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P I E T R E  M I L I A R I

 

In Italia, solo Mina aveva "osato" tanto, fino ad allora, pubblicando nel 1973 "Frutta e verdura" e "Amanti di valore", un doppio album di inediti, eccetto "La pioggia di marzo", versione italiana di Giorgio Calabrese di "Aguas de Março", famoso brano di A. C. Jobim lanciato da Elis Regina.

 

Nel 1977 Ornella Vanoni segue le orme dell'illustre collega e incide "Io dentro", "Io fuori", due album di nuove canzoni, tranne la cover di "Quale allegria" di Lucio Dalla e le versioni italiane di "Tatuagem" e "Olhos nos olhos" di Chico Buarque. Per entrambe le pubblicazioni delle due primedonne della musica italiana i dischi vengono, in una prima edizione, venduti in coppia: due distinte copertine avvolte in un unico, elegantissimo poster pieghevole; il tutto curato da quei grandi maestri dell'immagine e dell'artwork che ormai tutti conoscono e che rispondono ai nomi di Mauro Balletti e Luciano Tallarini. Pregevole il risultato delle iconiche illustrazioni di Gianni Ronco e Anna Montecroci.

 

Ho sempre avuto un debole per questo particolare progetto di Ornella Vanoni, nato dalla preziosa collaborazione con lo storico gruppo dei New Trolls. Un progetto andato a buon fine, a mio avviso, nonostante alcuni pezzi meno scintillanti, forse per via di qualche piccolo peccato di presunzione nella stesura dei testi o di alcune forzature negli arrangiamenti.

 

Vengono proposte ben 19 canzoni, 10 nel primo album ("Io dentro"), nel complesso più intimista e particolare, e 9 nel secondo ("Io fuori") che sperimenta nuove armonie e un sound decisamente più movimentato e accattivante. Ma ci sono anche punti di contatto, due o tre pezzi del primo disco sarebbero stati decisamente "a loro agio" anche nel secondo, e viceversa. Tutto sommato l'intera opera potrebbe essere considerata come un unico concept album sul tema dell'amore e le sue contraddittorie sfaccettature.

 

L'inconfondibile impronta musicale e vocale dei New Trolls, la fertile vena poetica di Sergio Bardotti (17 pezzi cofirmati) e la "voce bambina" di Ornella (che qui si mantiene quasi sempre su tonalità medio alte), sono gli ingredienti principali di questo intrigante percorso musicale, preparato con cura e fatica, costruito su testi a volte malinconici, altre volte struggenti, sospesi tra incanto e disillusione, ma anche ironici e maliziosi, in perfetto stile Vanoni.

 

I O  D E N T R O

 

Gli amori finiti - Brano melodico e trascinante. Sulle note danzanti della chitarra, da segnalare l'incipit: "Gli anni migliori li hai sempre alle spalle, li hai sempre già sprecati, guardi ogni giorno la tua collezione di sentimenti usati...". Non c'è bisogno di aggiungere altro.

 

Va la mente va - Un addio è sempre un boccone amaro da ingoiare e mentre la festa (metafora della vita?), va avanti tra ipocrisia e odiosi sottintesi, com' è difficile fingere l'allegria! Grande energia e ottimi intrecci vocali nell'inciso (e non solo in questa canzone).

 

Lo specchio - E' curioso constatare, seguendo il testo del brano, come poteva essere percepita l'età di un quarantenne negli anni Settanta... Lei parla del suo uomo (coetaneo) che sta "invecchiando" e dice: "Come è bravo lo specchio a fargli male, ogni giorno gli regala una ruga in più, io gli dico dai non farci caso, no, non ci credere quello non sei tu; io lo so cosa vuol dire questa età, ce ne vuole di coraggio per restare, per non dire abbandono il posto, la partita è chiusa...". Oggi un uomo di 40 anni viene considerato ancora un ragazzo e ha partite aperte, ancora tutte da giocare. Quanto alla "ruga in più", per farla sparire - volendo - adesso potrebbero bastare un paio di sedute...

 

Tatuaggio (Tatuagem) - Desiderio e sensualità (ma anche un po' di noia) mentre "suona un'armonica" in un'atmosfera vagamente jazz... Non è tra i miei brani preferiti.

 

Quale allegria - Uno dei rari casi in cui preferisco la versione dell'autore a quella della grande interprete. Strepitoso il testo.

