Mi piace chiamarla col suo vero nome: Eunice (Eunice Kathleen Waymon) e ricordarla
soprattutto per una
decina di album, che insieme a quelli di Sarah Vaughan,
sono riusciti ad avvicinarmi a generi musicali che credevo non
fossero nelle mie corde e che invece, molto più semplicemente,
ignoravo. Leggendo la sua biografia ho scoperto, oltre
all'artista che molti ben conoscono, una donna concreta,
combattiva, e soprattutto molto impegnata (non solo attraverso
la musica) per la causa dei diritti civili e nella guerra
contro il razzismo. Una vita assai turbolenta ma vera,
autentica, ricca di esperienze umane forti e spesso dolorose
che, inevitabilmente, son finite nelle intense interpretazioni
delle sue bellissime e struggenti songs. La sua voce ha
lasciato un'impronta indelebile nella mia anima. L'ascolto
quando ho bisogno di un'emozione vera e soprattutto per
tentare di fuggire da quell'insostenibile rumore di fondo che
spesso è la musica contemporanea. Rosario Bono
LA SUA VOCE PUNTAVA DRITTA ALLA GOLA DI UN PUBBLICO
BIANCO.
POI PUNTAVA AL CUORE. POI PUNTAVA ALLA TESTA.
Sam Shepard
Non potrò mai essere bianca, e sono il tipo di
ragazza di colore che incarna tutto ciò che i bianchi
odiano, o perlomeno gli è stato insegnato di odiare. Se
fossi un maschio avrebbe meno importanza, ma sono una
ragazza, e sono costantemente sotto gli occhi spalancati
di un pubblico pronto a giudicarmi.
Nina Simone
Forse è vero
che esistono ancora artisti, e neanche pochi, che non
vanno in classifica, non si vedono in TV, non fanno le
prime pagine ma riempiono la vita a tante persone con le
loro canzoni fuori tempo e fuori schema; conosciute
magari per caso, per un fortunato incontro radiofonico,
per il consiglio di un amico, seguendo il tam tam
sotterraneo di quella rete che non è Internet ma
funziona anche meglio, e da più tempo, usando l'antico
sistema del passaparola. Robert Kirk,
un ministro al culto scozzese, si divertì quattro secoli
fa a spiegare e catalogare il mondo delle fate e degli
spiriti invisibili, e lo chiamò il Regno Segreto.
Ecco, c'è
un Regno Segreto anche nella musica: «esseri che si dice
siano di una natura intermedia fra l'uomo
e l'angelo,
con una mentalità intelligente e appassionata», non
visibili a tutti ma vivi e operosi, capaci di
coinvolgerci e darci grandi emozioni... Riccardo
Bertoncelli (La Repubblica)
Portavo sempre il ghiaccio a Nina Simone.
Era sempre carina con me. Mi chiamava "Tesoro", Le
portavo un saccone di plastica grigia pieno di ghiaccio
per raffreddare lo Scotch. Lei si strappava la sua
parrucca bionda e la gettava sul pavimento. Sotto, i
suoi capelli veri erano corti come il pelo tosato d’un
agnello nero. Si scollava le ciglia finte e le
appiccicava allo specchio. Le sue palpebre erano spesse
e dipinte d’azzurro. Mi facevano sempre venire in mente
una di quelle Regine Egiziane che vedevo nel National
Geographic. La sua pelle era lucida di sudore. Si
arrotolava un asciugamano azzurro intorno al collo e si
sporgeva in avanti appoggiando entrambi i gomiti sulle
ginocchia. Il sudore rotolava giù dalla sua faccia e
schizzava sul pavimento di cemento rosso tra i suoi
piedi. Finiva sempre il suo spettacolo con la canzone "Jenny Pirata" di Bertolt Brecht. Cantava
sempre quella canzone con una sorta di profonda e
penetrante rivalsa come se avesse scritto le parole lei
stessa. La sua esecuzione puntava dritta alla gola di un
pubblico bianco. Poi puntava al cuore. Poi puntava alla
testa. Era un colpo mortale in quei giorni.
La canzone cantata da lei che mi stendeva davvero era "You’d Be So Nice to Come Home To". Mi lasciava sempre
di sale. Magari ero in giro a raccogliere bicchieri di
Whiskey Sour in sala e lei attaccava una specie di frana
rombante al pianoforte con la sua voce roca che
sgusciava attraverso gli accordi "montanti". I miei
occhi si fissavano sul palco dell’orchestra e ci
rimanevano mentre le mie mani continuavano a lavorare.
Una volta rovesciai una candela mentre lei cantava
quella canzone. La cera bollente sgocciolò tutta
sull’abito d’un uomo d’affari. Mi chiamarono
nell’ufficio del direttore. L’uomo d’affari era lì in
piedi con questo lungo schizzo di cera indurita sul
pantaloni. Pareva che si fosse venuto addosso. Fui
licenziato quella sera. Fuori in strada sentivo ancora
la sua voce che arrivava dritta attraverso il cemento:
"Sarebbe il paradiso se tu tornassi a casa". Sam
Shepard
BIBLIOGRAFIA
Dedicato a Miriam Makeba (dal book "Nina Simone/Una
vita") -
NINA 2016 Edizioni Curci Young
ARTICOLI
Blank On Blank -
Inni con anima (Rosario Bono) -
La fatica di essere un simbolo (Carmelo Serafin) -
Il soul di Nefertiti (Il Mucchio Selvaggio) -
La
Repubblica- Selezioni
1988-2002 -
Addio a Nina Simone (Corriere della sera) -
About Nina Simone (fonti varie)
Le mie RECENSIONI
Tutte le vite di Nina -
Nina Simone at The Village -
Baltimore
-
Nina Simone and Piano -
Here comes the sun -
Let it
be me -
A Single Woman -
To Love Somebody
Altre RECENSIONI...
Tell It Like It Is (Jam)
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What happened, Miss Simone? (varie)
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Nina Simone
Sings the Blues (Fedeltà del Suono) -
Nina Simone at Town Hall (varie)
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Concerto alla Carnegie Hall 1964 (Ezio
Guaitamacchi)
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Nina Simone At Carnegie Hall 1963 Ristampa DOL 2015 (selezioni)
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