Produzione: minimo sindacale.
Registrazione: qualità audio scarsa.
Arrangiamenti: ordinari.
Voce: imperfezioni ed evidenti problemi di pronuncia.
Copertina: fotomontaggio di un wallpaper e una foto
"deformata" di 10 anni prima...
Cosa resta? Poco o niente, solo grande rispetto
per il lavoro di chi ha composto, suonato e sudato nella
realizzazione del disco, per lo sforzo creativo da parte di
alcuni giovani autori nella stesura dei testi, a prescindere dal
risultato finale, inficiato anche stavolta da "sopravvenuti
stati di disorientamento artistico" della cantante.
Quando scribacchio di musica, in genere mi dilungo
non poco,
scendo nei particolari
e mi perdo tra mille spiegazioni e considerazioni. Sarà la
passione o il maldestro tentativo di mettere nero
su bianco le emozioni, o più semplicemente l'incapacità
di sintetizzare, ma difficilmente riesco a contenermi. Qualcuno,
giustamente, dice che ho uno stile "paludato" e che dovrei
imparare a sforbiciare, ma tant'è, io so scrivere solo così.
Stavolta però rinuncio volentieri alle mie esuberanze, non ne
vale la pena. Questo disco è, a mio avviso, troppo scadente
per meritare una recensione sincera e accorata.
Il CD me l'hanno prestato (da anni non compro
più i "prodotti" della Strambelli a scatola chiusa) e non ho avuto nemmeno
la voglia e/o
il coraggio di masterizzarlo tutto. Ho salvato giusto un paio di
brani, per il resto dovrei copiarmi dei
frammenti, dei ritornelli, due o tre passaggi, ma poi che senso
avrebbe? Che me ne farei?
alcune
brevi considerazioni sui singoli brani, giusto per
argomentare...
CIELO di
Giuliano Sangiorgi - Bel pezzo, davvero! Mi sto convincendo
sempre di più del grande talento e dell'originalità dell'autore.
Purtroppo l'interpretazione
tediosa e monocorde della Strambelli non rende giustizia
a questa canzone.
Giuliano dovrebbe scrivere un intero album
per Mina.
IL VENTO E LE ROSE - Una canzone inutile, più banale di Menù, più antica di
Grazie dei fiori. D'altronde l'ha detto LEI che non
le piaceva e che non la voleva cantare, dichiarando inoltre che col
resto del disco non c'entrava niente: "L'ho incisa giusto per fare un favore al povero
Calvetti (il produttore dell'album)". Un favore? Ma per favore
(appunto!). L'esecuzione in duetto con Morgan non aggiunge e non
toglie nulla al nulla.
Patty Pravo in una recente
intervista, citando il brano, ha ammesso: "Il vento e le rose? Che 2 balle!".
Che altro dire?
COME FIELE - Il "tangaccio" ci mancava proprio!
SCHIAFFI DI CAREZZE
- L'inciso è splendido, non si finirebbe mai di ascoltarlo: ecco
a voi la "vecchia" Pravo! O meglio, la "nuova" Nannini!
Perché se si immagina per un attimo di sentire il ritornello
cantato da Gianna, pare calzare a pennello. Ma il resto della canzone cosa
c'entra? Ci tocca anche la strofa con la filastrocca adesso? Eddai! Per non
parlare dell''impatto negativo che crea il parlato: riesce a
rovinare tutto il brano.
BASTI TU - Mi piacicchia, è una canzonetta che si lascia
ascoltare e che rimanda un po' a certe atmosfere
dell'album Una donna da sognare. Anche se quel "uh uh uh
uh", alla lunga rischia di stancare.
THE FOOL - Il brano più inutile dell'album, dopo Il
vento e le rose ovviamente, con
ghigno da megera sul finale... quale originalità!
MALATO AMORE - Pop sinfonico (?) di quarta categoria. E
poi, non è più tempo di strillare...
LA VITA E' QUI - Per gli amanti delle statistiche: "la
vita è qui, la vita è qui..." viene ripetuto 15 volte, stessa
sorte per "siamo così, siamo così...", sempre 15 volte! Arrivati
a 30 è scattata in automatico la fase di rigetto. E poi, siamo
sinceri, le solite e scontate schitarrate non bastano
per fare un bel brano rock, ancor peggio quando vengono
poi
mimate con le braccia durante le esibizioni.
UNISONO - Un brano speciale, ben strutturato (Sangiorgi
ci sa fare!) che sicuramente meritava una maggiore cura per
quanto riguarda la qualità di registrazione e gli
arrangiamenti. Forse l'unico episodio musicale di una certa
rilevanza presente nell'album... E con qualche prova di
registrazione in più sarebbe potuta migliorare anche
l'interpretazione.
FUOCO CALAMITA -
No! No! E poi ancora no! Mentre il Blasco che "imita" la
Strambelli in E dimmi che non vuoi morire risulta
gradevole (ma si tratta solo un provino circolato tanti anni fa tra i fans),
Patty Pravo che rifà il verso a Vasco Rossi non si
può proprio sentire. Del titolo poi, ne vogliamo parlare? No,
meglio di no!
AVERTI QUI CON ME - La prima volta non sono riuscito ad
arrivare nemmeno a metà canzone... non ce l'ho fatta. E non è
andata meglio in seguito...
SOGNO - O son
desto? Un demo che sta bene sui titoli di coda, dentro al film
che lo ha ospitato (Mine vaganti) ma che ascoltato
fuori contesto è davvero, per quanto
gradevole, poca cosa.