UNA DONNA
DA SOGNARE
Portami
in studio, fammi cantare (variante artistica di "portami
al mare, fammi sognare"). Patty chiama Vasco
a un appuntamento indifferibile e in tre mesi di "duro
lavoro" prende corpo e suono l'album Una donna da
sognare. Prodotto da Rossi e Gaetano Curreri,
arrangiato da Celso Valli. Un disco di pietra e
carne, spigoli e carezze. Intelligenza e cuore. Dieci
inediti di contemporanea classicità. Vasco e
Gaetano che prelevano musica e sangue ad un gruppo di
giovani autori. Due su tutti: Maria Pia Tuccitto e
Bettina Baldassari, presenti anche nei cori.
Finalmente un progetto di recupero ambientale, segnali
decisi e dettagli curiosi. Patty, che nel frattempo
ha dichiarato di non avere rapporti sessuali da anni ("non
amo ripetermi"), si cala negli anni '70 che piacevano a
lei e a Vasco. Parla di amore, sesso e rapporto, di
colpi al cuore, mattine d'estate. Di quando a Bologna fa
freddo, ma va bene (va bene) così. Ambiguo e pop, crudele
e rock, il femminile di Vasco si specchia nel
maschile di Nicoletta finché tutto ritorna, nella
vita e nel disco, al suo posto. E' un gioco di testa,
seduzione e potere. Un gioco di specchi, come in
Seduttori sedati (testo che ha subito più di un
testa-coda). Violini e bandoneon, archi e tastiere sono il
fondale per una voce che sa scendere in armonica apnea.
Nello stile di Lou Reed, David Bowie e
Grace Jones. Anche se aleggia l'anima luciferina degli
Stones. Perché il fascino di Patty sta
proprio nel non avere punti di riferimento femminile,
anche se alcuni di questi pezzi sono decisamente "minosi".
A Radiouno (nel corso della conferenza stampa per
la presentazione del disco) scherza su una voce "che è
quella dei barcaroli e muratori veneziani". Le canzoni
sono anni '70, con le aperture melodiche di un pop
danzante, archi ritmici, le citazioni interne: esemplare
Pensiero stupendo (Buongiorno a te)
rivoltato come una calza di seta. E' la Patty che tutti
desideravamo riascoltare, dopo averla ripescata dalla
"smemoria" a Sanremo. Credibile anche sull'onda rock pop (Innamorata
d'amore). Sperimentale e scura tra i frammenti di
Count Down. "Così è la vita, la mia vita che vola tra
le tue dita e le mie da signora", canta Patty nel
singolo che plana sicuro nell'aria. Scrive Pia Tuccitto,
ci mettono le mani i produttori. Decolla inevitabilmente
l'atmosfera. Un accordo di chitarra e un'armonica alla
Jagger ci porta molto indietro nel tempo: tra i
Velvet e gli Stones (quell'unico 45 giri in
italiano...). Per finire in cucina, dalle parti di
Vasco e Curreri. Per inquinamento ambientale.
IL GIORNO - Marco Mangiarotti
La
cantante veneziana ha presentato il suo nuovo album Una
donna da sognare con una conferenza stampa trasmessa
in diretta radiofonica dalla Rai. Patty ha così raccontato
della collaborazione con Vasco Rossi, che ha
prodotto il disco con Gaetano Curreri degli
Stadio, e del suo rapporto con le nuove canzoni,
scritte in gran parte dalle giovani autrici Pia
Tuccitto e Bettina Baldassari. "Avevo voglia di
cantare cose nuove, ma non avevo più canzoni. Ero arrivata
addirittura a intonare inconsciamente Jingle Bells.
Poi è arrivata la proposta di Vasco e non mi è parso vero.
