PATTY PRAVO

 

 

La Minaccia Bionda è fra noi

 

 

Giovedì. Mi alzo già in preda al panico. Un caffè, una doccia fredda e giù per le scale a rotta di collo. Arrivo in redazione, apro l'agenda e la conferma è lì, nero su bianco! Ore 18: intervista a Patty Pravo. L'adrenalina, fino a quel momento sotto controllo, mi schizza nelle vene facendomi temere il peggio. Cado in trance per 7 ore e mi riprendo giusto 10 minuti prima dell'ora "X". Utilizzo il poco tempo a disposizione per ripetermi che devo mantenere un atteggiamento professionale e per pensare qualche domanda intelligente. Le mie condizioni mentali però non mi permettono di fissare alcun pensiero. Mi affido dunque alla mia capacità d'improvvisazione, alzo il telefono, saluti, presentazioni e via con le domande...

 

Chi è Patty Pravo oggi?

(Ride, n.d.r.)... Non chiederlo a me! Non mi piace descrivermi, mi piace vivere.

Secondo me Ideogrammi segna la tua rinascita artistica. E' così?

Non si tratta di una rinascita, perchè non c'è mai stata una morte. Semmai si tratta di un ritorno da una lunga assenza voluta.

Perchè questa assenza che durava da un decennio, se escludiamo un album di successi e le presenze a Sanremo?

Ero molto stanca. E' difficile avere sempre energia e stimoli. Comunque la mia è stata una scelta ben precisa. Ho sempre avuto una vita sopra le righe, senza poter mai assaporare le piccole gioie che solo una vita normale può darti. Perciò mi sono detta: "Stop! Mi prendo una pausa di riflessione". Anche per capire quello che accadeva in torno a me e al mio lavoro.

Qual è il passo decisivo che ti ha portato alla realizzazione di Ideogrammi?

Non saprei neanche dirlo. Un po' è stata questa voglia di ricominciare a scrivere e a suonare. Mi sono ritrovata piena di energia e di creatività. Mi è venuta l'idea della "minaccia bionda", che poi sarei io, e mi sono messa a lavorare come una dannata su del materiale con Fulvio Maras e Marco Rosano. Non va nemmeno dimenticato il viaggio in Cina che mi ha stimolato molto e mi ha fatto ritrovare un senso del tempo e dell'estetica. Così è nato "Ideogrammi".

Perchè in Cina?

In Cina ci sono andata per un viaggio personale. Lì ho trovato un popolo meraviglioso, un pensiero molto interessante ed evoluto. Ho trovato il piacere di conquistare e di essere conquistata. E' stata un'esperienza indimenticabile.

In "Ideogrammi" si avvertono una serenità e un equilibrio molto forti. E' vero?

Si, è vero. C'è molto di me nell'album. Pensa che ci sono ragazzi che mi chiamano e mi dicono che si scatenano ascoltandolo. Altri invece lo usano terapeuticamente, per rilassarsi. Queste sono cose che mi fanno piacere.

Quando componi, tieni presente il tuo pubblico e le emozioni che potresti trasmettere oppure pensi solo a te stessa, a quello che provi tu?

No, quando scrivo sono come un pittore. Butto giù le cose che mi vengono in mente, traduco in musica quello che provo in quel determinato momento.

Sei una donna realizzata professionalmente. Hai dovuto sacrificare il privato con inevitabili rinunce e rimpianti?

No. Devo essere sfacciatamente realista e sincera. Ho avuto una vita splendida. A parte "qualche corsa sull'erba", che i ragazzi fanno e che io non ho potuto fare perchè già lavoravo, non ho rinunciato a nulla. Sono riuscita a realizzarmi sia come artista sia come persona.

Chi sono i tuoi nemici?

Non ho nemici. Sono una ragazza talmente carina... che credo di non essermene fatti.

Tutti amici, dunque?

Ho tanti begli amici e di questo vado fiera.

Sei innamorata?

Ma non ci penso proprio! Non mi dispiacerebbe, ma in questo periodo non mi succede. Quando lo cerchi, lo desideri, non ti innamori mai. E' quando abbassi la guardia e ti rassegni che ti arriva tra capo e collo.

Cosa ci puoi dire sul pezzo che porterai a Sanremo?

