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Love is a woman
JUNIE RUSSO E
L'ESORDIO INGLESE
Premetto che non ero al corrente dell'esistenza di questo
disco fino al 1990, per me l'artista Giuni Russo nasceva con
Energie e tutto
partiva da quel disco.
A casa di... un collezionista ci fu il primo approccio
con il vinile ma non lo ascoltammo. Più avanti nel tempo mi
incuriosì un video scovato su Youtube in cui Giuni
cantava una canzone per me inedita (Carol) estrapolata
proprio da questo suo primo album (filmato tratto da Adesso
musica del 1975).
Ed ora, grazie alla recentissima ristampa in CD (Edel), molto curata sia a
livello grafico che sonoro (ottima rimasterizzazione), sono
finalmente
entrato in possesso dell'album a me "sconosciuto". So che
questa opera prima (nella versione in vinile) è stata sempre
molto ricercata dai collezionisti, spesso con quotazioni molto
alte. in questa edizione digitale a prezzo economico
finalmente diventerà accessibile a tutti.
Inizio l'ascolto con la title track Love is a woman e
subito mi rendo conto di essere alle prese con espressioni
musicali e vocali molto diverse da quella che sarebbe poi diventata
l'inconfondibile cifra stilistica di Giuni Russo. Il
pezzo è raffinato e scorrevole ma il primo sussulto arriva con
Milk of Paradise, una song che si potrebbe
definire appartenente al rock progressivo, dove la voce della cantante,
oltre a brillare per estensione, è molto
aggressiva. Non ci sono i
virtuosismi vocali di Energie, altra storia. Trovo invece similitudini con la grande
Julie Driscoll e non lo dico per sminuire il talento di
Giuni,
anzi è il contrario. Ascoltate Save Me della Driscoll:
provare per credere!
Every time you leave è avvolgente e si muove su armonie
Jazz/Pop con la voce in stato di grazia.
Carol è una song delicata, dedicata ad una amica scomparsa per
droga, Giuni canta con grande intensità.
Suddenly I'm alone scorre sul filo di un rock
progressivo non aggressivo.
L'atmosfera diventa notturna con Acting the part che possiede
sfumature blues. Da segnalare la presenza della prestigiosa tromba di
Enrico Rava
all'epoca non segnalato nei crediti.
Give me one reason è sorretta da ritmiche funky e rimanda ai
Blood Sweat & Tears band americana che fondeva jazz
& rock con funky e R&B.
I've drunk in my dream scorre piacevolmente con arrangiamento
acustico, a seguire If you really wanna say goodbye, molto
americaneggiante con i violini ad arricchire la melodia.
Chiude il lavoro Vodka che inizia introdotta dalla chitarra
acustica per poi prendere corpo e fisicità con la voce della
cantante che si muove a suo agio ancora tra chiari segnali di rock
progressivo.
Love is a woman esce per l'etichetta discografica BASF e viene
utilizzato il nome d'arte Junie Russo, pensando
probabilmente ad un lancio
internazionale.
La musica si diversifica e si sviluppa in vari stili sonori,
dal già citato rock progressivo (che nel 1975 era in fase
calante) al Jazz & Pop più raffinato. Mi ha molto colpito
l'uso dello strumento voce che passa da canto di sirena a
talentuosa vocalist rock anni Settanta.
Con Giuni, oltre alla fedele amica Maria Antonietta Sisini,
collaborano tra gli altri lo scrittore Dino Cafaro, la
scrittrice Donata Giachini, il jazzista e bassista
afro-americano Michael Logan e il pianista Giorgio Sabelli.
Il disco, ai tempi, nonostante fosse un prodotto di buona qualità
passò quasi inosservato. Bisognerà aspettare Energie, con la
sapiente produzione di Franco Battiato e Alberto Radius, per
poter
osservare più da vicino la nascita di una "nuova" stella
del
firmamento musicale italiano.
ERNESTO PICENNI - 12.5.2012
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