DA ORNELLA A
LEZIONE DI DIVINITA' - Cosa significhi
essere "la Vanoni" lo capisci davanti all'exploit di
Più
di me, album di duetti trasformatosi a furor di popolo in un
best-seller da 170 mila copie vendute. E per assaporare fino in
fondo il gusto di questa ennesima rentrée Ornella torna ai concerti.
"Quello di salire sul palco è un mestiere che mi emoziona ancora"
spiega. "Amo sempre il piacere di offrire la mia voce e la mia
musica a un pubblico. Chissà, domani potrei anche smetterla di
girare i teatri italiani per chiudermi in un club in compagnia della
sola tromba di Paolo Fresu".
Intanto però
c'è questo Più di me Tour 2009, che vede la cantante milanese
impegnata fino ad aprile con un quintetto nobilitato dalla chitarra
di Michele Ascolese e dal piano di Paolo Jannacci. Prove a due passi
da Assisi e debutto, l'altra sera, al Carisport di Cesena. Avvio
etereo, impalpabile, tra le suggestioni notturne di quella Aria di
Dario Baldan Bembo lucidata oltre vent'anni fa tra i solchi di
Ornella &... , l'album coi grandi jazzisti americani. Eternità è un
tuffo tra le rose e le gardenie del Festival di Sanremo affrontato
da Ornella nel 1970 in abbinamento coi Camaleonti, anche se il
ricordo più forte che la lega al Salone delle Feste del Casinò è
forse Canzone per te di Sergio Endrigo. "Lui la cantava molto bene,
ma a spezzarmi il cuore fu la versione di Roberto Carlos,
indimenticabile". In bocca a lei, fa un figurone. Tra la versione
vellutata di Vendo casa dei Dik Dik (anzi, di Lucio Battisti) e la
sempiterna La musica è finita di Franco Califano e Umberto Bindi,
tra la paoliana Senza fine e Rabbia, libertà,
fantasia di Toto
Cutugno o altri due hit a pronta presa quali Insieme a te non ci sto
più (Paolo Conte) e Per l'eternità di Mario Lavezzi,
Ornella trova
il modo di ritagliare un angolo pure a Il gorilla di George
Brassens, naturalmente nell'adattamento di Fabrizio De André.
"Insieme a L'azzurro immenso di Sergio Cammariere è uno dei momenti
dello spettacolo in cui mi lascio andare di più" ammette lei.
"Mi
piace cambiare spesso registro. Mentre preparavo questo spettacolo,
ad esempio, ho registrato dei gorgheggi per I sette peccati capitali
che gli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla
Scala porteranno al Piccolo di Milano ad aprile". Dietro
La vita che
mi merito c'è la penna di Renato Zero, a cui Ornella tributa pure
una sua versione di Magari. "Ero alla ricerca di un contenuto
importante per questa bella canzone e mi è venuta l'idea di
telefonare a Renato per dirgli: ho scritto alla befana chiedendole
in regalo un tuo testo. Tempo qualche giorno mi sono arrivati i
versi accompagnati da un messaggio: - A Ni', il testo te l'ho scritto;
se ti piace, bene... sennò pigliatela con la befana - ". Buona vita
guarda all'Africa ("fra i sogni c'è quello di registrare un album
etnico, ma francamente non so se mai si avvererà") grazie all'arte
del poeta capoverdiano Teofilo Chantre, l'uomo che ha lanciato
Cesaria Evora, e alla traduzione di Pacifico.
Inevitabile la
parentesi brasiliana dedicata a Vinicius De Moraes, a Toquinho (e a
Sergio Bardotti). Il resto spazia da L'appuntamento a
Domani è un
altro giorno, da E penso a te a Una ragione di più. "Se sopravvivo a
questi venti concerti me ne vado alle Maldive a praticare il mio
sport preferito: le immersioni subacquee. Parola di divina.
Andrea Spinelli - IL GIORNO -
9.3.2008
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