E una splendida romanza, un'aria che ricorda la scrittura dei grandi compositori italiani come Rossini. Un po' sul melodramma, arrangiata però in modo molto attuale e moderno. Si sente che alle spalle c'è il lavoro di "Ideogrammi", ma ci spingiamo più in là. Spero che faccia divertire, che porti il sorriso, che faccia vibrare.

E dal punto di vista del look, dell'immagine?

In questo momento sono con gli anfibi ai piedi!

Vuoi dire che non dai importanza al look?

Per questo lavoro non necessita una veste estetica!

Mietta, in un'intervista su Videomusic, spiegava molto chiaramente che la sua musica aveva avuto un'evoluzione importante e significativa ma che non rinnegava, comunque, il passato...

Perchè dovrebbe farlo?

Dunque anche tu non rinneghi nulla del tuo passato artistico? Consideri la tua carriera un continuo processo evolutivo?

E' naturale. C'è poi chi è statico per natura e chi non lo è. Io non lo sono e i cambiamenti fatti in tutti questi anni, "Ideogrammi" compreso, ne sono la conferma.

Non c'è, quindi, una particolare esperienza professionale che non ripeteresti mai più?

Non dire mai...

A volte si dice!

Si, per forza. Fa parte dell'umano. Però devo ammettere che non sono una persona portata a guardare indietro e a pormi domande del tipo "Perchè ho fatto questa cosa?", o affermazioni come "Quella cosa non mi è piaciuta... vorrei cambiare!". La vita va vissuta alla giornata. L'unica sicurezza è che siamo qui oggi; l'importante è sorridere alla vita e affrontare gli impegni con energia e voglia di fare.

Patty Pravo, o meglio Nicoletta Strambelli, ogni tanto deve spegnere l'interruttore?

Si, certo! Lo faccio in modo totale; sono ormai pratica della cosa. Stacco e basta!

Donna Summer, un po' di tempo fa, dichiarò che l'omosessualità è un atteggiamento riprovevole, scatenando l'opinione pubblica americana che la costrinse ad una repentina smentita. Tu cosa ne pensi?

Donna Summer mi è molto simpatica. Tra l'altro le ho dedicato una canzone contenuta in "Munich Album" (1979, n.d.r.). A parte questo, non so cosa dire. Ognuno ha il diritto di vivere la vita come vuole. L'affermazione di Donna Summer mi sembra comunque un po' fuori tempo e fuori luogo... Gli esseri umani si possono esprimere in qualsiasi modo, soprattutto se si tratta di scelte personali che non coinvolgono altre persone. Non vedo dove sta il problema!

I gay italiani di tutte le età ti seguono e ti considerano un mito. Che effetto ti fa?

Innanzitutto non mi piace chiamarli gay, sono persone normalissime. Hanno una sensibilità e un senso estetico particolari e hanno sempre riconosciuto i fuoriclasse (ride, n.d.r.)... Cosa ci devo fare?

Ti ritieni un mito? E negli anni Novanta ha ancora senso parlare di miti?

Il discorso sul "mito" è molto lungo, ci sono numerosi saggi su questo argomento. Comunque, negli anni Novanta, bisognerebbe rivalutare in pieno questo termine, che è estremamente positivo. Il mito è pieno di responsabilità sia verso se stesso sia verso gli altri; non è una posizione invidiabile, in cui uno ci si trova a proprio agio e vive di luce riflessa o altro. I miti sono importanti, soprattutto in anni come questi in cui non ci sono più punti di riferimento, ideali e regole. Tutto è molto confuso, molto difficile, specialmente per i giovani. E il mito, la figura mitica non è nient'altro che una figura piena di etica, una figura che può illuminare delle esistenze. Un mito ha anche degli obblighi ben precisi. Non può permettersi di andare in giro "a fare marchette" o a guadagnare del denaro facile. Mi rendo conto che ha una posizione molto scomoda. Deve fare delle scelte difficili.

Ti senti diva?

Anche questo è un termine da rivedere. E' sempre usato associato a lustrini e paillettes, mentre i grandi divi non sono personaggi da varietà o d'avanspettacolo. Si pensa ai divi come persone capricciose e poco professionali, invece è gente con grande disciplina, forza interiore, genialità.