 

Se ci sarà domani - Le atmosfere oniriche che scaturiscono da una felice combinazione di musica e parole a un certo punto si dissolvono in un repentino cambio di registro: il ritorno alla realtà più vera e tormentata ("perché tu sei la strada scavata con le mani, perché tu sei la casa che ho costruito io"). Per tutta la durata della seppur breve canzone, si respira un desiderio d'amore molto forte che nel finale si acquieta in una futuribile speranza.

 

Caro dolce bambino potrebbe essere dedicata ad un figlio, ma anche ad un giovanissimo amore. Strepitosa l'interpretazione della Vanoni che in questi due album, anche risentiti dopo molti anni, non finisce ancora di stupire. E il divario generazionale tra le storiche cantanti italiane del '900 e le nuove leve, con le dovute eccezioni, rimane incolmabile.

 

Occhi negli occhi (Olhos nos olhos) - Sembra inchiostro evaporato della penna di uno chansonnier francese ma profuma di Brasile. Quasi un "pianoforte e voce", intenso e pungente. Canzoni così non se ne scrivono più, purtroppo...

 

Angela e Angela - La musica ricorda le colonne sonore tipiche degli anni Settanta. Ennio Morricone ha fatto scuola... Il testo si discosta dagli altri e, secondo me, vuole essere "originale" a tutti i costi... A me è sempre parso un po' pretenzioso e non sono mai riuscito ad apprezzarlo. Forse è l'unico pezzo che avrei escluso dal progetto, a cui (anche musicalmente) sembra non appartenere.

 

Tutti vanno via arriva dritto al cuore! Un brano introspettivo ed emozionante che mette a nudo peculiarità molto femminili, come la difficoltà di riuscire a dimenticare per sempre "gli amori finiti". Un piccolo gioiello che si aggancia idealmente, come un bracciale, al primo brano del disco (anche per via dell'inizio con chitarra "danzante") chiudendo in bellezza la seconda facciata del primo album.

 

16 SETTEMBRE 2017

Rosario Bono

 

I O  F U O R I

 

Domani no - Lui, lei e l'altra (esasperata) che fino a domani non vuole più aspettare! Il classico conflitto di interessi amorosi, ormai declinato in tutte le salse, al cinema, a teatro e nelle canzoni. Musicalmente il brano segue il più classico degli schemi: "strofa-inciso-strofa". Tra tutti i pezzi, forse uno dei meno intriganti ma sicuramente il più commerciale.

 

Mi piace far l'amore al pomeriggio - Ornella si diverte con eleganza e leggerezza. Brano gradevole.

 

Noi - Aprono i New Trolls e sono brividi fin dall'inizio. Una canzone particolare, in crescendo, che muove passi sicuri su un filo d'acciaio in tensione, in un perfetto equilibrio di musica e parole.

 

Prendimi, toccami - Scrivevo nell'introduzione di "testi pretenziosi" e, secondo me, questa canzone ne è un esempio. Non è un divertissement e nemmeno un brano ad alto tasso erotico, anche se forse, nelle intenzioni, voleva esserlo...

 

Hello - Una telefonata notturna tra due innamorati. Atmosfera sognante tra delicati ricami di note, sfumature e virtuosismi vocali da grande interprete. Esiste una strepitosa versione live di questo brano tratta dal programma televisivo "Due come noi" del 1979, facilmente reperibile su Youtube.

 

Ti voglio - Un testo malizioso quanto basta, semplice e immediato, che ben si sposa con un arrangiamento che strizza l'occhio alla disco music, molto in voga in quegli anni. Il ritornello, nonostante le "premesse", riesce a decollare ma non vola poi così alto...

 

Stasera ci credo - L'amore di un giorno, di una notte: "lo usiamo una sera poi si getta via", ma non per questo privo di intensità e di poesia. Arrangiamento particolarmente "bandistico" dal ritmo cadenzato e trascinante, molto efficace e in perfetta sincronia con la metrica del testo.

 

Ricordare, sognare, cantare ancora - Un piccolo gioiello perfettamente lavorato! La mia canzone preferita.

 

Cosa sei per me - Un pezzo ben architettato che inizia con una parte "recitata", in quella che sembra essere un'ambientazione da night club, per poi aprirsi nel più classico degli slow. Il valore aggiunto, anche qui, si coglie soprattutto nell'originale vena interpretativa di Ornella Vanoni e dei suoi compagni di viaggio.

 

24 SETTEMBRE 2017

Rosario Bono