New York - Una formazione scarnissima, un
quartetto più tipicamente rock che jazz (chitarra, basso,
batteria, pianoforte), e un repertorio ormai adulto e ricco di
indicazioni su come la carriera della grande pianista e
cantante nativa del North Carolina stesse diventando sinonimo
di battaglia sociale a favore degli afroamericani. Questa, in
sintesi, potrebbe essere la fotografia del concerto della
leggendaria Nina Simone alla Carnegie Hall di
New York, un piccolo avvenimento che spiazza persino il suo
pubblico, ancora poco abituato alla crudezza dei temi trattati
e alla definitiva svolta politica dell'artista: viene
pubblicato anche un disco, In concert, che raggruppa
altre due performance di quel periodo, e precisamente quelle
dell'1 e del 6 aprile 1963. A testimonianza di ciò, si
potrebbe citare la scelta di cantare Pirate Jenny, un
brano tratto da L'opera da tre soldi di Bertolt
Brecht e Kurt Weill, usato come metafora del
precario stato dei diritti civili dell'epoca. Un brano
impegnativo, che la stessa Simone non amava riproporre spesso
dal vivo: raccontava addirittura che lo stress causatole da
quel pezzo è stato tale che ha dovuto poi aspettare sette anni
prima di poterlo cantare nuovamente su un palco.
L'impegno
civile della Simone è ancora più chiaro in pezzi come
Old Jim Crow, un'invettiva contro la legge separatista
ancora in voga negli States (lo sarebbe stata fino al 1965),
oppure ancora Go Limp, che narra la storia di una madre
che impedisce alla figlia di unirsi alla NAACP (National
Association for the Advancement of Colored People) per paura
che perda la verginità, e infine Mississippi Goddam, una
protest song scritta dalla stessa Simone a proposito
dell'omicidio dell'attivista per i diritti civili Medgar Evers
(episodio che ispira anche il celebre brano Only A Pawn In
Their Game di Bob Dylan) e di quello di quattro studentesse di
colore causato dall'esplosione di una bomba in una chiesa in
Alabama.
Il pubblico accorso alla Carnegie Hall torna a
casa con la
certezza di avere assistito a una svolta epocale della
carriera della cantante, oltre che a uno spettacolo
eccellente.
Dal book MILLE CONCERTI CHE CI HANNO CAMBIATO LA
VITA di Ezio Guaitamacchi
Rizzoli 2010