'Ti va?' mi disse, e io 'Figurati, tanto sei tu che ti
sputtani'". Risponde a modo suo, Patty Pravo, alla
scontata domanda sul come e perché della collaborazione
con Vasco Rossi, che ha portato alla ormai prossima
pubblicazione dell'album "Una donna da sognare", nei
negozi dal 12 maggio (la title track, primo singolo, è già
programmata dalle radio). Avvolta in una leggera sciarpa
verde, fuseaux neri e scarpe ginniche, gli inconfondibili
lineamenti esaltati dal trucco, la cantante veneziana ha
risposto in diretta radiofonica alle domande dei
giornalisti presso il centro di produzione Rai di
Saxa Rubra. L'occasione è, appunto "Una donna da
sognare", che concretizza un vecchio progetto dei due
"ragazzi terribili" della musica italiana. Un'idea rimasta
per tre anni nel cassetto, dopo la mancata vittoria della
cantante al Festival di Sanremo del 1997 con
...e dimmi che non vuoi morire, brano scritto
appositamente per lei da Vasco. Il frutto della
collaborazione non è un'operazione del tipo
Mina-Celentano, come qualcuno aveva inizialmente
paventato. Si tratta invece di un album di Patty Pravo a
tutti gli effetti, risultato di un lavoro di equipe, con
Vasco Rossi soprattutto in veste di produttore, assieme a
Gaetano Curreri degli Stadio. Il ruolo di Vasco come
autore è limitato, anche se il rocker sa come lasciare il
segno. Un disco forse non perfetto, ma comunque prezioso.
A cominciare dalla copertina, ricavata dal ritocco "wharoliano"
di alcuni scatti di Mario Schifano. "Avevo delle
foto che mi aveva fatto Mario - ricorda Patty - le ho
mostrate a Vasco e gli sono piaciute. E' anche un omaggio
all'artista scomparso". Dalle prime risposte della bionda
signora si capisce quanto sia stato serrato lo scambio col
rocker di Zocca. Perché Vasco non è qui? "Me lo ha
chiesto. Ma gli ho risposto che sono abbastanza grande".
Ci sono stati conflitti tra di voi? "No, siamo troppo
intelligenti, forti e simili per discutere sino a
litigare. Siamo accomunati dalla stessa curiosità e da
quel feeling che ti permette di stare bene con una persona
anche restando in silenzio". Rossi e Curreri hanno cucito
un vestito rock intorno a melodie che arrivano
immediatamente al cuore e al cervello, intonate con misura
e senza inutili abbellimenti dalla voce di Patty. Chitarre
distorte, interventi di armonica a bocca e ritmiche
potenti evocano, come la stessa copertina del disco, le
sonorità che furoreggiarono a cavallo tra i Sessanta e il
decennio successivo, a metà strada tra Dylan e gli Stones.
"Sono i nostri amori, miei e di Vasco. E' quella
l'ambientazione che ci ha ispirato". Richiami sonori ai
classici del rock, ma testi ben piantati nel presente,
scritti da Pia Tuccitto e Bettina Baldassari, due giovani
autrici della Factory musicale bolognese. "Pia e Bettina
sono state assolutamente fondamentali - conferma Patty -
Gli argomenti trattati sono i loro. Io sono stata più
un'esecutrice che un'interprete. L'interprete è più libero
di modificare l'idea musicale dell'autore. Ma sono rimasta
così colpita da Pia e Bettina che ho praticamente
'copiato' la loro versione". I temi trattati sono tutti al
femminile, affrontati con sfrontatezza e ironia. Come le
spudorate avances di Sparami al cuore, la "strana
amicizia" di Buongiorno a te, la rivincita di
Parliamone. Ma Patty, che tempo fa ha dichiarato di
non far sesso da oltre dieci anni, come sente quei testi?
"Per quanto riguarda il sesso, l'ho fatto e sapete che non
amo ripetermi - precisa la cantante, scatenando la risata
collettiva - Sono canzoni scritte da ragazze. Io sono come
un'attrice che recita, ogni brano è un film, che non
'sento' necessariamente". Due giovani autrici per un disco
così importante, una bella novità per un mondo
discografico dominato ancora dagli uomini. "E' vero. La
donna del 2000 crede di aver raggiunto i suoi obiettivi.
In realtà le cose sono peggiorate. La donna è ancora
discriminata e tra noi non c'è neanche l'unità del '68,
che comunque io non vissi perché ero troppo impegnata a
cantare". L'unica canzone "neutrale" è l'intrigante
Seduttori Sedati, constatazione più che presa in giro
del pessimo stato attuale del rapporto tra i due sessi,
schiacciato tra vanità maschile e donne in carriera. Manco
a dirlo, il brano è firmato da Vasco Rossi e costruito
musicalmente sulla voluta citazione del Libertango
donato a Grace Jones da Astor Piazzolla. "E'
un divertissement - spiega Patty - inizialmente non era
così imparziale, ondeggiava tra femminismo e maschilismo.
Ho passato un'intera notte a convincere Vasco a modificare
il testo".
