La memoria e i ricordi viaggiano
piacevolmente nel passato.
Anno 1981: a Mister Fantasy, mitica trasmissione musicale
presentata in Tv da Carlo Massarini, Caterina Caselli parla
della scoperta di una grande voce, Giuni Russo, cantante in
verità già conosciuta, prima come Giusy Romeo, poi come
Junie
Russo. Racconta di Franco Battiato e di Alberto Radius che
hanno lavorato sodo per produrre un album molto particolare,
intitolato Energie, e si entusiasma nel decantare
quest'artista straordinaria dall'estensione vocale prodigiosa.
Segue un videoclip: una strana creatura vestita in abiti
dal taglio militare (in stile prussiano) canta tre pezzi molto
originali, mixati fra loro: Crisi Metropolitana, L'Addio e Una
vipera sarò. Sono stupefatto dall'uso e dalla duttilità della
voce. Tracce di musica lirica mentre le note salgono, scendono
e poi risalgono ancora più incisive, cavalcando con sicurezza
il pentagramma.
Volevo assolutamente quel disco e lo comprai pochi giorni
dopo.
In copertina una Giuni molto androgina: taglio maschile e
un'espressione che ricorda lo sguardo di David Bowie su
Scary Monsters (and Super Creeps). Scorrendo i titoli
e le note di copertina, è Battiato che
la fa da padrone tra gli autori, essendo presente in tutti i
pezzi. Ma il disco si avvale anche della collaborazione di Giusto
Pio, del già citato Alberto Radius, e della stessa
Giuni insieme a
Maria Antonietta Sisini.
L'ASCOLTO:
Lato A
LETTERA AL GOVERNATORE DELLA LIBIA, IL SOLE DI AUSTERLITZ,
CRISI METROPOLITANA e ATMOSFERA.
Tutte le canzoni risuonano prepotentemente nella stanza,
grazie a una musica di grande impatto, ad arrangiamenti
strepitosi e testi importanti ma a colpirmi è la voce
unica di Giuni Russo: per quei vocalizzi in LETTERA AL
GOVERNATORE DELLA LIBIA, per la rabbia e la potenza in CRISI
METROPOLITANA, dove l'impatto vocale mi rimanda a Klaus
Nomi &
Nina Hagen.
Lato B
L'ADDIO, UNA VIPERA SARO' (titolo/citazione che fa
riferimento al Barbiere di Siviglia di Rossini), L'ATTESA e
TAPPETO VOLANTE
La musica è sempre particolare e originale, nuova, diversa da
ciò che si ascoltava in quegli anni, è una contaminazione
sonora di vari stili, cucita su misura sulla voce di Giuni. Si
può parlare di Musica Pop, New Wave, Elettronica... Dalla
moderna romanza che apre la seconda facciata del disco alla
magia del secondo pezzo, fino alla sensuale e poetica attesa
dell'amante che desidera e spia di nascosto l'oggetto del suo
desiderio. A lasciare ancora il segno è la vocalità della
cantante, valorizzata da una musica avvolgente che segue e
sottolinea ogni sua evoluzione.
L'acuto finale ne L'ADDIO, i
richiami alle trifonie dei Mongoli o la possibilità di cantare
la Norma di Bellini con dei fonemi sardi oppure giapponesi,
si aggiungono ad una
serie di immaginifiche alchimie che fanno di questo album una
delle pietre miliari non solo della discografia di Giuni
Russo, ma di tutta la musica pop italiana del Novecento.
Non mi risulta difficile pensare a tutta la produzione di Battiato,
un artista che amavo
molto in quel periodo (anche per le sue collaborazioni con
Alice). Non poteva, quindi, lasciarmi indifferente questo
nuovo gioiello sonoro.
Nel 1981 seguivo molto la scena musicale inglese e americana:
da Lene Lovich a Toyah, da Siouxsie And The Banshees fino a
Patti Smith e Pat Benatar. Giuni era qualcosa di altrettanto
nuovo nel panorama musicale italiano.
Forse la bellezza di questo disco l'ho colta completamente con
la maturità, ma già allora ero soggiogato dalla forza
espressiva di quella voce potente e raffinata abbinata al Battiato
sound.
Giuni era davvero innovativa. L'unica artista che sperimentava vocalmente
all'epoca era Antonella Ruggiero, agli inizi del suo
intrigante viaggio musicale con i Matia Bazar.
Sono passati molti anni da allora e oggi l'uscita, finalmente
rimasterizzata, di questo disco mi ha dato la possibilità di
ritornare con immenso piacere nella stanza dei ricordi in cui
custodisco le emozioni legate a tutti i dischi che ho molto
amato.
La rimasterizzazione di Energie ha messo in luce una
ricchezza di suoni che erano quasi impercettibili su vinile,
confermando allo stesso tempo la grandezza e l'attualità di un
disco ricco di pathos e di emozioni inalterate nel tempo.
Giuni, con le sue canzoni, era e rimane un'ottima compagna di
viaggio mentre ancora attraverso con entusiasmo tutta "la musica che (mi)
gira intorno".
ERNESTO PICENNI - 27.2.2013