13 MARZO 1993 - CORRIERE DELLA SERA - A Sanremo
si è detto che Uomini addosso, la canzone che Milva ha
presentato in gara al Festival, era una splendida sintesi del
"vissuto artistico" della cantante, da Brecht-Weill ai tanghi
argentini di Piazzolla. La canzone era piaciuta anche per la
insolita aggressività della protagonista che rivendicava il
suo diritto ad una sorta di disperata sessualità, nonostante
non fosse più giovanissima. Le giurie, come noto, non
gradirono la canzone, e Milva fu clamorosamente eliminata. Ora
che la Ricordi pubblica l' album Uomini addosso si scopre
che il brano di Sanremo non era che l' aperitivo di una
aggressività che nel brano seguente, Non ce l' ho con te,
non disdegna il turpiloquio. Mai infatti avevamo sentito dalla
signora Biolcati in arte Milva versi come "Non ce l' ho
con te, tu sei l' Esse di stronzo, l' A di ti amo, grande
piccolo uomo", "Ce l' ho con me (...) che mi faccio truffare
da un cervello da mulo e mi lascio incantare dalla tua faccia
da culo (...) quelli senza coglioni, i buffoni come te". E'
una insolita invettiva contro un uomo evidentemente fantastico
dal punto di vista di certe prestazioni (tu "che mi apri e mi
chiudi come una finestra... Mi sorride il cielo, si fa l'
amore... sei il gallo sulla gallina") ma decisamente
scorretto, insopportabile e inaffidabile su tutti gli altri
fronti ("ce l'hai tu con me che fai il furbo e il seduttore
con le mie amiche"). Segue Pierre, un classico dei
Pooh di
tanti anni fa. Allora fece scalpore perché era la storia di un
gay che manifestava la sua "diversità " fin dai tempi della
scuola. Dopo l' inedita e triste Per cosa di Giorgio Conte,
(una donna di teatro che si chiede se non sia venuto il
momento di lasciare le scene), un altro suo classico, lanciato
dal fratello Paolo: Una giornata al mare. Quindi un altro
apporto autorevole, quello di Carlo Marrale, front man insieme
a Laura Valente dei Matia Bazar nel brano Mon amour. Un
successo di Masini e Bigazzi, Ci vorrebbe il mare, assume
toni rarefatti e melodrammatici. Il viaggio di Milva continua
con La notte dei miracoli, E ti amo veramente. L' album si
conclude con Sono felice di Ron, Roberto Danè e
Biagio
Antonacci, ovvero la passione travolgente per l' uomo con cui
"lei" convive, così vicino e nello stesso tempo così lontano,
imprendibile, capace di riempire la vita anche con i suoi
silenzi e le sue assenze.
Pur essendo uno dei migliori dischi
di Milva degli ultimi anni e nonostante l'autorevolezza degli
autori e degli arrangiatori, è un disco che sembra arrivare da
un altro pianeta, forse più teatrale che musicale. Milva
appare sempre di più come una stella di mondi lontani (i Lied,
Brecht?) "prestata" alla musica leggera. Il suo stile
condiziona tutti, autori, arrangiatori compresi, che finiscono
per chiudere Milva in una campana di vetro di rarefatta e
manieristica "non comunicazione".
Mario Luzzatto Fegiz
8 OTTOBRE 2008 - DISCHI DA
RIASCOLTARE - Quanto la fanno lunga, a volte,
certi critici musicali... Tirano in ballo paroloni,
riferimenti e accostamenti che spesso hanno poco a che fare
con la genuinità e la semplicità di un buon disco.
Ascoltato -
anche dopo quindici anni dalla sua pubblicazione - questo
particolare episodio pop della lunga carriera di Milva,
rimane a mio avviso un esempio di come si dovrebbe sempre
lavorare. Che poi il risultato possa incontrare o meno unanimi
consensi, è un'altro discorso (non così
facile da affrontare).
Le garanzie necessarie per
tentare di realizzare un buon album, quando c'è ispirazione, e cioè buone
idee e voglia di comunicarle, son sempre le stesse: la
presenza di autori e compositori validi e preparati, il
talento di un buon interprete e degli arrangiamenti efficaci.
Questo a prescindere dalla tipologia dell'artista (giovane
sconosciuto o veterano) e dal genere di musica affrontato (classico, sperimentale, pop, rock, etc.).
Nell'album Uomini
Addosso (1993) gli ingredienti ci sono tutti, basta citare, tra
le altre, la presenza di grandi professionisti come Giorgio Conte,
Valerio Negrini, Roby Facchinetti, Maurizio Piccoli, Ron,
Biagio Antonacci, Marco Masini, Fio Zanotti, etc. E poi
soprattutto c'è l'interpretazione di Milva, che in
brani come "Ci vorrebbe il mare", "Pierre", "Non ce l'ho con
te" e "La notte dei miracoli", offre risultati che da soli
giustificherebbero la pubblicazione del disco, tanto la sua
voce è carica di forza, potenza e seduzione...
Per quanto
riguarda il brano presentato
al Festival di Sanremo, che poi è quello scelto per il
titolo del disco, non scomoderei Brecht-Weill o Piazzolla e non
parlerei proprio di una sintesi del vissuto artistico della
cantante... Questa canzone, e l'intero album del resto,
secondo me non sono la
sintesi di un bel niente. Questo è un disco pop, che
più pop non si può. Una raccolta di belle canzoni (non tutte
inedite) che per genere e varietà di autori rischia di
rappresentare quasi un' eccezione nella variegata e sempre
molto "impegnata" discografia italiana di Milva,
costruita più che altro su dischi a tema e/o dedicati ad un
solo autore. Un disco da godere a volume medio/alto, a casa in
un pomeriggio d'autunno,
su una spiaggia in estate o durante un viaggio in macchina di
notte... Un album solare e notturno al tempo stesso, ricco di
riferimenti malinconici ("Pierre", "Per cosa", "Sono felice"),
rabbia ("Uomini addosso", "Non ce l'ho con te") e tenere
immagini, tra cieli neri e squarci di sereno ("La notte dei miracoli",
"Una giornata al mare", "Mon amour").
Da ascoltare come merita: col cuore in mano e la
mente libera da giudizi e pregiudizi...
Rosario Bono
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