2009 UNIVERSAL MUSIC ITALIA Srl

 

 

L'immensità

Se perdo te

Io che non vivo senza te

L'ultima occasione

Pugni chiusi

Lei

Un amore così grande

La voce del silenzio

Dio come ti amo

Angelo

Uomo senza età

Non si può morire dentro

 

Nella versione deluxe

sono presenti 3 brani in più:

 

La mente torna

Uomo senza età Feat. Daniela Dessi

Non si può morire dentro /De amor ya no se muer

Duetto con Marta Sanchèz

 

Produzione e arrangiamenti

Celso Valli

 

 

 

 

"Questo disco racconta un altro paese, un tempo diverso. Tutti e due migliori. Un tempo in cui l’Italia, la sua musica ed il suo canto, si spiegavano liberi per il mondo ed erano presi a modello di bellezza. Ecco… questo disco parla di bellezza, è carico di amore e di passione, è sangue e anima". Con queste parole estrapolate da una recente intervista, Francesco Renga coglie nel segno l'essenza del suo ultimo album. Un lavoro pregevole, portato a termine con grande cura e professionalità.

 

E' il primo disco che compro di Francesco Renga, artista che comunque ho sempre ammirato per le sue doti vocali e per l'innata capacità di comunicare la sua passione musicale con grande volontà, immediatezza e semplicità.

 

Fino ad oggi però, il suo repertorio pop, salvo rare eccezioni, non aveva ancora incontrato i miei gusti. Insomma, nella sua carriera da solista (ovvero dopo l'esperienza rock con i Timoria), mi è sempre sembrato un interprete dalle grandi possibilità "imprigionato" in canzoni non sempre all'altezza del suo indiscutibile talento.

L'annoso problema del repertorio.

 

Ma con una manciata di brani che hanno fatto la storia della musica italiana e la grande orchestra diretta da Celso Valli è avvenuto, secondo me, un piccolo miracolo. In questo album dirompente, corposo e impegnativo, dal respiro internazionale, è sbocciato in tutto il suo splendore il potenziale artistico di Renga, qui finalmente a fuoco, in una soluzione definita, compiuta e brillantemente risolta.

 

Un disco registrato con un'orchestra sinfonica, oltre ad essere un lusso che pochi cantanti si possono ormai permettere, aggiunge valore in termini di colore e qualità del suono, pregi che nessun computer saprà mai restituire all'ascoltatore con la stessa naturale efficacia.

 

Poi c'è quella vocalità che tutti conosciamo, unica e straordinariamente duttile, questa volta al servizio di canzoni solo apparentemente lontane dalle radici musicali dell'artista, dove la voce riesce ad arrampicarsi con incredibile maestria fin lassù, in alto, dove inizia la sfida con le note "impossibili".

 

L'interpretazione, in questo disco di cover, risulta addirittura più sentita e "personale" rispetto all'esecuzione di precedenti brani scritti dallo stesso Renga. Questo a dimostrazione che "vestito" da puro interprete, l'artista appare più convincente che nei panni del cantautore, e che forse certe canzoni belle ed immortali, come ad esempio IO CHE NON VIVO SENZA TE, LA VOCE DEL SILENZIO, L'IMMENSITÀ e SE PERDO TE, sono diventate per tutti ("attori e spettatori") come una seconda pelle, un'appartenenza, qualcosa che è ormai penetrato inconsapevolmente nel DNA musicale di intere generazioni.

 

Riascoltare questi brani oggi, così bene interpretati, è un vero piacere, un piacere che si rinnova ogni volta, perché frutto di una rielaborazione che non ha stravolto le versioni originali, anzi, se possibile, le ha ulteriormente valorizzate. Nel disco sono presenti anche Angelo e Uomo senza età, due brani del repertorio di Francesco, entrambi presentati al FESTIVAL DI SANREMO ("Angelo" vinse l'edizione 2005).

 

Attualmente Renga è in tour con un' orchestra di 50 elementi al seguito (quando i progetti diventano realtà!) e i suoi spettacoli registrano ovunque un grande successo di critica e di pubblico.

 

Repertorio di qualità, grande talento, autenticità e credibilità, uniti ad una buona organizzazione alle spalle (Universal Music), permettono a questo nostro bravo artista di rappresentare, oggi più di ieri, una delle realtà più convincenti del mondo della musica leggera italiana. Ci sorprenderà ancora...

 

Rosario Bono - 14 aprile 2010