.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non conosco nessun Patrizio, il nuovo album di Milva che chiude la trilogia dedicata a Franco Battiato (inaugurata nell'anno di grazia 1982 con MILVA E DINTORNI), inizia con le note di UNA STORIA INVENTATA, la stessa canzone che 21 anni fa apriva SVEGLIANDO L'AMANTE CHE DORME, il secondo intrigante episodio della serie.

 

Ad accoglierci, dunque, è la stessa donna dai capelli rossi, che abita ancora la stessa casa vuota e silenziosa, a tratti illuminata da malinconici flashback, retaggi di un passato troppo lontano.

 

Inevitabilmente, dopo oltre due decenni, raggiunto il traguardo di un'età importante, l'interpretazione del ruolo che questo brano impone, acquista, se possibile, significati ancora più forti.

Sfumature scure e ricordi sempre più remoti saturano di grigio i colori dell'inverno appena ritornato, mentre il bianco della neve che copre l'erba del cortile, citato nel testo, oggi contrasta maggiormente con le "zone d'ombra" della nostra protagonista. Questo e molto ancora, racconta la "nuova" voce di Milva, come al solito intensa e vibrante, ma oggi più calda e profonda. Una voce avvolgente ed emozionante, a tratti sofferta e sempre in primo piano.

 

In questo nuovo episodio musicale, annunciato durante la conferenza stampa di presentazione come ciliegina sulla torta di un'immensa carriera artistica, soltanto un brano è inedito, quello che dà il titolo all'album, le altre canzoni sono cover pescate (non a caso) nella vasta produzione del cantautore siciliano.

 

La Signora si muove a proprio agio tra dieci belle canzoni, con sobrietà, ponendosi al centro di sonorità spoglie di inutili sovrastrutture e fedeli alle versioni originali, appropriandosi dei testi come fossero squarci di vita vissuta. Il risultato crea un impatto emotivo disarmante.

 

In tutti i brani del disco, l'immutato potere evocativo della musica di Battiato offre nuove suggestioni grazie alle calde e austere riletture di Milva, mai così dirette, mai così vicine umanamente e artisticamente all'ascoltatore.

 

E' un album prevalentemente crepuscolare (NON CONOSCO NESSUN PATRIZIO, LE AQUILE, I GIORNI DELLA MONOTONIA) ma anche ricco di energia (BIST DU BEI MIR, RISVEGLIO DI PRIMAVERA e l'ironica IL BALLO DEL POTERE). A mio avviso però, sono SEGNALI DI VITA e I PROCESSI DEL PENSIERO le perle più preziose. Eleganza e semplicità caratterizzano quest'opera introspettiva e sincera che si lascia ascoltare dall'inizio alla fine senza stancare.

 

Milva si è rivelata ancora una volta interprete ideale di quel Battiato doc che tutti abbiamo molto amato e che un po' ci manca, lo stesso illuminato e illuminante Battiato affrontato con altrettanta maestria anche da Alice e Giuni Russo.

 

Il voto che sento di dare a questo album è 7. Avrei sicuramente aggiunto un punto in più se a "suonare" ci fosse stata l'orchestra, o un'originale formazione acustica, ma tutto non sempre si può avere...

 

Sulla scelta della copertina, invece, non mi voglio dilungare, mi sembra fin troppo brutta per poter essere commentata, e oltretutto stride non poco con il contenuto del disco.

 

Infine, auguro a Milva, che ha annunciato il suo ritiro pressoché totale dalle scene per motivi di salute, di trovare in futuro la forza e il desiderio di ritornare in sala di registrazione e magari progettare e produrre personalmente nuovi lavori. Salute permettendo, accantonati tutti gli altri impegni, potrebbe continuare ad incidere, finalmente nei modi e nei tempi che più desidera e con totale libertà di scelta. Chissà? Certo sarebbe un vero peccato doverci privare, proprio adesso, di queste nuove sfumature, così calde e meravigliosamente imperfette, di questa voce sempre e comunque maledettamente magica.

 

7.10.2010 - Rosario Bono