KATAWEB
Musica
- Paolo Gallori
Un
titolo-piedistallo che, diciamocelo, pone chi si accosta
alla diva Patty per ascoltare (e per criticare)
nella condizione che le è più congeniale: quella di essere
guardata dal basso verso l’alto, tanto che la tentazione
di adularla viene un po’ a tutti, sempre e comunque.
Questo sì, è un "gioco vigliacco" (cfr. Seduttori
sedati). In questa situazione, non è affatto facile
valutare un pezzo di plastica con sopra dieci canzoni -
quello che si chiama un disco; tanto più che di fronte si
ha un personaggio che, quando dice certe frasi, non le
indossa come le altre - succede, con le primedonne. Frasi
che, dette da giovani colleghe, non ci farebbero
sobbalzare: "Sono sola senza neanche le mutande". Oppure
"Quest’artista cos’è/sono la sorpresa". E soprattutto:
"Sono una donna così, da sognare/così diversa da chi è
sempre uguale". Se a questo si aggiunge che cavalier
serventi della diva, in questa cerimonia, sono il numero
uno del rock tricolore, Vasco Rossi, e un autore
tra i più apprezzati e meno conclamati della musica
italiana, Gaetano Curreri, produttori di lusso,
allora il pezzo di plastica decisamente pare un po’ più
pesante del normale. Ma qualunque sia questo immaginario
peso, le prime note dell’album, ed esattamente il momento
in cui il primo brano Una donna da sognare decolla
(con un "Eeee..." degno del Blasco d’antan), sono in grado
di sollevarlo. Sembrerebbero poter sollevare il mondo
intero, con quella capacità che solo la musica possiede -
e ci dispiace per le altre arti. Va detto che la luce che
promana da tale perla fa sì che il resto, al confronto,
rischi di risultare un po’ opaco. Ma non v’è dubbio che la
coppia Rossi-Curreri da una parte e il duo di autrici
Tuccitto-Baldassari dall’altra abbiano costruito un
omaggio alla diva lavorando con amore, confezionando
l’abito come non era riuscito all’esercito di cantautori
sfoggiato nel precedente Notti, guai e libertà. C’è
qualche esagerazione, come quando si porge alla eterea
"Bambola" un abito da Warm leatherette alla
Grace Jones (Seduttori sedati, ovvero il
post-femminismo secondo Vasco e Stefano Bonaga -
lui sì ne sa qualcosa). Ma nel complesso, tra episodi di
sublime canzonettistica italiana come Una mattina
d’estate, rock convincenti come Count down, o
brani in cui la ricerca dell’effetto rischia di sconfinare
nella goffaggine (Sparami al cuore), il tondo di
plastica assurge legittimamente alla carica di definitivo
album "pattipravesco", monumento a una carriera e a un
personaggio cui il titolo "Una donna da sognare" si
attaglia come a nessuna.
ROCKOL
Ormai
saldamente nell' orbita di Vasco Rossi, la
platinata cinquantenne pubblica il terzo album in tre
anni, dopo lustri di dischi radi e carbonari. Brutta
faccenda non essere autori e dover cercare ogni volta dei
brani, magari con una qualche omogeneità. Qua ci si affida
in gran parte a una coppia di ragazze (Tuccitto e
Baldassari), anche se in qualche episodio compare
la firma del Vasco in persona (peraltro sottotono), il
quale figura come produttore insieme a Gaetano Curreri
degli Stadio. I due avevano scritto due anni fa
un raro gioiello intitolato ...e dimmi che non
vuoi morire, occasione del rilancio sanremese
della Pravo. In "Una donna da sognare" non ci
sono episodi di quel livello, ma una serie di brani
generalmente buoni, vedi
Una donna da
sognare,
Una mattina
d'estate,
Parliamone
e
soprattutto
Buongiorno a
te.
I testi offrono punti di vista post-femministi sul
rapporto uomo-donna nel 2000, con tanto di punto
della situazione in
Seduttori
sedati.
La cantante di suo mette l'intero armamentario della sua
personalità vocale, al di là dei limiti, appesantiti dagli
anni. Ma il mestiere (e il lavoro di studio) sanno
troncare e sopire. E in definitiva il disco risulta
piacevole.
KATAWEB
Musica
- Enrico Deregibus
Era
inevitabile. Prima o poi le loro strade si dovevano
incrociare... Dopo il colpo di fulmine di ...e dimmi
che non vuoi morire, il brano che l'ha vista
protagonista di Sanremo '97, Patty incontra Vasco.
