Patti Smith la visionaria e il cane di Pilato

BANGA - Columbia - Sony Music Entertainment - 2012

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Patti Smith è tornata con un album di inediti a distanza di otto anni da Trampin'. Nuove visioni e nuove energie partono alla conquista dell'anima! Il titolo del disco è ispirato al romanzo di Bulgakov, "Il maestro e Margherita" (Banga è il nome del cane di Ponzio Pilato).

La poetessa ha voluto omaggiare l'Italia: Patti trae ispirazione da personaggi come Piero della Francesca, Amerigo Vespucci, San Francesco e Seneca. Nelle interviste l'ha definito il suo disco italiano, un atto d'amore verso il nostro Paese a cui si sente da sempre legata culturalmente e spiritualmente.

 

Da devoto estimatore mi accingo (per l'ennesima volta) al rito quasi religioso dell'ascolto.

 

Apre l'album una melodia splendida, Amerigo, dedicata al grande esploratore del nuovo mondo. Musicalmente il pezzo possiede un ampio respiro armonico con i violini e il cello che lo impreziosiscono. Patti canta con trasporto immaginando l'emozione del grande navigatore alla vista delle terre sognate, alternando recitativo e canto (pathos assoluto).

 

April Fool, la seconda traccia, mostra il lato pop dell'opera ed è valorizzato dal lavoro chitarristico di Tom Verlaine che crea sonorità semplici e magiche. Segue Fuji-San e torna il rock che come un potente mantra devasta l'anima. La voce di Patti è intensa mentre intona la sua dedica al popolo giapponese vittima del terremoto. La musica è trascinante e le percussioni aiutano a creare un impatto ancora più forte.

 

This Is The Girl, l'atteso brano dedicato a Amy Winehouse possiede una grande forza. La melodia, quasi calata in un' atmosfere anni Cinquanta è coinvolgente. La Smith canta con grande partecipazione.

 

La quinta traccia è Banga. Ancora rock a sostenere con una ritmica possente le parole dell'artista che si abbandona ad un canto fortemente evocativo. La musica è grandiosa, originale e il ritornello avvincente. Si prosegue con Maria, la song dedicata all'attrice Maria Schneider conosciuta dalla Smith durante il tour europeo di Horses nel 1976. La ballata è costruita su una bella melodia, con i violini a creare magia e la chitarra del figlio Jackson Frederick Smith che si tuffa decisamente nei Settanta. Il pianoforte sottolinea invece i momenti più delicati della composizione.

 

Mosaic (settima traccia) è introdotta dalle chitarre acustiche, il ritmo prende forma e intensità, Patti canta come un saggio che narra una storia, mentre la musica avvolge l'anima con il suo ondeggiamento elettroacustico (piccolo gioiello musicale, uno dei vertici del disco).

 

Grande pathos con Tarkovsky (The Second Stop Is Jupiter), titolo che si ispira alle composizioni musicali di Sun Ra, musicista che componeva melodie free jazz e musica elettronica. Il titolo del pezzo è ispirato anche al regista sovietico Andrej Tarkovsky. L'impianto musicale è denso di sonorità tipiche del free jazz e si snoda in un crescendo epico con la chitarra elettrica che sottolinea i passaggi della voce enfatica di Patti.

 

Nine riporta nuovamente al rock più alto; Patti l'affronta con voce da veggente accompagnata da una brillante ritmica elettroacustica per omaggiare l'attore e amico Johnny Depp (il pezzo è stato scritto per il suo compleanno). A seguire, Seneca che è una splendida ninna nanna dedicata al figlio del regista Steven Sebring ("Dream Of Life", film su Patti Smith del 2007). E' un gioiellino sonoro con taglio acustico e possiede un fascino particolare grazie alla collaborazione del gruppo di Arezzo Casa del Vento che accompagna la cantante con infinita dolcezza. La voce della Smith è teneramente passionale e ben sostenuta da una fisarmonica che dona un tocco di atmosfera francese, mi ricorda Parigi.

 

Constantine's Dream rappresenta uno dei punti più alti del disco. La Smith sempre accompagnata dal suo gruppo e dalla Casa del Vento improvvisa come solo lei sa fare mentre la musica prende forza dalle sue parole. Il pezzo è nato dopo una visita di Patti alla Basilica di San Francesco in Arezzo dove è conservato il dipinto Sogno di Costantino di Piero della Francesca. La song si sviluppa su una melodia dove la chitarra acustica e le percussioni creano le giuste atmosfere per una sacrale tensione. Una voce recita la Preghiera Semplice di San Francesco, le chitarre elettriche prendono forma e forza mentre Patti declama i suoi versi. Torna alle mente il furore di Radio Ethiopia (Abyssinia) o la magia di Land anche se non vi sono la rabbia e le allucinazioni vocali e sonore del passato. E' tutto più controllato e la fisarmonica stempera un po' la tensione. Il finale del pezzo è esaltante.

 

Chiude il disco una bellissima cover di Neil Young , After The Gold Rush, eseguita "in punta di piedi" da Patti, accompagnata dalla figlia Jesse Paris al piano e dal figlio Jackson Frederick, chitarra acustica. Sul finale del pezzo un coro di bambini riprende il ritornello.

 

Just Kids è la bonus track presente nella Special Edition ed è dedicata al fotografo Robert Mapplethorpe. Prende il titolo dal recente libro della Smith dedicato alla loro amicizia. La song è scritta e musicata completamente dalla Smith èd è di una bellezza infinita.

 

Che dire se non inchinarsi innanzi a questo nuovo lavoro, per la raffinatezza e la cura con cui è stato portato a termine. Nulla è stato lasciato al caso ma pensato nei minimi dettagli, e Patti Smith canta con una voce sempre più bella e intensa, da lasciare stupefatti. Mi riporta a Dream Of Life, altro album in cui la voce della cantante era perfetta. Anche qui troverete solo grande musica e trascinanti pezzi usati come mantra; niente rock duro, fine a se stesso, ma varie combinazioni sonore che nate dal felice connubio di una cantautrice ancora ispirata e la sua band che insieme hanno tra l'altro prodotto il disco.

 

Posso affermare che questo lavoro è sicuramente superiore a dischi come Trampin' (che comunque amo) o al cupo Peace And Noise.

In questo lavoro Patti crea un impatto emotivo/spirituale immediato con l'ascoltatore.

 

La grafica del libro che contiene il CD è stupenda e aggiunge fascino ed eleganza al progetto discografico (altro che musica liquida). All'interno vi sono foto rigorosamente in bianco e nero, appunti di viaggio, annotazioni della cantante e ovviamente tutti testi, importantissimi per comprendere l'opera nella sua interezza e nella sua "semplice" complessità.

 

Caldamente e fortemente consigliato!

 

Ernesto Picenni - 2012