Vanna Brosio e la Tv del rispetto
 

Vanna Brosio è morta il 19 giugno a Torino all'età di 62 anni, dopo una lunga malattia. A molti, soprattutto ai più giovani, forse questo nome non dirà nulla. E' stata attrice, cantante, giornalista sportiva e presentatrice. Io non l'ho mai conosciuta personalmente e nemmeno ho avuto modo di approfondire, da semplice spettatore, le diverse fasi della sua eclettica carriera, iniziata in Tv nel lontano 1964 . Ma la ricordo benissimo in veste di conduttrice e, in particolar modo, di timida "padrona di casa" insieme a Nino Fuscagni nella nota trasmissione televisiva ADESSO MUSICA che dagli inizi degli anni Settanta andò in onda settimanalmente per ben 5 stagioni. Un'ampia finestra spalancata sul mondo delle sette note, strutturata con gusto e professionalità, aperta ai più svariati generi musicali, con ospiti in studio, filmati esclusivi e novità discografiche. I ragazzini di allora, che come me già iniziavano a comprare i primi dischi e le prime riviste specializzate, non perdevano una puntata, in attesa del cantante di turno che veniva a presentare in anteprima il singolo da lanciare o le canzoni del suo nuovo album. Una tappa d'obbligo per artisti allora sulla breccia come Ornella Vanoni, Patty Pravo, Mina, Loredana Bertè, Caterina Caselli, Mia Martini, etc. che lasciavano tracce del loro passaggio con la presenza in studio, oppure con contributi filmati e/o servizi dedicati.

 

Entrambi i conduttori erano impeccabili portatori sani di garbo e signorilità. Forse meno eclettici e disinvolti di altri colleghi più famosi, ma con un modo di porsi squisitamente sobrio ed educato, mai sopra le righe, mai mieloso o ruffiano. Tutte qualità molto rare nella Tv dei decenni successivi, dove alla voce "musica e spettacolo", non di rado faranno eco disinformazione, falsità, volgarità e giochetti di "prestigio".

 

"Classica, leggera, pop", recitava il sottotitolo della trasmissione, ed era riferito ovviamente alla musica. La formula (oggi si parlerebbe di format) del programma era semplice ed efficace, diretta, senza fronzoli. In studio niente comici, nani o ballerine, sempre e solo musica, senza variazioni sul tema, senza interruzioni pubblicitarie.

 

E' passato tanto tempo, le note di molte canzoni si sono perse nell'etere, qualche cantante è sparito, alcuni son diventati i replicanti di se stessi e altri (pochi a dire il vero) continuano a produrre buona musica. Melodie da salvare, altre affidate al famoso "ufficio delle cose perdute", come inevitabilmente accade. Ma nella mia memoria rimarranno sempre impresse la dolcezza e il sorriso sincero con cui Vanna Brosio e il collega Nino Fuscagni presentavano il loro programma, facendo un buon servizio alla musica e alla televisione.

Sembrava quasi di sentirli bussare, chiedere permesso, prima di apparire sul vecchio schermo un po' bombato dei nostri televisori in bianco e nero. Oggi che i monitor sono ultrapiatti, i colori perfetti e che le onde magnetiche entrano nelle case attraverso il segnale digitale, assistiamo quotidianamente a frequenti "invasioni barbariche". Purtroppo, a tutto questo sfoggio di alta tecnologia non sempre corrisponde un'altrettanta qualità di proposte e di contenuti.

 

Non per questo faccio mio il motto "si stava meglio quando si stava peggio". Anche adesso qualcosa da salvare c'è, non è tutta spazzatura, così come è vero che tanti anni fa c'erano anche brutte trasmissioni e personaggi insignificanti. Sono le percentuali (in negativo) che preoccupano. Ma oggi, ricordando Vanna Brosio, voglio concedermi il lusso di un pizzico di nostalgia (che di solito non frequento), non solo per le trasmissioni che non ci sono più, come ADESSO MUSICA, SENZA RETE, IERI E OGGI o CANZONISSIMA (tanto per citarne alcune) ma soprattutto per il rispetto, la correttezza e l'educazione con cui venivano offerte al pubblico.

 

Oggi in prima serata, tra un "vaffanculo" e un "che cazzo!" della Maionchi, le battute da cerebrolesi di certi pseudocomici, il televoto a Sanremo, le prodezze del Principe e il culo di Belen, si fa sempre più ardua l'impresa di riuscire a salvare il salvabile.

E nel "luccicante" mondo dello spettacolo proposto da Raiset (o Mediarai se preferite), anche la musica rischia di essere declassata, proprio perché inserita in programmi d'intrattenimento da quattro soldi, con buona pace di chi accetta di parteciparvi e dei contribuenti passivi che, immobili come le stelle, ancora stanno a guardare...

 

Rosario Bono - 22 GIUGNO 2010