Patti Smith è
tornata con un album di inediti a distanza di otto anni da
Trampin'. Nuove visioni e nuove energie
partono alla conquista dell'anima! Il titolo del disco è ispirato al romanzo di Bulgakov,
"Il maestro e Margherita" (Banga è il nome del cane di Ponzio
Pilato).
La poetessa ha voluto omaggiare l'Italia: Patti trae ispirazione
da personaggi come Piero della Francesca, Amerigo Vespucci,
San Francesco e
Seneca.
Nelle interviste l'ha definito il suo disco italiano, un atto
d'amore verso il nostro Paese a cui si sente da sempre legata
culturalmente e spiritualmente.
Da devoto estimatore mi accingo (per l'ennesima volta) al
rito quasi religioso dell'ascolto.
Apre l'album una melodia splendida, Amerigo, dedicata al grande
esploratore del nuovo mondo. Musicalmente il pezzo possiede un
ampio respiro armonico con i violini e il cello che lo
impreziosiscono. Patti canta con trasporto immaginando
l'emozione del grande navigatore alla vista delle terre
sognate, alternando recitativo e canto (pathos assoluto).
April Fool, la seconda traccia, mostra il lato pop
dell'opera ed è valorizzato dal lavoro chitarristico di Tom
Verlaine che crea sonorità semplici e magiche. Segue Fuji-San e torna il rock che come un potente mantra
devasta l'anima. La voce di Patti è intensa mentre intona la sua
dedica al popolo giapponese vittima del terremoto. La musica è
trascinante e le percussioni aiutano a creare un impatto ancora
più forte.
This Is The Girl, l'atteso brano dedicato a Amy Winehouse
possiede una grande forza. La melodia, quasi calata in un'
atmosfere anni Cinquanta è coinvolgente. La Smith canta con
grande partecipazione.
La quinta traccia è Banga. Ancora rock a sostenere
con una ritmica possente le parole dell'artista che si abbandona ad un
canto fortemente evocativo. La musica è grandiosa, originale e
il ritornello avvincente. Si prosegue con Maria, la song dedicata all'attrice
Maria
Schneider conosciuta dalla Smith durante il tour europeo di
Horses nel 1976. La ballata è costruita su una bella melodia,
con i violini a creare magia e la chitarra del figlio Jackson
Frederick Smith che si tuffa decisamente nei Settanta. Il
pianoforte sottolinea invece i momenti più delicati della
composizione.
Mosaic (settima traccia) è introdotta dalle chitarre acustiche, il
ritmo prende forma e intensità, Patti canta come un
saggio che narra una storia, mentre la musica avvolge l'anima con il suo
ondeggiamento elettroacustico (piccolo gioiello musicale, uno
dei vertici del disco).
Grande pathos con Tarkovsky (The Second Stop Is
Jupiter), titolo
che si ispira alle composizioni musicali di Sun Ra, musicista
che componeva melodie free jazz e musica elettronica.
Il titolo del pezzo è ispirato anche al regista sovietico
Andrej Tarkovsky. L'impianto musicale è denso di sonorità tipiche del
free jazz e si snoda in un crescendo epico con la chitarra
elettrica che sottolinea i passaggi della voce enfatica di
Patti.
Nine riporta nuovamente al rock più alto; Patti
l'affronta con
voce da veggente accompagnata da una brillante ritmica
elettroacustica
per omaggiare l'attore e amico Johnny Depp (il pezzo è stato
scritto per il suo compleanno).
A seguire, Seneca che è una splendida ninna nanna dedicata al
figlio del regista Steven Sebring ("Dream Of Life", film su
Patti Smith del 2007).
E' un gioiellino sonoro con taglio acustico e possiede un
fascino particolare grazie alla collaborazione del gruppo di
Arezzo Casa del Vento
che accompagna la cantante con infinita dolcezza. La voce della
Smith è teneramente passionale e ben sostenuta da una
fisarmonica che dona un tocco di atmosfera francese, mi ricorda
Parigi.
Constantine's Dream rappresenta uno dei punti più alti del disco.
La Smith sempre accompagnata dal suo gruppo e dalla Casa del
Vento improvvisa come solo lei sa fare mentre la musica prende
forza dalle sue parole. Il pezzo è nato dopo una visita di Patti
alla Basilica di San Francesco in Arezzo dove è conservato il
dipinto Sogno di Costantino di Piero della Francesca.
La song si sviluppa su una melodia dove la chitarra acustica e
le percussioni creano le giuste atmosfere per una sacrale tensione.
Una voce recita la Preghiera Semplice di San Francesco,
le chitarre
elettriche prendono forma e forza mentre Patti declama i
suoi versi. Torna alle mente il furore di Radio Ethiopia
(Abyssinia) o la magia di Land anche
se non vi sono la rabbia e le allucinazioni vocali e sonore del
passato. E' tutto più controllato e la fisarmonica stempera un
po' la tensione. Il finale del pezzo è esaltante.
Chiude il disco una bellissima cover di Neil Young ,
After The
Gold Rush, eseguita "in punta di piedi" da Patti, accompagnata
dalla figlia Jesse Paris al piano e dal figlio Jackson
Frederick, chitarra acustica. Sul finale
del pezzo un coro di bambini riprende il ritornello.
Just Kids è la bonus track presente nella Special Edition ed
è dedicata al fotografo Robert Mapplethorpe. Prende il titolo
dal recente libro della Smith dedicato alla loro amicizia. La
song è scritta e musicata completamente dalla Smith èd è di una
bellezza infinita.
Che dire se non inchinarsi innanzi a questo nuovo lavoro,
per la
raffinatezza e la cura con cui è stato portato a termine.
Nulla è stato lasciato al caso ma pensato nei minimi dettagli, e
Patti Smith
canta con una voce sempre più bella e intensa, da lasciare
stupefatti. Mi riporta a Dream Of Life, altro album in cui la
voce della cantante era perfetta.
Anche qui troverete solo grande musica e trascinanti pezzi usati come
mantra; niente rock duro, fine a se stesso, ma varie
combinazioni sonore che nate dal felice connubio di una cantautrice
ancora ispirata e la
sua band che insieme hanno tra l'altro prodotto il disco.
Posso affermare che questo lavoro è sicuramente superiore a
dischi come Trampin' (che comunque amo) o al cupo Peace And
Noise.
In questo lavoro Patti crea un impatto emotivo/spirituale
immediato con l'ascoltatore.
La grafica del libro che contiene il CD è stupenda e aggiunge
fascino ed eleganza al progetto discografico (altro che musica
liquida). All'interno vi sono foto rigorosamente in bianco e
nero, appunti di viaggio, annotazioni della cantante e ovviamente
tutti testi, importantissimi per comprendere l'opera nella sua
interezza e nella sua "semplice" complessità.
Caldamente e fortemente consigliato!
Ernesto Picenni - 2012