Conosci la musica underground? Che cosa ne pensi?

Io non ascolto musica! Io ascolto musica dal silenzio. Però sono informatissima. Proprio perchè parto dalla fonte.

Se un dj ti chiedesse di remixare un tuo pezzo con arrangiamenti che non senti tuoi, come ti comporteresti?

Probabilmente lo lascerei fare. Mi piace essere stupita.

Credi nei giovani, allora?

Assolutamente si! La vecchia generazione di grandi artisti ha bisogno del ricambio generazionale. Ci deve sempre essere qualcuno con talento che emerge. A dire il vero, giovani artisti con talento ce ne sono già, ma faticano ad imporsi. Se sei un musicista sconosciuto, ma interessante, l'industria discografica non ti dà spazio, non ti permette di far conoscere la tua musica, perchè rompi le palle. Preferisce avere tutta una serie di artisti omologati, uguali. Sono facili da gestire, costano poco e rendono comunque. C'è spazio solo per la mediocrità.

"Ideogrammi" è il primo disco licenziato dall'etichetta Zard. Le multinazionali non hanno accettato il tuo lavoro?

No, l'ho deciso io. La nostra collaborazione era già iniziata in precedenza. Lui (David Zard, n.d.r.) pensava però di lasciarlo ad una grande etichetta discografica. Quando sei un grande interprete usi una multinazionale che ti mette a disposizione grandi musicisti, ti pubblica qualsiasi cosa, anche materiale mediocre o, addirittura, di scarto. Sono operazioni commerciali che ti fan vivere di rendita e richiedono poco impegno. E' bello però anche rischiare, collaborare o fare lavori più discreti e difficili dal punto di vista commerciale. E allora ti affidi ad un'etichetta indipendente come ho fatto io con "Ideogrammi".

Perchè, allora, ti sei lasciata coinvolgere nell'operazione revival degli anni Sessanta/Settanta partecipando addirittura alla trasmissione televisiva "Una rotonda sul mare"?

Quando sputi nella minestra in cui hai mangiato per molti anni, quando fai scelte solo di un determinato tipo, rischi di rimanere fuori dal mondo. E diventa negativo anche dire no al guadagno facile. Devi farlo almeno una volta per capire qual è il prezzo, artistico e umano, da pagare. Per quanto mi riguarda è stata un'esperienza molto divertente che non mi è costata nulla. Anzi ho guadagnato un sacco di quattrini... sono anche umana (ride, n.d.r.)!

Anche Sanremo rientra in questo discorso?

L'ho sempre visto come la più grande vetrina musicale italiana. Se vuoi comunicare con il grosso pubblico, vai a Sanremo. E ci vai a presentare un lavoro o a fare un regalo. Io ho sempre fatto dei regali: pensa, ad esempio, a quando mi sono presentata vestita da geisha. Se vuoi fare delle serate o vendere dei dischi, non fai questo tipo di scelte.

Pensi allora al pubblico, in questi casi?

Faccio ciò che mi sento anche se non sempre so cosa sia (ride, n.d.r.).

E la quasi partecipazione a Sanremo Novanta con il brano "Donna con te"?

Quella schifezza?! E' stata l'unica volta in cui ho cercato di assecondare i discografici. Così mi sono detta: "Prova a fare la brava ragazza...".

E ti hanno fregato...

Mi sono ritirata perchè non mi permettevano di cambiare almeno il testo. Questa è una decisione che può costarti tutta una carriera...

Ma ci vuole più coraggio a rinunciare come hai fatto tu o ad accettare di sostituirti all'ultimo momento come ha fatto la Oxa?

No, perchè... lei è una professionista, no?!

Anche tu...

Certo (ride per l'ultima volta, n.d.r.)... la sostituita.

Che rapporto hai con il cibo?

Ottimo. Non ho il problema di ingrassare. Anzi, devo stare attenta a non scendere di peso.

Cosa fai per mantenerti in forma?

Tanta danza. Ho un bel corpicino, no?!

Eccome... e non solo quello!!!

 

Stefano MAIOCCHI - Gennaio 1995 - TD TenDence

Articolo inserito il 27.8.2012

ULTIMO AGGIORNAMENTO 19.9.2020