Nico
è una figura tragica, controversa, sfuggente, una delle
personalità più sconcertanti della storia del rock,
bellissima, a tal punto da odiare lei stessa la propria
bellezza e proiettare il suo fisico in un tunnel di
autodistruzione che la rese più simile a un puzzle in
procinto di disgregarsi in mille pezzi che a una musa o
a una dea di un culto pagano suo malgrado vivo e
profondo. Una donna sola, apolide per scelta,
imperscrutabile, con un volto enigmatico da tragedia
greca e il fascino ambiguo di una vita intensa. Due
dischi per decennio e cinque ore di musica composta in
tutto la rendono una delle figure meno prolifiche e più
riservate del rock.
La data della sua morte
per i più è destinata a scomparire dalle annotazioni dei
calendari, forse anche da quelle dei meno ordinari. Nico
se ne andò in silenzio, lontano dai clamori e dal
glamour, morendo di una morte troppo poco rock, troppo
poco leggendaria, quasi banale, se vogliamo considerare
tale una caduta in bicicletta. La sua morte, per una
vita vissuta in modo così pericoloso e borderline,
avrebbe dovuto essere di tutt'altra specie, o almeno
così il copione della perfetta star decadente avrebbe
richiesto.
Nico è morta a
cinquant'anni, quando una vita d'eccessi si era già
portata via la sua leggendaria bellezza: anni da eterna
esule, vissuti con un'intensità che a pochi di noi
mortali è dato raggiungere. Eppure proprio quella morte
ce l'ha restituita alla memoria in tutto il suo
splendore di Nico/Icon, musa e icona, di
cui è quasi proibito, per una qualche forma di pudore,
mostrare altre immagini se non quei pochi soliti scatti
che la consacrano divina negli anni di Warhol, prima di
sposare le tenebre e l'eroina, prima di ridursi a un
colabrodo, a una junkie di mezza età che conosce a
memoria solo i suoi versi e la topografia delle sue vene
bucate. La sorte ha voluto che uscisse di scena dalla
scala posteriore, così come c'era entrata, lontana dai
rumori di una morte appetibile sia per la fame dei media
che per la costruzione del mito. Nulla da fare per Nico:
le statistiche non collocano la sua tra le morti
mitologiche di Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin
o Kurt Cobain, non si è immolata all'altare dell'arte,
non è stata santificata tra i santi del rock. Nulla di
tutto questo: il vero dramma mediatico della morte di
Nico è quello di essere stata un mito potenziale morto
in circostanze che non si addicevano al suo ruolo. Da
comune mortale e non da Dea. E va bene così, diciamo,
perché Nico è un personaggio che contraddice i luoghi
comuni, e lo fa anche con la morte: tutta la sua vita è
piena di cambi di scena e di ribaltamenti dei luoghi
comuni.
Si pensa, ad esempio, che
una donna più è bella e più è futile, ma Nico era
una donna bellissima eppure profondamente tormentata, e
autrice di una musica che era l'opposto della futilità e
della banalità. Ha avuto una vita importante, densa di
sesso e di amori, ma è quasi sempre riuscita a tenere
separata la dimensione pubblica dell'artista dalla sfera
privata, restando sempre aliena alle pagine
scandalistiche dei rotocalchi, preferendo la notte al
giorno, il silenzio al frastuono, la musica alla moda,
la poesia alle canzoni banali, il cinema alla
fotografia. Paradosso di un'ex modella: non amava farsi
fotografare. Ha invece interpretato un numero variegato
e bizzarro di film girati dall'uomo con cui ha trascorso
più tempo nella sua vita, ovvero Philippe Garrel.
Forse è stata una donna
cinica, forse un'egoista, forse solo un'incompresa,
imprigionata dentro un corpo apparentemente solare ma
lacerato da una sottile linea di sofferenza che ha
radici profonde, che vanno scovate tra un'infanzia
trascorsa in piena guerra, tra le macerie di una
Germania devastata dai bombardamenti alleati e dalla
scoperta di essere solo un paese degli orrori.
La sua è stata una vita
misteriosa e piena di misteri, in alcuni dei quali la
morte ha fatto chiarezza, e questa è un'altra anomalia,
dal momento che la morte, di solito, è solo terra che
ricopre il vissuto, è cenere alla cenere, è freddo e
buio.
Il cimitero di
Grünewald-Frost è situato poco fuori Berlino, vicino al
lago di Wannsee, un luogo incantevole, circondato da
boschi rigogliosi, dove la gente si reca d'estate per
rinfrescarsi e prendere il sole. A dire il vero è anche
il luogo dove si tenne nel 1942 la Conferenza di
Wannsee, durante la quale Reynard Heydrich
presentò per la prima volta il piano dettagliato per la
Soluzione finale, lo sterminio programmato degli
ebrei.
Il 16 agosto del 1988
fu un bel giorno per un funerale, cielo blu e
temperatura mite. La lapide che Demetrius, ultimo
manager di Nico, aveva ordinato non era ancora
pronta, così vicino alla fossa c'era solo una scritta
provvisoria "Päffgen 16.10.1938 - 18.07.1988".
Al funerale arrivò appena un esiguo gruppo di persone,
la maggior parte delle quali da Manchester, qualcuno da
Berlino, come la zia Helma, Philippe Garrel
direttamente da Parigi, Lutz Ulbrich, qualche
fan, nessuno da New York. Il predicatore Mike,
sapendo che a Nico sarebbe piaciuto, lesse alcuni
passi da Bhagavada Gita, quindi il figlio Ari
depose l'urna con le ceneri nella fossa, appoggiò per
terra il registratore a cassette e lo accese. Partirono
le note di Mütterlein, la canzone scritta da
Nico per la madre, vicino alle cui spoglie stava per
essere seppellita.
Cara piccola madre,
alla fine riesco ad
esserti vicina
La distanza e la
solitudine
Saranno colmate dalla
pace interiore
Questa culla è la tua
veste e la tua patria
L'incertezza è il tuo
regno
In delizia si muta il
tuo dolore
E t'avvolge nei flutti
vittoriosi
Seguì un breve aperitivo
e alla sera un concerto tributo al Planetarium di
Berlino organizzato la Lutz per pagare le spese
del funerale. Il giorno dopo, visto che tutti i
protagonisti degli ultimi anni di Nico si
trovavano contemporaneamente nello stesso luogo, si
discusse su come gestire i diritti dell'ultimo concerto
live proprio al Planetarium e di cui esisteva una
registrazione quasi pronta per diventare un disco dal
vivo. In quell'occasione Ari, il figlio di
Nico, tentò l'ultimo dei business possibili per
collezionisti improbabili: vendere al miglior offerente
le ultime confezioni di metadone della madre...
NICO/BUSSANDO ALLE PORTE DEL BUIO
- GABRIELE LUNATI
STAMPA ALTERNATIVA/NUOVI EQUILIBRI
(2006)
Pagina inserita il
2.3.2013
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