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Dedicato a Miriam Makeba

 

 

dal book "NINA SIMONE - UNA VITA" di David Brun-Lambert

 

La prima volta in Africa per Nina Simone. In ricordo di Miriam Makeba, sua grande amica, che la portò con sé...


Nel settembre del 1974 Nina Simone ritrovò l'amica Miriam Makeba a New York. Miriam si preparava a partire per la Liberia, dove era stata invitata a cantare in occasione di una serata in onore del presidente Tolbert. Da Monrovia, capitale della Liberia, Miriam avrebbe raggiunto in seguito, Kinshasa, dove (così come James Brown) si sarebbe esibita in un concerto organizzato prima dell'incontro di boxe Ali-Foreman. "Non hai un posto dove andare, vieni con me, torniamo a casa", deve averle detto. Nina si guardò con gli occhi di una donna della sua età. Accettò l'invito dell'amica... Le speranze investite in quel viaggio erano immense: per Nina era l'occasione per lasciare sul serio il music business e gli Stati Uniti, per tuffarsi alla scoperta di un continente su cui fantasticava da tempo. Il 12 settembre del 1974, l'aereo che trasportava Miriam Makeba, Nina Simone e sua figlia Lisa Celeste Stroud atterrò all'aeroporto di Robertsfield, il più grande aeroporto africano, uno dei più grandi del mondo. Le aspettava un'accoglienza ufficiale, per via dello status di ambasciatrice africana di Miriam Makeba. I pezzi grossi dell'amministrazione Tolbert erano tutti in fila ai piedi dell'aereo e le ricevettero in pompa magna, con la bandiera nazionale spiegata e l'inno della Liberia che risuonava fieramente mentre scendevano... Makeba era abituata a simili trattamenti di favore ovunque si recasse in Africa, ma per Nina era, per così dire, una novità. A New York, prima della partenza, Miriam le aveva ripetuto: "La Liberia è un buon punto d'inizio per ogni afroamericano che cerchi di integrare il suo passato storico"... Miriam, Nina e Lisa, dall'aeroporto furono portate da un corteo ufficiale fino al palazzo presidenziale dove era in corso un ricevimento organizzato per l'anniversario dell'investitura di William Tolbert. C'era l'élite del paese al gran completo, impaziente di incontrare Miriam Makeba, unica artista africana che avesse avuto un successo di grande portata negli Stati Uniti... Ma si accalcavano nei saloni anche per l'arrivo di Nina Simone.

 

Conoscevano tutto di lei. La ammiravano, la desideravano, non solo come ospite di riguardo, ma anche come una curiosità. Ai rappresentanti ricchi di un paese africano che guardava all'America sembrava addirittura incredibile che un'artista nera americana avesse potuto prendere una posizione ferma contro il governo del suo paese. Nina aveva temuto per un istante che Miriam attirasse tutte le attenzioni su di sé, ma fu presto sorpresa, e poi sedotta, all'idea che quelle persone benevolenti potessero conoscere la sua opera quanto i suoi insuccessi. Di più, erano perfettamente informati del ruolo di Nina nel Movimento. Tutti si complimentarono per i suoi dischi, ne citarono i titoli, ne commentarono le canzoni. Un certo Bright si complimentò anche per un suo concerto alla Carnegie Hall nel 1963. Nina si stupì: "Davvero era presente?" Impassibile, l'uomo le rispose che passava la vita tra New York e Monrovia. "Import-export, mi capisce. Ma amo immensamente la sua musica. Sa, i suoi dischi sono disponibili in questa città da molti anni." La festa durò fino al mattino e quando, all'alba, Nina e Lisa furono portate nel quartiere di Bassa, ai piedi di una grande casa che affacciava sull'oceano, a ovest di Monrovia, la figlia del presidente disse loro che la casa era in prestito "per tutto il tempo che volevano". Nina e Lisa erano lontane dal sospettare che i giorni a venire sarebbero stati segnati da altrettante feste, ricevimenti, come se si trattasse dell'unica fonte di distrazione della Liberia. Al suo risveglio Nina vide in prima pagina sul giornale di Monrovia, appoggiato sul tavolo della sala da pranzo, le foto del loro arrivo. L'articolo raccontava la parabola di Nina negli Stati Uniti, i suoi successi, la sua immensa fama nel mondo e l'onore fatto tanto al popolo liberiano quanto al presidente Tolbert di poterla ricevere accanto alla "Mama Africa" Miriam Makeba. Per l'Africa - ampiamente ignorata dall'Occidente e ancora segnata dalla colonizzazione - le figure afroamericane che erano riuscite a far sentire la voce della loro comunità (Mohammed Ali, James Brown, eccetera) nel loro paese avevano il ruolo di lontani cugini divenuti profeti. A questo titolo, Nina Simone era trattata con tutti gli onori. Lusingata, capiva bene che godere di una tale fama in quel paese la poneva di rimando al centro di una certa élite, che sarebbe stata mantenuta dal regime durante il suo soggiorno (e poco importava se si fosse dovuto prolungare) e che non avrebbe avuto nessuna necessità di lavorare. Alla bisogna, e se le fosse stato chiesto, avrebbe tenuto dei concerti, anche un'esibizione in onore del presidente Tolbert, il suo benefattore. Era il minimo... Nina Simone restò in Africa per due anni, fino al 1976...

 

PAGINA INSERITA IL 20.11.2008