appena agli inizi. Ecco dunque Linda Wolf che interpreta, traduce e spiega per due.

 

LINDA WOLF - Cara Nicoletta, queste tue scenate non mi fanno tremare nemmeno il pizzo della camicia. Nicoletta, dico io, ha buone radici. Ho conosciuto la sua nonnina veneziana, una donna deliziosa, educata, gentile, con grossi princìpi morali. Nicoletta ha imparato da lei. Certo, se n'è andata da ragazza perché la nonna non voleva lasciarle le chiavi di casa, cosa che invece molti genitori oggigiorno fanno normalmente con le loro figlie. Nicoletta è un Ariete, una contestatrice nata. Aveva trovato un alleato nel nonno, ma il nonno è morto quando lei aveva 14 anni. Nicoletta se n'è andata subito dopo.

 

PATTY PRAVO - Sono andata in Inghilterra, a Londra, perché non sapevo che fare. Lì era bellissimo. Si dormiva di giorno e si stava svegli di notte. E per vivere bastava stare in casa di qualcuno e fargli il tè e il letto. Ci si incontrava nelle discoteche o al ristorante cinese e si era tutti amici. Io non sono capace di conservarmi le amicizie, perciò rimpiango quei mesi passati a Londra. Ancora oggi se arriva un vecchio amico da Londra la mia casa è sua. Qui a Roma rivedo ancora qualcuno del Piper o gente della mia cerchia di lavoro. Non esco quasi mai di sera.

 

LINDA WOLF - Nicoletta non è difficile. Ha avuto un'adolescenza dura e ha imparato a diffidare, ma se qualcuno le si dimostra davvero amico diventa un'amica meravigliosa. Anche la sua infanzia non è stata invidiabile.

 

PATTY PRAVO - I miei genitori mi hanno svezzato e consegnato alla nonna, come tutti ormai sanno. Non li vedevo mai. Nemmeno i fratelli. Non li vedo nemmeno adesso, se è per questo. Ero molto sola prima di incontrare Linda.

 

I suoi genitori non sono mai venuti a trovarla a Roma? Non hanno ancora visto questa sua nuova casa?

PATTY PRAVO - I miei genitori non hanno visto nessuna delle mie case. Che ragione ci sarebbe? Io telefono ogni tanto, loro telefonano: "Come stai?". "Bene, grazie e tu?". Con la nonna è diverso. Alla nonna chiedo perfino consigli, è il mio gobbetto portafortuna, con il dovuto rispetto, sia chiaro. L'anno scorso mi aveva detto di non partecipare a Canzonissima. Anche quest'anno me l'aveva detto.

 

Per questo è stata incerta fino all'ultimo momento?

PATTY PRAVO - No. Io non avevo mai detto che sarei andata a Canzonissima, ma quelli della mia casa discografica hanno accettato per me prima che io trovassi tutte e tre le canzoni. Io sono stata zitta fino a che non le ho trovate, perché di solito non prendo un impegno se non so come posso portarlo a termine. Voglio dire che non pretendevo tre canzoni perché ero certa di andare in finale. Sono canzoni molto belle comunque, come questa di Brel: dopo averla cantata, anche se mi sbattono fuori, la mattina dopo io mi guardo allo specchio e mi piaccio, capisce? Gli anni scorsi io cantavo La bambola o Tripoli "bel suol d'amore", cose divertenti, ma abbastanza estranee. Quest'anno mi sono detta: faccio sul serio, canto quello che mi piace, che sento, anche perché se mi lascio scappare questa occasione, dove li trovo venti milioni di spettatori tutti per me?

 

Come le sembra questa edizione di Canzonissima? Le piacciono i quiz e gli accoppiamenti?

PATTY PRAVO - Mi sono indifferenti. Non dirò mai che mi hanno rovinato. E poi sono felice di essere stata abbinata a Giorgio Gaber che con Don Backy era il più artista del gruppo, con una grossa carriera alle spalle. Gli organizzatori di Canzonissima hanno inventato i giochetti per farci fare qualcosa, per non farci stare seduti in prima fila a tormentarci le mani e a spiegazzarci i vestiti. Così la gara è completa. E io sono costituzionalmente un personaggio "antigara", io se devo gareggiare perdo sempre, io sono un'artista. Certo, quel poco che ho visto di Canzonissima come spettatrice non mi è piaciuto troppo, ma i poveracci sono ancora in rodaggio.