Un'altra volta. Lei, la divina, lui, il rock. In
un'avventura improbabile quanto riuscita come Una donna
da sognare. Un album che non è soltanto un prodotto
discografico. Se pur importante. Se pur singolare. Se pur
straordinario. Un'alchimia che vede di nuovo uniti i due
"ragazzi cattivi" della musica. Ribelli, provocatori,
dannatamente belli. Nella voce insinuante di lei. Nel
cuore sporco di umanità di lui. In "Una donna da sognare"
Vasco non è solo il produttore, è lo stilista e veste
quella voce oscura e vellutata di colori sonori che
pongono Patty sul rosso sedile di un bianca cadillac lungo
un'autostrada color indaco. "Tre donne insieme sono il
triangolo delle Bermude", così ha definito Vasco il
periodo di lavoro trascorso con Patty e le due autrici
della maggior parte dei pezzi dell'album. Pia Tuccitto
e Bettina Baldassari - "Sopravvivere ala minaccia
del loro influsso è stata la mia ultima avventura
spericolata. Per fortuna nei momenti di bisogno avevo
sempre accanto Gaetano Curreri, il mio co-tutto!".
Frutto di un lavoro d'equipe, nell'interno dell'album si
percepisce il segno di Vasco e l'intrigante nuova
personalità di Patty Pravo. L'album "Una donna da
sognare", che è anche il singolo attualmente nelle radio,
viene pubblicato il 12 maggio e si compone di 10 brani.
"Un album giovane, di canzoni bambine che si possono
cantare per strada", secondo Patty. Un vestito su misura
nel quale è entrata immediatamente con la magia delle sue
migliori interpretazioni. "Una donna da sognare" è stato
realizzato a Bologna, in un arco di tempo
relativamente breve grazie all'atmosfera particolarmente
felice, fra il divertimento e l'entusiasmo, creatasi negli
studi di registrazione bolognesi (Le Furie e
Fonoprint). Preziosa la collaborazione di Gaetano
Curreri, coordinatore di una ideale "factory" di giovani
musicisti e autori cresciuti a Bologna e dintorni. WEB -
SONY MUSIC
Certo
che il progetto è affascinante. Insieme i due tipi più
tosti, più rock, più cattivi mai espressi dalla canzone
italiana. Quello che potevano fare insieme si era già
visto al Festival di Sanremo di tre anni fa (la
bella ...e dimmi che non vuoi morire) ma poi la
cosa non era andata avanti: era rimasta un'idea
galleggiante tra il nulla e il tutto. Questa volta invece
l'incontro tra Patty Pravo e Vasco Rossi
(senza dimenticare il ruolo fondamentale di Gaetano
Curreri come coproduttore) si estende per tutto un CD
che ha due grandi meriti: (1) rifornire di belle canzoni e
atmosfere adatte la bocca di fuoco di Patty e (2)
confermare definitivamente che il Vasco è un personaggio
centrale della scena italiana anche quando non è lui a
mettere in prima persona il cuore, la faccia, la voce.
Perché una cosa deve essere chiara: questo è il nuovo
album di Patty, non dell'uomo di Zocca. Un disco molto
femminile anche per l'intenso lavoro compositivo svolto
dalle due giovani autrici (Pia Tuccitto e
Bettina Baldassari). Naturalmente è lecito (oltre che
divertente) ricercare il tocco di testosterone creativo
immesso da Rossi: certe pause d'interpretazione, certe
sospensioni dell'intensità, certi "ma bene" disseminati ad
arte sono naturalmente farina di un sacco che ha un
marchio di fabbrica ben riconoscibile. Ma che Patty Pravo
si carica sul cuore con una facilità suprema, con il senso
di leggerezza e di forza che deriva dall'avere tra le mani
un materiale finalmente adatto alla sua immensità di
artista. Un repertorio che la riporta al ruolo di "donna
da sognare" (come suggerisce il titolo) e soprattutto di
"cantante da sogno". Con due canzoni a un livello
superiore: Seduttori sedati, un tango che
riecheggia certe libere interpretazioni di Astor
Piazzolla da parte di Grace Jones (primi anni
'80) e che sintetizza in modo perfetto lo scambio dei
ruoli; e Una mattina d'estate, una di quelle
canzoni che si candida fin da subito a diventare un grande
classico gioioso nel repertorio di Patty.
MUSICA &
DISCHI
- Antonio Orlando
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