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Mia Martini
Talks
Selezioni da INTERVISTE rilasciate tra il 1989 e il 1995
Quando il padre dimenticò Mimì su una panchina...
Sì, mio papà una volta mi ha dimenticata. Io da piccola
riflettevo molto. Naturalmente quando rifletti non parli,
quindi ero muta. Mio padre effettivamente non sapeva quando io
c'ero o non c'ero, non mi facevo sentire. Un giorno mi ha
portato a fare una passeggiata ai giardinetti, a Porto
Recanati. A un certo punto ha incontrato un suo amico e se n'è
andato camminando con lui, poi all'ora di pranzo gli è venuta
fame ed è andato a casa. Mia madre gli ha chiesto: "Ma Mimì
dov'è?", e lui: "Oddio me la sono dimenticata!". Mi ha
lasciata alle nove la mattina seduta su una panchina e m'ha
ritrovata all'una e mezza esattamente nello stesso punto.
Stavo ancora riflettendo.
La gelosia di Loredana Bertè...
Da piccola ero bellissima, mi chiamavano "alba nascente"
perché avevo i capelli lunghissimi fino alle ginocchia che io
mi legavo a treccia. Loredana, naturalmente, era molto gelosa,
lei ha esattamente tre anni meno di me, siamo tutte e due nate
il 20 settembre, io del '47, lei del '50, ed era gelosa di
tutto questo successo che io avevo con i bambini. Oltre
ad essere molto bella ero "un'artista", perché ogni tanto mi
fermavo e cantavo... Un giorno, mentre portavo a passeggiare
Loredana in bicicletta, uno di questi bambini scrisse su
un sasso a forma di cuore "Mimì", con tutti i cuoricini... E
mentre me lo stava dando, Loredana prese il sasso
e glielo tirò in testa, lui poverino scappò via
sanguinante. Loredana era terribile.
La carta vincente...
La mia carta vincente è stata il mio pubblico. E' il mio
pubblico che mi ha salvata, mi ha ripresa e riabbracciata a
Sanremo nel 1989 quando sono tornata dopo tanti anni di
isolamento, e non mi ha più abbandonata, anzi, mi hanno detto:
"Non ci provare mai più a sparire!". Questo mio ritorno lo
devo solo al mio pubblico e al loro affetto.
Il tempo...
Pensiamo sempre di averne in eterno e così non facciamo che
rimandare o bruciare tutto. E invece è troppo importante
trovare del tempo per noi stessi, per pensare: potremmo così
evitare di fare tante sciocchezze. Cos'è questa nevrosi di
doversi sempre riempire le giornate fino all'ultimo minuto, di
vivere un giorno come se fosse una settimana? Dedicare tempo a
noi stessi è importante e, invece, quando lo facciamo, ci
sembra di sprecarlo.
Il rispetto...
Sono poche le cose che mi oltraggiano. Ma la mancanza di
rispetto, quella no, la vivo come una brutalità assurda.
Mogol/Battisti...
Anch'io ho inciso canzoni di Mogol/Battisti. Il loro
repertorio è un pozzo senza fondo, lì sono depositati e resi
al meglio tutti i sogni dei cantanti, musicisti e parolieri; è
ovvio poi che con la crisi della musica che c'è, ci si rivolga
al prodotto più sicuro e consolidato, quello che non ti
tradisce. Io i loro dischi - quelli veri, dei primi Settanta -
li ho consumati, e sono anche arrabbiata che non tutta la loro
opera sia già stata ristampata in CD. Se adesso li riscoprono
anche i ragazzini non c'è che da essere contenti: è segno che
qualcosa di buono la nostra generazione l'ha fatto e non a
caso è proprio questo che viene tramandato.
Il canto e la musica...
Quando canto provo un senso di liberazione. Devo esternare
delle emozioni, delle cose che sento dentro, devo fare in modo
di farle arrivare anche agli altri, perché entrino in questo
mio mondo magico che è la musica. La musica e il cantare mi
hanno dato la voglia di rinnovarmi sempre, la voglia di
superare quei momenti di grande drammaticità. Mi hanno
allontanato il pensiero della vecchiaia, un artista si
immagina sempre giovane. Mi hanno dato una grande maturità,
forse prima del tempo. Mi hanno tolto le stesse cose che mi
hanno dato. Il mio sogno era quello di fare la casalinga, di
avere tanti bambini stupendi, un marito meraviglioso, però
come dice il poeta: "Gli uomini non cambiano", sarà per questo
che non siamo riusciti a trovare un punto d'incontro!
Manifestazioni canore...
Mia Martini ha partecipato al Festival Italiano di Mike
Bongiorno (3 milioni e 400 mila spettatori per la finale su
Canale 5) con una nuova canzone contenuta nell'album La
musica che mi gira intorno in cui reinterpreta brani famosi
di cantautori come Dalla, De Gregori, Vasco Rossi. Unico pezzo
inedito: Viva l'amore.
Dopo un periodo di tempo dove si è trovata ad
avere non poche difficoltà per riuscire a rientrare nel «giro»
dei big, oggi le cose sembrano andare per il verso giusto.
Cos'è cambiato?
«In verità devono essere cambiate le persone. So solo che ad
un Festival di Sanremo di qualche anno fa i giornalisti si son dovuti
inventare un "Premio della critica" pur di valorizzare una mia
canzone. Oggi sono una donna matura e posso guardare al
passato con gli occhi diversi di quelli della ragazzina di 22
anni che cantava Piccolo uomo o Minuetto. Non ho più
bisogno di farmi conoscere dal pubblico e sono felice che
esistano manifestazioni come questa, capaci di portare alla
ribalta anche i talenti giovanili che non sanno come crearsi
uno sbocco per l'esterno. Ieri c'era solo Sanremo e
finiva lì. O riuscivi ad entrare o morte. Finalmente adesso
c'è la scelta».
Gli album preferiti...
Non smetterò mai di affermarlo: Danza, Mimì e Miei compagni di
viaggio sono gli album che ho amato ad oltranza e che continuo
a patire profondamente, proprio perché mi sono costati cari
nella realizzazione, nelle intuizioni di un cammino fatto
soprattutto di dolore, nell'affermazione vittoriosa del sapore
amaro di una sconfitta. Debbo aggiungere Quante volte... ho
contato le stelle, un lavoro a cui resto irrimediabilmente
invischiata perché mi rammenta con amarezza il momento più
drammatico del mio legame con Ivano Fossati. Ma pare
che ai drammi io sia abituata, per forza di cose inspiegabili. L'ho già detto: v'è ben poco, nella
discografia, che mi è stato offerto, elargito con passione. Al
contrario, è notevole quel che mi è stato tolto con
prepotenza, con brutalità, esigendolo come se fossi una che si
offre al più danaroso. Ecco perché amo intensamente La musica
che mi gira intorno, perché impongo a me stessa (ma in realtà
non ve ne sarebbe bisogno, è una sorta di beatitudine che si
prova con naturalezza) di farmi sedurre dalla musica ogni
giorno che mi tocca di vivere.
La zavorra...
La vita è piena di cose terribili. ma si può cercare di capire
perché accadono. Si cresce e magari certe cose terribili si
smitizzano. Ci sono molte altre cose più importanti. Per
crescere bisogna lasciare... Bisogna lasciare tutti gli
orpelli e tutti i bagagli. Di valigie ne ho portate tante, ma
talmente tante che ora ho deciso di girare col minimo
indispensabile. Se riuscissi a liberarmi anche della mia carta
d'identità sarebbe il massimo...
6 OTTOBRE 2020
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