LINDA WOLF - Patty è diventata più conciliante, è maturata, ha imparato ad amare gli altri. Ma non è merito mio come molti credono. Io ho soltanto aiutato Nicoletta a esprimere certe sue qualità latenti. Se Patty ha mal di pancia c'è Linda che corre. Se Patty ha una delusione c'è Linda che la consola. La sicurezza del mio affetto disinteressato l'ha resa più forte, più stabile emotivamente, più ricca di interessi.

PATTY PRAVO - Linda, non dire imbecillità!

 

Quando vi siete conosciute? E' vero che la signora Wolf crede di aver trovato in Patty la reincarnazione di una sua figlia perduta?

LINDA WOLF - Nicoletta è venuta da me circa due anni fa per farsi fare l'oroscopo, così come vengono tanti. Ci siamo intese subito. Io sono Ariete come lei, io come lei ho avuto un'adolescenza abbastanza solitaria e contestataria. Non credo che sia una reincarnazione, ma le voglio bene come se fosse mia figlia, questo sì. Io non ho figli. Quando abbiamo tempo le insegno quello che insegnarono a me e che Nicoletta non ha mai potuto imparare. Le faccio leggere dei libri. Le faccio fare lo yoga. Bado che non si faccia del male.

 

Allude ai suoi amori sbagliati? A Jacques Marouani del quale proprio lei, mi pare, signora Wolf, scoprì l'imminente paternità nel luglio scorso; e la notizia traumatizzò talmente Patty che dicono abbia tentato di gettarsi dalla finestra dell'albergo parigino nel quale lui veniva a trovarla ogni giorno lasciando la moglie?

PATTY PRAVO - Basta con le imbecillità. Dei miei amori parlo io. Con gli uomini mi sono divertita come con le canzoni, fino a qualche tempo fa. Anche con Gordon Faggetter è stata solo una ragazzata. Poi mi sono innamorata sul serio e non faccio nomi. E sono cambiata completamente, anche come cantante, anche se l'amore è finito. La gente forse non se n'è ancora accorta, ma io ho capito che cantare per me non è soltanto un divertimento, è la vita. Lei mi chiedeva poco fa perché cambio faccia quando salgo sul palcoscenico, perché divento drammatica e sembro una prèfica. Perché sento di esprimermi ed è come se fossi felice: un'altra persona cioè. Ed è anche una fatica fisica, credo di perdere due o tre chili per ogni canzone, ma è la cosa più importante che ho. Quando sono seduta in platea tra la gente, io mi sento incompleta, bloccata, infelice. Non mi sento nessuno, ecco, ed è imbarazzante. Per questo mi comporto così male alle volte. Linda lo ha capito e, scherzi a parte, è davvero un'amica molto buona per me. Crocetta diceva che sarei diventata la nuova Edith Piaf, una cosa insensata tra l'altro, ma lui si occupava di più del mio aspetto esteriore, vestiti, balli, ragazza del Piper, che di quello che io sono e voglio diventare. Non mi ha certo aiutato a scoprirmi. Linda invece sì. E ne sento già la differenza nei miei contatti con il pubblico. E' cominciato al Festival di Sanremo quest'anno, quand'ero convinta che mi ammazzassero, che mi buttassero fuori, invece...

LINDA WOLF - Si mise a piangere. Gridava: "Ma allora mi vogliono bene, vedi che vogliono bene anche a me".

PATTY PRAVO - Sciocchezze. Ho capito che dovevo essere più vera, che era più facile sorridere che nascondersi. Poi è continuato in Francia. I primi giorni mi piaceva non essere riconosciuta per strada. Poi ho cantato, sono usciti i giornali, hanno imparato il mio nome e l'interesse della gente mi ha fatto sentire un grande calore. Io ne ho bisogno. Era bello, non ero più sola. Per questo voglio dare tutto al mio pubblico. Sbagliare anche, ma in buona fede.

 

E l'amore? E Marouani?

PATTY PRAVO - Ci amavamo come pazzi, ma ho dovuto lasciarlo. L'ho lasciato io per non scendere a compromessi con me stessa. Una bella delusione. E che male.

LINDA WOLF - Patty ha fatto benissimo. Jacques non era da sposare. E Patty si sposa prima o poi, statene certi, ne ha una gran voglia.

 

Il suo misterioso ragazzo del momento?

PATTY PRAVO - Nooo, con quello io...

LINDA WOLF - (arrossendo). Vuol dire che è solo un flirt, un piccolo flirt senza amore.

 

GENTE - 2.11.1970 - Ornella Ripa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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