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TRA CIELO E TERRA

 

 

 

 

Il cielo c'è, la terra c'è, ma vivo qui sospesa... In questa frase estrapolata dal testo di GRAND HOTEL, canzone di Renato Zero rivisitata e interpretata da PATTY PRAVO nel lontano 1976, c'è l'essenza di ECCOMI.

 

Il CIELO è la dimensione in cui colloco un'ideale 1^ parte del disco. Qui ho ritrovato finalmente un'artista ispirata, convincente e in linea con le sue produzioni migliori.

 

Se - Questa canzone è puro incanto, impossibile esprimerlo a parole, bisogna solo ascoltarla, possibilmente ad occhi chiusi (ma non mentre si sta guidando). La migliore dell'album.

VOTO 1O

 

Non siamo eroi (feat. Emis Killa)- Una disamina a due voci, ipnotica e spietata, un ritratto sincero di un vissuto non allineato, con un testo più che mai attuale e un arrangiamento molto coinvolgente.

VOTO 9

 

A parte te - Questa ennesima perla di Giuliano Sangiorgi, emerge dalla tensione di un'interpretazione molto asciutta ed immediata. Emozionante.

VOTO 9

 

Per difenderti da me - La malinconia struggente che in amore da sempre accompagna una rinuncia, tra le dissolvenze introspettive di un Tiziano Ferro in grande forma.

VOTO 9

 

Cieli immensi - La melodiosa e orecchiabile ballad di Fortunato Zampaglione, costruita con cura soprattutto nell'inciso - fin troppo evidenziato - ha un solo obiettivo: non farsi dimenticare. Non è la canzone che amo di più dell'album, ma potrebbe rivelarsi perfetta per colmare la distanza siderale dall'ultima hit di successo - E DIMMI CHE NON VUOI MORIRE - che risale al lontano 1997.

VOTO 8

 

[Se al Festival di Sanremo questo brano fosse stato eseguito bene, fin dalla prima apparizione, Patty Pravo, che nei risultati del televoto è risultata terza, avrebbe potuto vincere o almeno salire sul podio grazie alla somma finale dei voti, perché sarebbe stata premiata anche dalla giuria di esperti che, forse puntando più sull'interpretazione che sulla bontà del pezzo, l'ha fortemente penalizzata]

 

Qualche cosa di diverso - La pulsione calda e istintiva della creatività, figlia della passione, ha bisogno di silenzi e di distanze. Un piccolo autoritratto molto intimo e a tratti crepuscolare.

VOTO 8

 

Nuvole - L'umiltà di riconoscere le proprie debolezze, le paure... Nessun cielo può essere splendente al momento del distacco.

VOTO 8

 

Ci rivedremo poi - Attimi d'amore ormai sfumati rivivono nei ricordi, come in un vecchio film. Affiora la consapevolezza del presente, mentre i pensieri viaggiano in solitudine sopra un vecchio tram, accarezzati dai riflessi di un vetro sporco. Immagini che si fondono in contesti molto scenografici.

VOTO 7

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA TERRA - La realtà, la passione, ma anche le contraddizioni e i voli pindarici, tracciano i sentieri  in cui si avventurano le restanti canzoni dell'album. E qui si aggira una PRAVO più "umana" che sfiora il pentagramma provocando a volte, tra una strofa e un inciso, piacevoli suggestioni. Ma è un percorso frammentario e in discesa.

 

 

Un uomo semplice - Sono semplici anche il testo e la musica, ma non per questo banali. Non mi sembra però un pezzo nelle corde dell'artista.

VOTO 6

 

Se chiudo gli occhi e Come una preghiera hanno entrambe un testo molto articolato (troppe parole?) e la Pravo è vincente non quando aggiunge, ma quando gioca per sottrazione, come disse bene un giornalista nel corso di un'intervista qualche tempo fa. In queste due canzoni sono soprattutto la voce e l'interpretazione a non convincermi.

VOTO 5

 

Tutt'al più (feat. Fred De Palma) - Considero la versione originale unica e intoccabile. Riproporla in tonalità "down" e con inserto rap mi è parso un sacrilegio. Sono state spese delle belle parole per "adornare" con un tocco di modernità un capolavoro che non ne aveva assolutamente bisogno: con le dovute proporzioni, è stato un po' come voler mettere i jeans alla Venere di Milo per "attualizzarla".

VOTO 4

 

Possiedimi - Un "poppettone" risucchiato da vortici di ordinaria banalità. Canzone costruita a più riprese nel corso di conversazioni telefoniche tra Gianna Nannini e la Strambelli: mentre la prima era in altre faccende affaccendata, la seconda canticchiava (sempre al telefono) vecchi pezzi alla figlia dell'autrice... Così ci è stata raccontata! Purtroppo la linea cade sempre nei momenti sbagliati!

VOTO 3

 

La media rimane alta, e poi c'è d'aggiungere un punto per la qualità della registrazione dell'album che è stata molto curata. Ma la storia dei voti è solo un gioco, giusto per manifestare le mie preferenze e sottolineare le distanze tra un brano che mi piace troppo e un altro che mi piace troppo poco o mi lascia indifferente.

In ECCOMI ci sono, a mio avviso, quattro canzoni imperdibili e tre molto valide; in un album con 13 tracce è comunque un ottimo risultato.

Una volta accantonato il pallottoliere, non è certo in un'ottica matematica che riascolterò il nuovo disco, ma col cuore, col sentimento, e ovviamente nell'ambito del momento storico e personale che andrò a vivere.

 

 

 

24 FEBBRAIO 2016 - Rosario Bono

Ultima modifica 20.5.2016