Ça se traverse et c'est beau...

 

 

UNIVERSAL MUSIC Classics & Jazz - 2012 - France

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'album nasce da un'idea avvincente: raccontare i ponti di Parigi attraverso le loro piccole e grandi storie. "Rappresentano il passaggio, lo scorrere della vita, l'incontro, il suicidio, l'amore, la storia di Francia", ha dichiarato la Gréco presentando agli inizi del nuovo anno Ça se traverse et c'est beau... un ambizioso e intrigante progetto felicemente trasformato in canzone. Tredici episodi musicali compiuti ed estremamente eleganti che celebrano quei ponti "sopra e sotto", dove ogni cosa è accaduta o potrebbe accadere, con la città sullo sfondo testimone della quotidianità di un'umanità varia e multirazziale che da tempi lontani e non sospetti la reinventa ogni giorno e ogni notte. La Parigi della grande storia (e non mancano le citazioni) ma anche la Parigi che sogna...

 

In C'EST LA LA LA (il primo dei duetti con Marc Lavoine) a decorare i ricordi sono le tenerezze e le malinconie di un'intera vita, impresse come le orme invisibili dei passi sui ponti, stampate con l'inchiostro simpatico sui biglietti di andata e ritorno dalla capitale.

 

C'è invece il rimpianto di un gesto mancato, di una parola non detta, nel ricordo struggente di un amore folle e misterioso, per un uomo senza una precisa identità, nel brano L'HOMME DU PONT.

 

Il popolo dei disperati che sotto i ponti trova riparo la notte, è rappresentato nel poetico affresco di SOUS LE PONTS DE PARIS (duetto con Melody Gardot). Esercizio di stile in perfetta sintonia con la tradizione musicale francese.

 

Da una frase del testo di LE PONT MARIE è stato estrapolato il titolo dell'album: i ponti sono stati costruiti per unire non per dividere, per fare incontrare gli uni con gli altri, questa è la loro bellezza, il nostro compito è viverli, attraversarli.

 

Un ponte minore "parla" in prima persona nel brano LE PETIT PONT e si chiede come mai nessuno lo ricorda e perché non è mai stato citato in un'opera o in un film. Ignorato dai letterati e dai grandi personaggi della storia, adesso vuole una piccola rivincita e chiede di essere ricordato almeno nel ritornello di una canzone. Et voilà, accontentato...

 

Vittima di un un tragico sogno è il protagonista di LE PONT JULIETTE: l'incredibile parabola di una passione estrema raccontata con le parole di Amélie Nothomb e interpretata superbamente da un visionario Guillaume Gallienne. Dedicata alla Gréco.

 

PARIS SE RÊVE (duetto con Féfé) è una canzone molto suggestiva che si fa amare al primo ascolto: musica e testo si sposano alla perfezione. La voce nera del giovane cantante/rapper Féfé mi ha ricordato a tratti quella di Nina Simone, una Nina giovane e meno istintiva ovviamente, che qui pare "accordata" alla perfezione.

 

Potrei continuare, canzone dopo canzone, fino al tredicesimo titolo ma lascio a chi eventualmente avrà desiderio di ascoltare l'album, il piacere di scoprire altro... Cito solo un'ultima canzone, per me la più bella tra tutte, SEULE AVEC TOI (il secondo duetto con Marc Lavoine).

 

Sto apprezzando sempre di più questo disco che da qualche giorno contribuisce a nobilitare la colonna sonora delle mie giornate (nel mio lettore MP3 ormai, oltre alle Voci Divine, si va senza vergogna da Vattene amore ai Notturni di Chopin, da Spagna a Brassens).

 

Come sempre, quando ci si innamora di qualcosa o di qualcuno viene voglia di dirlo a tutti. E' un piacere, dunque, cercare di raccontare questo album. Innanzitutto ho tradotto i testi, altrimenti il senso dell'opera sarebbe crollato prima che le note potessero raggiungere i padiglioni auricolari. La parola nel repertorio della Gréco è fondamentale. Per fortuna un po' di conoscenza della lingua che amo di più al mondo mi ha aiutato nel laborioso compito. I testi sono molto piacevoli e intriganti, scritti con semplicità e intelligenza. Svelano ritagli di vita vissuta e segnali di speranza per il futuro. Anche musicalmente l'album brilla per qualità e cura dei dettagli. Un nome su tutti, Gérard Jouannest, l'eccellente maestro che tutto il mondo invidia alla Francia (compositore storico del grande Jacques Brel, nonché marito di Juliette) che qui è presente in ben sette brani, e poi Christophe Casanave, Vincent Scotto, Antoine Sahler e Samuel Adeibyi. Il suono è sempre avvolgente, caldo, con arrangiamenti sobri, quasi minimali che si sviluppano spesso in ambito jazz, tappeto sonoro ideale soprattutto per quei pezzi dove la Gréco quasi recita, trasformandosi in una raffinatissima cantastorie. La sua voce oggi è ancora più bruna e intensa e arriva forte come un abbraccio, profonda come una preghiera. Juliette mantiene toni autorevoli soprattutto quando canta testi impegnativi, ma è sempre dolcissima nel trasmettere tutto lo stupore e la curiosità di cui è ancora capace.

 

Alla realizzazione dell'opera hanno collaborato, tra gli altri, Marie Nimier, François Morel, Antoine Sahler, Philippe Sollers, Gérard Duguet-Grasser, Alexandra Roos e Jean-Claude Carrière.

 

Si è scritto che la Gréco appartiene a Parigi, così come Parigi appartiene alla sua leggenda. E' sacrosanto: chi, se non Juliette (a 85 anni compiuti) avrebbe potuto omaggiare la città con un album così bizzarro e inusuale? Da noi nessuno si è mai sognato di dedicare un disco ai ponti di Venezia, per esempio, o alle piazze e agli scorci più belli del mondo delle nostre città, che qui come a Parigi oltre ad essere da sempre testimoni dei grandi avvenimenti storici, custodiscono la memoria di quel misterioso microcosmo che è la storia di ognuno di noi.

 

Pazienza, non è mica la prima volta che i francesi ci bagnano il naso...

 

Rosario Bono - 20.5.2012

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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