Quando ero bambino, nelle sere d'estate, mi
piazzavo davanti ai locali del lungomare di Viareggio
che offrivano i cosiddetti CAFFE' CONCERTO o le serate
PIANOBAR e rimanevo incantato per ore a sentire quei
pochi strumenti accompagnare belle e promettenti voci
che intrattenevano i villeggianti seduti
ai tavolini. Di fronte al Gran Caffè Margherita, in braccio a mio
padre, ricordo di aver visto e sentito Milva per
la prima volta, tutta
vestita d'argento, già molto rossa, già molto magra e
già molto brava.
Al grande richiamo della musica dal vivo non ho mai
saputo resistere, persino quando nel mio quartiere, nelle
grandi occasioni, sfilava la banda: mi emozionavo fino alle
lacrime! Vista la mia particolare sensibilità musicale, a
dieci anni mi iscrissero al conservatorio, ma
quell'ambiente, all'insegna di una disciplina ferrea che
non contemplava un attimo di giocosità o di ironia, non
faceva per me: fu (solo) un mese di inutili e interminabili solfeggi...
Anche quando la musica "girava" in Tv
mi lasciavo volentieri ipnotizzare,
indipendentemente dai generi o dal tipo di
programma trasmesso. Proprio come oggi, nulla è
cambiato: non m'importa se a cantare sono i marmocchi di
TI LASCIO UNA CANZONE oppure ORIETTA BERTI, piuttosto che
ZUCCHERO o CESARE CREMONINI. Ho sparato dei nomi a caso,
giusto per rendere l'idea. Diversamente da quello che mi
succede riguardo l'acquisto e l'ascolto dei CD, dove opero
scelte abbastanza rigorose in base ai miei personalissimi
gusti, quando si tratta di musica LIVE non sono così
selettivo, ascolto un po' di tutto e senza pregiudizi, non
posso farne a meno. Ovviamente, quando qualcosa non mi
piace agguanto al volo il caro e
"democratico" telecomando che è sempre a portata di
zampa...
E' proprio questo tipo di approccio a 360
gradi che ha
stimolato la mia curiosità e mi ha portato spesso
nei locali e nei teatri di mezza Italia ad ascoltare sia le band emergenti
che gli artisti ormai famosi, ed è con lo stesso
spirito che ho seguito le varie edizioni del Festival di
Sanremo e più o meno tutti i concerti e gli spettacoli passati in Tv nel
corso degli anni, via via fino ad arrivare a sabato scorso
quando Raiuno ha mandato in onda in diretta la prima delle
tre puntate dello show di Massimo Ranieri, SOGNO E
SON DESTO. E qui di (buona) musica ce n'è stata davvero tanta.
Ho sempre nutrito molta stima per questo grande artista,
mio conterraneo, e non c'è stato bisogno di diventare un
fan sfegatato per riuscire a seguire e apprezzare la sua
brillantissima carriera. Nelle pagine dei quotidiani, e
oggi anche on-line, le sue gesta non
sono mai passate inosservate. Talento, impegno
e professionalità a grandi livelli: qualità che gli hanno permesso di
spaziare con apparente disinvoltura dal teatro alla
canzone, passando per il cinema d'autore. Lui
continua a cantare Rose rosse e
Vent'anni, dimostrando di non voler
assolutamente rinnegare il suo passato, ma allo stesso
tempo affronta altri repertori, recita, balla,
intrattiene... sempre con naturalezza, eleganza e il gusto
di giocare e di divertirsi fino in fondo. Tutto ciò gli ha garantito una credibilità
di cui può andar fiero. Non per niente ha ricevuto da
Raiuno carta bianca, anche stavolta...
E così in questo
periodo, ad esempio, oltre allo spettacolo itinerante
SOGNO E SON DESTO (oggi riproposto anche nella versione
televisiva) Ranieri sta portando avanti, in teatro,
anche l'omaggio a Raffaele Viviani con la regia di
Maurizio Scaparro.
Non esiste oggi in Italia
un personaggio (uomo/donna) capace di sostenere una diretta Tv
di tre ore da solo, sbizzarrendosi in svariati generi e
con risultati davvero eccellenti. L'ultima artista che ci è riuscita
altrettanto bene è stata Milva, negli anni Ottanta, quando
ha dato il meglio di sé (televisivamente parlando)
producendosi nei fantasmagorici show di Antonello Falqui
(AL PARADISE e PALCOSCENICO) anche se allora si trattava
di performance registrate singolarmente e poi montate per
costruire le puntate da mandare in onda.
L'aspetto straordinario di Massimo Ranieri è che pur
affrontando pezzi storici del suo e dell'altrui
repertorio, pur omaggiando Totò, Raffaele Viviani o Brecht,
o recitando i classici a memoria (suggestivo il doppio
ruolo di Pinocchio insieme al Tonno nel
ventre del mostro marino),
risulta sempre attualissimo e modernissimo. Questo capita
solo ai grandi interpreti capaci di lavorare su se
stessi, capaci di rimettersi in gioco, rinnovarsi e reinventarsi, senza mai dimenticare di essere prima di
tutto Esseri Umani, poi Attori, e in fine anche
Cantanti.
Un solo appunto, se proprio si vuole azzardare una
critica: in alcune interpretazioni Ranieri si
concede eccessi di
manierismo e di teatralità che, contrariamente
a quanto avviene in una sala o in un auditorium, in
televisione risultano amplificati e il rischio è di
sfiorare l'effetto caricaturale... Ma si tratta di un
peccato veniale, soprattutto considerando la maggior parte
di ciò in Tv viene spacciato per intrattenimento, un
termine generico diventato ormai sinonimo di
banalità varie o di patetici déjà vu.
Nella prima delle tre puntate previste gli ospiti
sono stati Francesco De
Gregori, Andrea Bocelli e Lucia Bosè. Il
primo è stato esemplare, come sempre, interpretando e
rimanendo semplicemente se stesso,
il secondo l'ha buttata sul nazional-popolare, cantando
gli hits di Massimo, accompagnandosi al pianoforte... La
Bosè invece è stata un po' patetica nella parodia poco
riuscita di PAROLE PAROLE, un duetto fin troppo
sfruttato in Tv dai tempi di Mina e Alberto Lupo
a TEATRO 10. Poco male, non è stato certo uno sketch
non riuscito ad inficiare la qualità di uno spettacolo
intenso ed emozionante che ha meritatamente catturato
l'attenzione di cinque milioni di persone. Chapeau!
Ranieri, a mio avviso, oggi rappresenta il Massimo che i telespettatori
del sabato sera possano desiderare, e scusate se è poco...
15 GENNAIO 2014 - Rosario Bono